sabato 23 dicembre 2017

PIERO BOITANI

Il grande racconto di Ulisse

Ciò  che riunisce filosofia, scienza e poesia è  il desiderio che gli uomini, in quanto tali, per natura, hanno di sapere.
In principio è  LA MERAVIGLIA

domenica 17 dicembre 2017

LUCIANO FLORIDI. LA QUARTA RIVOLUZIONE

Qualunque potenza potranno raggiungere le macchine, saremo sempre noi "capitani della nostra anima", decisori del nostro destino, cultori della nostra memoria

sabato 16 dicembre 2017

TITO BOERI. POPULISMO E STATO SOCISLE

Problemi, risposte, le invettive non servono
"Oltre alla loro influenza diretta, alla loro capacità di porre al centro del confronto i temi a loro più  congeniali, i partiti populisti riescono a spostare le piattaforme degli altri partiti"
Le soluzioni complesse e non facili ai problemi sul tavolo avrebbero maggior possibilità  di essere ascoltate, piuttosto che le sirene populiste, se "gli altri partiti e corpi intermedi" avessero autorevolezza e non il fiato corto di chi guarda il sondaggio del giorno dopo.

venerdì 15 dicembre 2017

LUCIANO FLORIDI. LA QUARTA RIVOLUZIONE

Riprodurre, con l'intelligenza artificiale, il risultato dei nostri comportamenti intelligenti o produrre l'equivalente della nostra intelligenza?

GIANFRANCO RAVASI. LE PIETRE DI INCIAMPO DEL VANGELO

SCEGLIERE

Ma dimmi un po',  @kaoslory, c'era una scelta? Questa pagina del libro di Ravasi mi affascia e mi incuriosisce molto. Quando ero giovane e "credevo di Credere" leggevo queste pagine e consideravo l'esito "necessario". Come se il buon satana facesse del suo meglio finché  il nostro a brutto muso gli diceva " Ma sai chi sono io? Suvvia, sparisci". Poi ne sono uscito e tutto cio ha un po'  perso di interesse. Questa pagina, al mio sguardo lontano di ateo, risulta veramente "scandalosa", sia pure dal semplice punto di vista intellettuale, salvo che non abbia frainteso tutto. Veramente Gesù poteva cedere alle tentazioni? "Libera opzione che riguarda la sua missione". Non so, ragiono ipoteticamente, é ovvio, ma forse allora sarebbe cambiata la storia del mondo, no? E nel caso avesse scelto l'opzione "cedimento", scusa la domanda, ironica ma che non vuole essere offensiva, Dio avrebbe tentato una seconda scelta dopo qualche tempo? Certo che questa spiegazione di Ravasi rende il personaggio storico, senza entrare nel merito della veridicità  delle tentazioni o della sua divinità,  veramente "figlio dell'uomo" e muove ad ancor maggiore simpatia.

giovedì 14 dicembre 2017

CHIARA SARACENO. EREDITÀ

Sfidare la tradizione vs fedeltà  letterale. Per certi versi si può  avere l'impressione che una sfida alla tradizione non in uno sforzo di ricerca del miglioramento sociale e umano ma solo per comodità  e svicolamento dal rispetto dei doveri civici faccia rimpiangere una certa "fedeltà  letterale" dove le parole come cortesia, gentilezza, rispetto, educazione richiedano comportamenti rigidamente conseguenti e coerenti, dall'altro il problema evidenziato da #ChiaraSaraceno diventa particolarmente importante soprattutto per le religioni che pretendono di dettare norme anche in materia civile

CHIARA SARACENO. EREDITÀ

#libroletto #sra #curioso. Un piccolo e agile libro molto interessante e consigliato, nel quale Chiara Saraceno affronta diversi "rivoli" della questione #Ereditá. Tra i capitoli ho trovato maggiormente interessante questo:Eredità  come retaggio. Forse perché  ho trovato più  motivi di riflessione sul confronto tra culture e religioni cui l'evoluzione geopolitica ci chiede di porci domande intelligenti e risposte scientifiche.

mercoledì 13 dicembre 2017

LETTURA IN CORSO Chiara Saraceno

Il #retaggio come patrimonio da salvaguardare e lasciare in #ereditá. #biografiacollettiva #patrimonioereditario può  essere #puntodiforza per incontro con altri #retaggi e non di scontro?

LETTURE IN CORSO

#ChiaraSaraceno #Ereditá

#letturaincorso  #sra #curioso #ilretaggio un problema forte in un #mondoglobalizzato  #ereditá  come #solidabase per #contaminazione che arricchisce? Non é  facile o scontato

martedì 12 dicembre 2017

12.12.2017 SONDAGGIO ELEZIONI POLITICHE. ROBERTO SOLBIATI: ASTENSIONE 100%

12.12.2017 SONDAGGIO ELEZIONI POLITICHE. ROBERTO SOLBIATI: ASTENSIONE 100%

Perché non lanciarmi in un sondaggio? Da tempo non riesco a vedere il divertente siparietto tra Mentana e Masia il lunedì sera, e allora me lo faccio in casa. Solo che le risorse sono... quelle che sono, e allora la platea in cui pesco si riduce progressivamente. Finisce concentrandosi su questo campione: maschio, bianco, 56 anni, alto 1,83, sovrappeso, diplomato ma non laureato, impiegato, nato il tal giorno di febbraio, sposato con prole, collezionista di targhe.
E l'esito è ASTENSIONE al 100%.
Questo in data di sondaggio: 12 dicembre 2017.
Fiducia di cambiare opinione: 0%.
Io non ho l'ambizione di, meglio ancora non voglio, votare un partito con l'idea più bella e più giusta. Io vorrei poter votare il partito, o la coalizione di partiti, che mi dia confidenza di acquisire sufficiente forza e avere sufficiente coesione, per realizzare delle idee mediamente buone. Quelle realizzabili tenuto conto di una serie di vincoli, quelle che guardano ai prossimi dieci anni con lo sguardo verso un futuro ancora più lontano, che si costruisce dall'oggi. Perché tra proporsi con l'idea più bella sapendo che non sarà realizzabile, e avere l'umiltà e il realismo di proporsi con delle idee mediamente buone ma dando fiducia che, sulla base di un serio e rispettato accordo, si potranno tradurre in atti, io preferirei dare fiducia sulla potenziale realizzazione e non stimolare l'orgoglio di chi ambisce a ruolo di cassandra o voce che grida nel deserto. Che se poi devo pensare alla idea più bella, temo che dovrei darmi da fare io, magari fondando un nuovo soggetto politico della sinistra ...😏 In fondo io non vorrei entusiasmarmi, commuovermi, eccitarmi, sognare... vorrei vedere un gruppo di persone in rappresentanza di molte altre che con grigio realismo pongano sul tavolo i problemi e trovino le soluzioni possibili sulla base di principi che si fondano non sui propri statuti ma sul fatto che, se non si lavora assieme, gli interessi di coloro che dovrebbero essere in cima ai loro pensieri, saranno preda della voracità della parte avversa. E allora delle testimonianza, sai che ce ne facciamo. Certo, a mio avviso la soluzione dei problemi parte dalla consapevolezza che tutto discende dal rispetto rigoroso dei doveri di cittadini, ma come dicevo non fondo un nuovo soggetto politico, sarei disposto a valutare ciò che l'arena politica, fatto salvo quanto sopra esposto, potrebbe offrire.

mercoledì 22 novembre 2017

ENERGIA. PAGARE DI PIU' PER BENEFICI COMUNI?

ENERGIA. PAGARE DI PIU' PER BENEFICI COMUNI?

Alberto Clò - "ENERGIA E CLIMA- L'ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA"

"... triplice la conclusione che può trarsi da quanto detto. In primo luogo, il valore inestimabile che l'energia ha avuto e ha nello sviluppo  e nel benessere sociale anche nelle componenti non misurabili delle società antiche e di quella moderna, fattore che non esime dall'obbligo di farne l'uso più accorto.
In secondo luogo, la stretta correlazione sempre intervenuta tra il succedersi delle tecnologie -si trattasse dell'avvento della elettricità o dell'ingegneria della combustione interna- e il drastico calo dei prezzi reali dell'energia associato a una migliore qualità dei servizi da essa forniti. In terzo luogo, a partire dalla rivoluzione industriale al crescita è stata massimamente trainata dall'aumento dello stock di capitale consentito da una crescente offerta di servizi energetici a prezzi calanti col ricorso all'impiego delle fonti fossili
L'interrogativo, volgendo lo sguardo al futuro, è se il circuito virtuoso che le passate transizioni avevano consentito possa confermarsi - senza escludere che abbia a migliorare- nel passaggio a nuove tecnologie low-carbon preferito non per una loro maggiore convenienza economica ma per il contribuito che possono fornire alla riduzione delle emissioni inquinanti. Una transizione che potrebbe non comportare come in passato minori costi e migliore qualità dei servizi rispetto a quanto consentito dalle risorse fossili che si vanno a sostituire. I consumatori, in altri termini, potrebbero non avvertire nel breve periodo benefici che andranno invece a vantaggio dell'intera collettività nel lungo periodo, per il miglioramento che ne dovrebbe conseguire sullo stato di salute del Pianeta. Un gioco comunque non a somma zero."

martedì 21 novembre 2017

IT-ENTI "L'infosfera sta progressivamente assorbendo ogni altro spazio"

IT-ENTI _"L'infosfera sta progressivamente assorbendo ogni altro spazio"
Luciano Floridi " LA RIVOLUZIONE DELL'INFORMAZIONE"

Per dirlo in modo enfatico: "L'infosfera sta progressivamente assorbendo ogni altro spazio". In uno scenario futuro sempre più vicino, un numero crescente di soggetti sarà costituito da "IT-enti" (enti che incorporano tecnologia dell'informazione) capaci di apprendere, dare avvertimenti e comunicare tra loro.
Un buon esempio (ma non l'unico) è offerto dai tag RFID (radio frequency identification), che possono immagazzinare e reperire, a distanza, dati da altri oggetti e conferire loro un'identità unica, come un codice a barre. I tag possono misurare 0,4 mm e sono più sottili della carta. E' sufficiente incorporare questo piccolo microchip in qualsiasi oggetto, inclusi esseri umani e animali, per creare IT-enti. Non si tratta di fantascienza. Secondo un rapporto della società di ricerche di mercato IN-Stat, la produzione mondiale di RFID è aumentata di più di venticinque volte tra il 2005 e il 2010 e raggiungerà il numero di 33 miliardi. Immaginiamo di collegare insieme questi 33 miliardi di IT-enti con le centinaia di milioni di computer, lettori DVD, iPod, iPad e altri dispositivi ITC disponibili e ci renderemo conto immediatamente che l'infosfera non è più là ma qui ed è qui per restarci. Le vostre Nike e i vostri iPod possono comunicare tra di loro già da tempo.
Oggi le generazioni meno giovani considerano ancora lo spazio dell'informazione come qualcosa in cui si entra (login) e da cui si esce (logout). la nostra visione del mondo ( la nostra metafisica) è ancora moderna o newtoniana: è costituita da automobili, edifici, mobili, abiti e tanti altri oggetti "morti", non interattivi, che non rispondono e sono incapaci di comunicare, apprendere o memorizzare.
Nelle società avanzate dell'informazione, ciò che oggi sperimentiamo come mondo offline è destinato a diventare un ambiente totalmente interattivo e più capace  di rispondere, costituito da processi informativi A2A (anything to anything), wireless, pervasivi e distribuiti, che operano A4A (anywhere for anytime) in tempo reale. Questo mondo ci inviterà prima, gentilmente, a comprenderlo come qualcosa di a-live (artificialmente vivo). Quindi , in maniera paradossale, tale "animazione" del mondo renderà il nostro sguardo più simile a quello delle culture pretecnologiche che interpretavano ogni aspetto della natura come mosso da forze teleologiche.

venerdì 17 novembre 2017

GUARDIAMO ALLE SITUAZIONI COME SONO IN RAPPORTO A NOI STESSI

GUARDIAMO ALLE SITUAZIONI COME SONO IN RAPPORTO A NOI STESSI

Piero Amerio. "VIVERE INSIEME- Comunità e relazioni nella società globale"

"Nella nostra attività pratica, infatti, noi (individui  e/o gruppi) guardiamo alle situazioni non solo come queste cose sono, ma come sono in rapporto a noi stessi, se utili o dannose, se affrontabili con tranquillità  oppure no, se sicure o pericolose. E' quindi una conoscenza di tipo valutativo ( una valutazione sovente intessuta di emozioni, di preconcetti e pregiudizi, di valori tradizionali assorbiti dall'ambiente di vita) nella quale l'altro occupa un ruolo particolare, dovuto al fatto che pur non essendo me è uno come me: uno cioè che occupa uno spazio non solo fisico ma umano ( cioè sociocognitivo e oggettivo) che del mio spazio viene a costituire una delimitazione, talvolta da ma pienamente riconosciuta e accettata, e talvolta no. Ed è in questo secondo caso che la costruzione reciproca dell'uno con l'altro si sbilancia, perchè lo spazio altrui viene percepito come una limitazione del mio, dando  luogo a varie reazioni che dalla difesa possono andare sino all'offesa, all'inferiorizzazione, all'impossessamento. Sin troppo note sono le operazioni che nel corso della storia umana, ieri come oggi, hanno fatto dell'altro un nemico, un pericolo, un essere da emarginare o sfruttare , al di là di ogni riconoscimento paritario"

RIDURRE LA SINGOLARITA' DELLE PERSONE

RIDURRE LA SINGOLARITA' DELLE PERSONE
Piero Amerio "VIVERE INSIEME- Comunità e relazioni nella società globale"

...un vero e proprio "atteggiamento di rifiuto e di ostilità", suscettibile di attivarsi in azioni concrete dirette a inferiorizzare ed escludere gli altri (individui e gruppi). Un'attivazione che soprattutto può prodursi quando, entrando in rapporto con noi, l'altra categoria viene a costituirsi come un outgroup rispetto al nostro ingroup. In tale situazione, infatti, accanto al meccanismo mentale che tende a restringere le differenze all'interno delle singole categorie (e quindi a ridurre la singolarità delle persone) e ad allargare le differenze tra le categorie ( esaltando quindi le caratteristiche di ciascuna), entra in funzione anche quell'etnocentrismo da tempo noto come al tendenza di un gruppo (tribù, nazione, comunità) a considerarsi al centro di un universo sociale,e a valutare gli altri gruppi in base ai propri valori, alla propria religione, alla propria morale, ai propri usi e costumi...

- due note mie su queste interessanti considerazioni: la prima è che, al netto della triste deriva identitaria e sovranista che sta ammorbando il sentire culturale e politico di buona parte dell'Europa, proprio l'Europa del secondo dopoguerra, a mio avviso, è stata lo spicchio di mondo dove si era più liberi da questo "atteggiamento di rifiuto e di ostilità". Un plus valoriale che forse ha bisogno di correzioni da eccessi, ma che sarebbe un peccato perdere; secondo che essere liberi da queste derive non vuol dire non avere coscienza, consapevolezza e orgoglio delle proprie radici e delle proprie specificità culturali e politiche, bensì far forza sulle proprie caratteristiche, sempre evolvibili, per confrontarsi liberamente con "le altre categorie"

giovedì 16 novembre 2017

CARO DE CATALDO, UN BEL TACER NON FU MAI SCRITTO

CARO DE CATALDO, UN BEL TACER NON FU MAI SCRITTO

Giancarlo De Cataldo sull’approvazione della legge che rende “il canto degli Italiani” (Inno di Mameli) “INNO NAZIONALE”, scrive (su la Repubblica):

“In altri contesti, all’originale “siam pronti alla morte” si sostituisce un “ siam pronti alla vita” che dovrebbe trasmettere un messaggio ottimistico e rassicurante. Come quando nel finale di Cappuccetto Rosso il lupo cattivo diventa vegano o quello che ti sta licenziando ti dice sorridendo <considerala un’opportunità>”

Che dire? Solo: caro De Cataldo, “un bel tacer non fu mai scritto”. E’ sempre un rischio discettare pomposamente di questioni che non si conoscono bene o che non si sono capite. La brutta figura è sempre in agguato.

lunedì 13 novembre 2017

UNA MACCHIA INDELEBILE (E PER LO PIU' NASCOSTA)

UNA MACCHIA INDELEBILE (E PER LO PIU' NASCOSTA)

Non ho mai letto molto della avventura coloniale in Etiopia condotta dallo Stato fascista. Anche se si tende a parlarne molto poco, e meno a fare i conti con quel periodo (con la scusa che è colpa del fascismo), qualcosa conoscevo. Ma la letture di questo libro: "IN TERRA D'AFRICA. GLI ITALIANI CHE COLONIZZARONO L'IMPERO", di Emanuele Ertola lascia una amara sensazione che non si possa addebitare unicamente al fascismo le brutture di cui si macchiò la nostra nazione, intesa come popolo e non solo come vertici statuali.

Forse un approfondimento di storiografia sullo stile della "nouvelle histoire" francese negli anni scolastici su queste vicende aiuterebbe a conoscere meglio e a conoscerci meglio. Se già lo si fa, in attesa di vederne gli effetti, bene.

Copio un piccolo e breve paragrafo di questo libro, che merita di essere letto, perchè l'ho trovato, in modo involontariamente ironico, estremamente adeguato all'Italia di oggi e a noi italiani di oggi

"OPINIONE POPOLARE NELL'IMPERO

Abbiamo visto come la partecipazione diretta alle iniziative del partito fascista non comportasse automaticamente la totale adesione politica dei coloni a quest'ultimo, e, anzi, andando oltre i proclami ufficiali dei vari megafoni di regime, si inizia ad intravedere una situazione ben più sfaccettata. Scavare più a fondo implica innanzitutto, come già accennato, un superamento della dicotomia consenso/dissenso che, troppo netta, non lascia spazio alla zona grigia fatta di atteggiamento ambivalenti che variano nel tempo, influenzati dall'esperienza quotidiana: quella che Corner definisce "reazione mista" della popolazione italiana, ben disposta verso alcuni aspetti del fascismo, sensibile a determinate promesse e consapevole di avere opportunità di benefici solo all'interno del regime, ed allo stesso tempo aspramente ostile -soprattutto in alcune contingenze - alle gerarchie locali"
( la Casta??? mia domanda)

mercoledì 8 novembre 2017

E' PROPRIO COSI'!

E' PROPRIO COSI'!

Scrive oggi Calabresi su "la Repubblica"

Stiamo assistendo ad uno spettacolo che non conquista i cuori e nemmeno le menti, ma spinge l'elettorato progressista verso l'astensione e il disgusto.

E' proprio così, senza dubbio alcuno.

giovedì 2 novembre 2017

FRANCESCO: LE PERSONE HANNO VOLTI

FRANCESCO: LE PERSONE HANNO VOLTI

Devo ringraziare Scalfari per averne fatto motivo di un articolo su Repubblica, altrimenti questo discorso di Papa Francesco alla conferenza "(Re)thinking Europe" mi sarebbe sfuggito.
Invece incuriosito sono andato sul sito della Santa Sede dove facilmente ho potuto scaricare e leggere con piacere emotivo e intellettuale queste poche ma dense pagine.
Voglio solo trascrivere un breve paragrafo, tra i più significativi (che riprende con un filo rosso mai interrotto i concetti della Laudato Si')

"Il primo,e forse più grande, contributo che i cristiani (intervengo con una mia nota: l'umanesimo di J.M.Bergoglio lo rende interprete universale, quindi aggiungo: non solo dei cristiani) possono portare all'Europa di oggi è ricordarle che essa non è una raccolta di numeri o di istituzioni, ma è fatta di persone. Purtroppo, si nota come spesso qualunque dibattito si riduca facilmente ad una discussione di cifre. Non ci sono i cittadini, ci sono i voti. Non ci sono i migranti, ci sono le quote. Non ci sono i lavoratori, ci sono gli indicatori economici. Non ci sono i poveri, ci sono le soglie di povertà. Il concreto della persona umana è così ridotto ad un principio astratto, più comodo e tranquillizzante. Se ne comprende la ragione: le persone hanno  volti, ci obbligano ad una responsabilità reale, fattiva, "personale"; le cifre ci occupano con ragionamenti, anche utili ed importanti, ma rimarranno sempre senz'anima. Ci offrono l'alibi di un disimpegno, perché non ci toccano mai nella carne."

ENRICO BERLINGUER

ENRICO BERLINGUER
Leggo questa annotazione, per me inedita, nel bel libro di Pierpaolo Farina su Enrico Berlinguer: "CASA PER CASA, STRADA PER STRADA".
Non posso dire che mi stupisca, per la mia stima verso Enrico Berlinguer e per la mia considerazione dei suoi avversari politici, però devo dire che è una conferma che mi riempie di un nostalgico piacere.
"Eppure, nonostante i fischi, la guerra inaugurata all’interno del partito e le avversità storiche del momento, Enrico Berlinguer non arretrò mai di un centimetro rispetto alle proprie posizioni di coerenza e intransigenza morale e ideale. E a riprova della sua onestà personale, a parte gli innumerevoli episodi di vita quotidiana raccontati da chi gli è stato accanto per anni, c’è un fatto ben preciso, che molti omettono di ricordare quando affrontano l’argomento: Bettino Craxi fece spiare dal SISDE Enrico Berlinguer. Non era l’unico, per carità, era in buona compagnia con CIA e KGB che lo vedevano come il fumo negli occhi. Eppure, come riportarono il 6 ottobre 1995 i giornalisti Piero Colaprico e Luca Fazzo su la Repubblica,8 «il segretario del Partito comunista morto nel 1984 era “ascoltato” e pedinato. I suoi spostamenti – come gli incontri con compagni di partito e leader politici – erano addirittura fotografati e filmati. “Clienti fissi” degli spioni di casa nostra anche i più stretti collaboratori di Berlinguer, Ugo Pecchioli, Antonio Tatò, Adalberto Minucci. È la più clamorosa delle sorprese riservate dalla perquisizione nello studio di via Boezio di Bettino Craxi. Si dovrà ora chiarire perché quei dossier – migliaia, pare – fossero rubricati con cura nell’archivio del già leader socialista e presidente del Consiglio». Il perché non fu mai chiarito, nemmeno dal diretto interessato. Una cosa è certa: di quei dossier il leader socialista non se ne poté mai fare nulla. Se fosse emersa anche la più piccola irregolarità a carico di Berlinguer, la stampa, tutta, gli avrebbe dato addosso, con il gusto diabolico tipico di chi non aspetta altro per dare il via a quella che in tempi recenti è stata definita “la macchina del fango”. Lo avrebbero demolito, fatto a pezzi: nessuno, in vita, ci riuscì."

martedì 17 ottobre 2017

E SE I LOMBARDI SI SCOCCIASSERO DELLA INVADENTE CAMPAGNA DI MARONI?

E SE I LOMBARDI SI SCOCCIASSERO DELLA INVADENTE CAMPAGNA DI MARONI?
Mi chiedo se la rutilante campagna pubblicitaria svolta dalla Regione (perchè bisogna essere chiari, chi ha speso i soldi per la campagna è l'Istituzione Regione, non i Partiti che sostengono la maggioranza che governa, che probabilmente non hanno speso un euro) non possa risultare un po' fastidiosa alla fine per un popolo pragmatico e orgoglioso come quello lombardo.
E' una domanda che esula dal quesito che vuole lisciare il pelo ai lombardi con un quesito surrettizio e inutile. Anzi proprio perchè inutile, potrebbe alla fine far sorgere il sospetto ai lombardi che ci sia sotto sotto (ma in realtà piuttosto evidente) una presa in giro. Sospetto rafforzato dalla spregiudicata campagna di comunicazione che, con un eccesso di sicumera e un filo di mancanza di considerazione della capacità di discernimento degli elettori, ha utilizzato troppe informazioni poco precise (è un ironico eufemismo per chi non lo avesse capito) e troppa prepotenza nell'usare soldi pubblici per un interesse di parte. Insomma, i lombardi, anche quelli che sostengono l'apertura di una trattativa con lo Stato per una maggiore autonomia, potrebbero lanciare un messaggio a Maroni & C, astenendosi in massa dal voto, tipo: “suvvia Presidente, non ci prenda in giro, ha il mandato popolare per fare ciò che chiede (surrettiziamente e inutilmente) di dirle di fare. Se ha le capacità, governi e agisca, non ci getti fumo negli occhi con operazioni di distrazione di massa.”

domenica 15 ottobre 2017

ESSERE ORGOGLIOSI DI ESSERE EUROPEI

Quando scrivo ESSERE ORGOGLIOSI DI ESSERE EUROPEI non credo di essere cieco di fronte a ciò che, nella storia e nelle relazioni con popoli di altri continenti, noi europei abbiamo fatto. Però ho anche riflettuto sulla lezione di Ferguson. E credo che un razionale, lucido, laico orgoglio di ciò che ha rappresentato, ancora rappresenta e potrebbe in un auspicabile futuro rappresentare l'Europa, possa essere causa di benessere per tutti.
Trascrivo alcune frasi, spero non troppo scollegate, che ho trovato sull'ultimo libro di ENRICO LETTA " Contro venti e maree. Idee sull'Europa e sull'Italia"

"Noi europei dobbiamo riflettere su ciò che siamo, ciò che rappresentiamo nel mondo e ciò che trasmettiamo, con una sguardo più positivo. I diritti dell'uomo nascono dai nostri valori. Si possono denunciare le nostre carenze nel farli applicare con coerenza, come la crisi dei migranti ha dimostrato. La nostra difficoltà, invece, sta nel non dare al mondo la caricatura di noi stessi nella difesa dei diritti umani
(...) Giuste condizioni di detenzione fanno parte dei diritti che ci stanno a cuore in Europa, come anche l'abolizione della pena di morte. La pena capitale è proscritta ovunque nelle UE, e la sua abolizione è una condizione per entrare a farne parte. (...) Un altro valore nostro: teniamo fortemente alla democrazia, malgrado i nostri limiti e le nostre mancanze. Il nostro impegno, anche qui, non è vano. (...) Siamo anche coloro che oggi riconoscono e fanno rispettare la parità tra uomini e donne. E' un grande principio, che tuttavia non è scontato nel mondo e che continua ad alimentare i dibattiti nelle nostre società .. Nel mondo del lavoro la parità di retribuzione è tutt'altro che effettiva. Eppure, senza riuscire da essere pienamente realizzato, il principio di parità tra uomini e donne viene comunemente riconosciuto in Europa. Così come i diritti e le libertà degli omosessuali. In mezzo mondo non è così. Un altro valore è la protezione dell'ambiente e del patrimonio....La protezione di questo valore è così importante da farci accettare il costo che ne deriva, perché costringe l'industria, regolamenta l'urbanistica e il nostro habitat. (...) Un altro valore europeo fondamentale è il nostro diritto del lavoro. ... la tutela del lavoratore europeo è incomparabilmente elevata rispetto a quanto capita normalmente nei continenti asiatico, africano o in Medio Oriente. Un altro valore costitutivo dell'Europa è la laicità. La religione svolge un ruolo essenziale nella vita dei popoli, all'interno della società, ma le Chiese e lo Stato sono separate. Dobbiamo essere forti, per far rispettare la laicità dei nostri paesi, ma anche per farla valere nel resto del mondo.

sabato 14 ottobre 2017

REFERENDUM PER MARONI. NON ANDRO' A VOTARE

REFERENDUM PER MARONI. NON ANDRO' A VOTARE
Una delle critiche rivolte da chi, come me, respinge il referendum della Lega di Maroni è indirizzata alle spese per lo svolgimento.
Io la vedo così.
La politica ha un costo che se produce benefici è un investimento. Certamente si può discutere sulla cifra in assoluto spesa, può essere alta o bassa, si può spendere di più o di meno gestendo una organizzazione.
A mio avviso la critica non è solo per la cifra in senso assoluto, ma è relativa alla motivazione e all'esito.
Due sono i punti per me negativi, che giustificano la critica e la scelta di non essere corresponsabile di questa brutta pagina della politica lombarda partecipando al voto
1. è una spesa assolutamente inutile relativamente allo scopo dichiarato, bensì molto utile (e tesa a scaricare sulla collettività il costo cercando di ottimizzare privatamente i benefici) per il motivo nascosto (per quanto ormai reso palese grazie agli oppositori), ovvero l'inizio della campagna elettorale di Maroni che così può evitare di parlare di Giappone (e consentire al suo avvocato di guarire)  Pedemontana e altri gioielli;
2. l'utilizzo distorto della campagna comunicativa. In modo surrettizio la Regione (intesa non come organizzazione dello stato rappresentate i Lombardi, bensì come organismo a disposizione degli interessi  di coloro che pro-tempore ne hanno la responsabilità di governo) finge di informare sull'esistenza del referendum, in realtà in modo abbastanza grezzo da dimostrare anche una certa sicumera e noncuranza della opinione pubblica, ma in realtà attua una comunicazione assolutamente di parte, usando anche Comuni, Sindaci e Consiglieri Comunali - la Consigliera Comunale di Trezzo che distribuiva a una serata "informativa", di "dibattito", il fascicoletto pubblicitario pro-referendum è una esempio palese. A me sembra che i Partiti che sostengono il Sì al referendum (e la partecipazione al voto) non si sentano nella necessità di investire risorse per sostenere il voto. Credo che sia una evidente dimostrazione che c'è chi paga per loro, cioè tutti noi Lombardi.

venerdì 13 ottobre 2017

IL NAZIONALISMO COME RISPOSTA ALLA PAURA FA L'EFFETTO PLACEBO

IL NAZIONALISMO COME RISPOSTA ALLA PAURA FA L'EFFETTO PLACEBO
Più in generale, la crescita del nazionalismo in Europa entra in contraddizione con la vita molto connessa che facciamo oggi. (...)In quattro generazioni, si è attuato un allargamento legato alla mobilità e alla connettività, che hanno conquistato le nostre vite. Di fronte a questa tendenza, il nazionalismo come risposta alla paura fa l'effetto placebo. Si ritorcerà contro coloro che lo promuovono. Se pensano di poter risolvere un problema di fondo con un'unica disposta nazionale, i politici fanno finta di decidere senza influire sul vero processo, che si trova sul piano dell'interconnettività, cioè a livello europeo, internazionale
Enrico Letta: "CONTRO VENTI E MAREE. idee sull'Europa e sull'Italia"

domenica 24 settembre 2017

ABRAHAM YEHOSHUA DEL 1999 LETTO OGGI, DOPO LA SERATA A "MOLTE FEDI"

ABRAHAM YEHOSHUA DEL 1999 LETTO OGGI, DOPO LA SERATA A "MOLTE FEDI"

Dopo aver ascoltato Abraham Yehoshua alla serata a Bergamo nel ciclo MOLTE FEDI, mi sono precipitato ad ordinare in biblioteca alcuni suoi libri.

Il primo letto è una intervista rilasciata a Matteo Bellinelli intitolata IL CUORE DEL MONDO.

Ho trovato alcune conferme di ciò che ho sentito da lui a Bergamo ma anche un tono diverso, ottimista e pieno di fiducia nel 1999, estremamente pessimista, su Israele e sul futuro, l'altra sera.

Copio alcuni stralci dal libro:

sul percorso di pace ( o di guerra) con i Palestinesi e la questione della Terra:


diceva Yehoshua nel 1999 rispondendo a una domanda: " Ora ci sono circa 100.000 israeliani che vivono in territori palestinese. Se vogliono restarci, dovranno accettare di essere una minoranza ebraica in uno stato palestinese, così come da noi in Israele vivono un milione di arabi: i cosiddetti coloni possono benissimo costituire una minoranza ebraica in uno stato palestinese. Dovranno abituarsi all'idea, al fatto che saranno ebrei che vivono tra i palestinesi, e pagheranno le loro tasse ai palestinesi"

sulla laicità dello Stato Israeliano

Sempre nel 1999 esprimeva concetti molto più di fiduciosi sul futuro di quanto invece ha detto nella serata a Bergamo all'appuntamento di #MolteFedi (molto pessimista e preoccupato): " Il problema della religione e dei fanatismi religiosi esisterà sempre: è un problema strutturale del nostro popolo. Ma ce la caveremo. Ci saranno discussioni, si arriverà a un compromesso: la maggioranza degli israeliani è ancora laica. E quando la pace finalmente sarà stata raggiunta, la maggioranza laica saprà vincere la sfida religiosa. Sono sicuro che il nostro paese, che ha saputo tenere in vita la propria democrazia per 50 anni, continuerà ad essere una democrazia e non diventerà uno stato religioso".


sul rapporto tra gli stati del sud dell'Europa e i co-litoranei del Mediterraneo


Queste parole sono in linea con l'appello lanciato all'Italia nell'incontro nell'ambito di #MolteFedi: " Credo che l'Europa - penso soprattutto alla Grecia, all'Italia, alla Francia, alla Spagna - dovrebbe prestare maggiore attenzione al suo sud: a tutto il sud del Mediterraneo. E noi siamo fortemente mediterranei: siamo occidentali nelle nostre idee, e orientali nella nostra composizione. Per questo possiamo essere di grande aiuto all'Europa."

sabato 23 settembre 2017

LA MODERNITA' E' UN PATTO: RINUNCIARE AL SIGNIFICATO IN CAMBIO DEL POTERE

Yuval Noah Harari. "HOMO DEUS. BREVE STORIA DEL FUTURO"
Homo Sapiens dà un senso al mondo

IL MODERNO PATTO DI ALLEANZA

"La modernità è un patto... molto semplice, e il contratto può essere riassunto in una sola frase: gli esseri umani accettano di rinunciare al significato in cambio del potere.
Dino all'età moderna, molte culture condividevano l'idea che gli uomini avessero un ruolo in un grandioso progetto cosmico, concepito da divinità onnipotenti o governato dalle leggi eterne della natura, e per questo motivo immodificabile. Tale progetto conferiva significato all'esistenza, ma allo stesso tempo stabiliva alcuni limiti al potere degli uomini, che erano paragonabili a un gruppo di attori su un palcoscenico: il copione attribuiva un valore a ogni loro parola, lacrima o gesto, ma al contempo vincolava l'interpretazione in maniera ferrea. (...) Gli uomini premoderni rinunciavano al proprio arbitrio ma credevano che in questo modo le loro vite acquisissero un senso maggiore (...) La cultura moderna rigetta tale fede in un grande piano cosmico. Non siamo attori in una messa in scena che ci sovrasta. La nostra vita non ha copioni, drammaturghi, registi o impresari -e non ha un senso. Per quanto le nostre conoscenze scientifiche ci permettono di affermare, l'universo è un processo cieco e e senza scopo, colmo di strepito e furore, ma che non significa nulla. (...) Ci possono accadere cose terribili, e nessuno interverrà a salvarci o a dare un senso alle nostre sofferenze. Non ci sarà un lieto fine o una conclusione infausta - perchè una conclusione non c'è.  Le cose, semplicemente, accadono, una dopo l'altra. Il mondo moderno non crede nello scopo, credo solo nella casualità. Se la modernità ha un motto, è questo: " è così che vanno le cose".(...) Così il nuovo patto offre agli esseri umani una tentazione straordinaria, abbinata a una minaccia colossale. L'onnipotenza è di fronte a noi, quasi alla nostra portata, ma sotto i nostri piedi si spalanca l'abisso della completa insignificanza. In pratica la vita moderna consiste in un'incessante ricerca del potere  dentro un universo svuotato di senso.

lunedì 11 settembre 2017

SI E' MANCATO GRAVEMENTE L'OBIETTIVO

SI E' MANCATO GRAVEMENTE L'OBIETTIVO
(che non vuol dire "invece di", bensì "anche", tanto per bloccare inutili polemiche)
-lettera scritta da Avvenire da suor Eugenia Bonetti

https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/ignorati-stupri

(la trascrivo tutta sfidando la riproduzione riservata perchè ogni parola è importante)

il testo della lettera

Caro direttore,
vorrei far giungere a lei, ai suoi colleghi e a tutti gli amici lettori di "Avvenire" una breve riflessione che ho elaborato in questi giorni circa un recente, drammatico avvenimento che come donna mi ha fatto riflettere molto, ma mi ha anche indignata. Scrivo di getto e quasi di corsa, e perciò chiedo perdono per la forma di questo scritto. Ma temo che le mie parole, altrimenti, diventino troppo vecchie.

Mi ha molto colpito come su giornali e tv si sono succedute notizie e informazioni, e si sono accumulati commenti, sullo stupro di branco compiuto a Rimini, dove la notte del 25 agosto una coppia di fidanzati polacchi e una persona transessuale sono stati rapinati e violentati sulla spiaggia della famosa località turistica. Ciò che mi ha maggiormente ferita e indignata è stato il fatto che nelle ultime cinque trasmissioni del telegiornale delle ore 20 il caso e i suoi sviluppi sono stati la prima notizia. Ogni volta, per oltre cinque minuti d’orologio, in tantissimi abbiamo visto ripetersi scene, luoghi, persone e altri dettagli di quel vergognoso stupro di branco, a cominciare dal fatto che gli stupratori erano tutti stranieri e alcuni di loro persino minorenni. Se si voleva far passare ai telespettatori un messaggio orientato alla paura del diverso, dello straniero, del rifugiato, temo che ci sia proprio riusciti. Se si voleva far aprire gli occhi sulle violenze sessuali che accadono ogni notte (e non solo di notte) anche nella nostra Italia, si è mancato gravemente l’obiettivo.

Ieri sera, insomma, dopo l’ennesimo, lungo servizio televisivo, sono stata travolta da un’onda di delusione e di amarezza e da un senso di ribellione. È stato davvero doloroso e insopportabile constatare quanta povertà e superficialità è stata messa in campo dai mezzi di comunicazione, e in più di un caso quale volontà di indottrinamento. E ho incominciato a fare paragoni tra quel terribile e straordinario misfatto e i tanti invece ordinari e altrettanto terribili misfatti che ogni notte avvengono sulle nostre strade con ragazzine straniere che subiscono stupri "a pagamento" da "clienti", magari benpensanti, ai quali nessuno sta chiedendo conto delle loro azioni... Come mai questo non fa mai notizia e non suscita scalpore? Come mai anche noi italiani, e soprattutto noi donne, non ci scomponiamo affatto nel vedere le tante ragazzine, anche minorenni, che ogni notte vengono comprate e vendute, schiavizzate e violentate da cinici sfruttatori e da migliaia e migliaia di "clienti"? Chi pensa a loro? Chi si preoccupa di denunciare le migliaia di stupri sistematici e organizzati che avvengono nelle nostre città, non lontano dalle nostre case, nell’indifferenza di chi vede e passa oltre, proprio come nella parabola del buon samaritano?

Sono una suora della Consolata, e nella mia lunga vita missionaria, esattamente dal 1993, dopo 24 anni di servizio in Kenya, mi sono trovata a vivere una nuova forma di missione nel mio stesso Paese, così spesso per la sua grande storia definito "cristiano" e "cattolico", a contatto con migliaia di ragazzine straniere, particolarmente nigeriane che vengono costrette a mettere in vendita il loro giovane corpo per soddisfare l’ingordigia di soldi dei trafficanti e le voglie e la povertà morale di "clienti" in stragrande maggioranza italiani, e al 90% battezzati, molte volte con moglie e figli. Quali valori si vivono e si propongono, oggi, in questa nostra società che consuma tutto, e tutto, anche le donne, riduce all’usa e getta?

Ricordo, caro direttore, una ragazzina assai minuta di 19 anni che un giorno, parlandomi della sua storia, mi disse: «Sister, ma tu sai che in una notte io ho avuto 13 clienti...». Ne fui scossa e le chiesi come fosse stato possibile. Lei mi rispose: «Ero richiesta e usata perché ero molto piccola e giovane e ai clienti piacciono le minorenni…».


Già, perché si spera che le persone più giovani non abbiano e non trasmettano malattie sessuali… Già, anche se quelle ragazzine potrebbero benissimo essere le figlie di tanti di loro... Che squallore! In una notte, quella giovanissima, piccola donna ha subìto 13 stupri, e chi se ne è accorto? Chi ha denunciato tale crimine? Chi ha visto il 'branco' in azione e l’ha fermato, chi ha portato il misfatto sulle prime pagine dei giornali e nei titoli di testa dei tg? Il mio augurio, caro direttore, a chi opera nei mezzi di comunicazione è che possa lavorare per far emergere sempre e solo il coraggio della verità.

lunedì 4 settembre 2017

MEMETICA

Yuval Noah Harari ( Da animali a déi. Breve storia dell'umanità) è un grande "provocatore". Con sagacia e ironia - e una certa supponenza un po' snob di chi riesce a raziocinare con distacco irriverente sulle umane credenze e utopie, dilettandosi in sapide dissacrazioni -  lancia provocazioni che stimolano a riflettere e a vedere le cose anche da una diversa angolazione. 
Ecco per esempio la MEMETICA

"Un numero sempre maggiore di studiosi considerano le culture come infezioni o parassiti della mente, dove gli umani agiscono da inconsapevoli ospiti. I parassiti organici, come i virus, vivono all'interno del corpo ospite. Si moltiplicano e si diffondono da un corpo ospite all'altro alimentandosi dei loro ospiti, indebolendoli e talvolta uccidendoli. Fintantoché gli ospiti vivono abbastanza a lungo da trasmettere il parassita, a questo interessa poco come stia il suo ospite. Le idee cultuali vivono nella mente degli umani proprio in questa maniera.  Esse si moltiplicano e si propagano da un ospite a un altro, talvolta indebolendo gli ospiti, talaltra uccidendoli. Un'idea culturale - come il credere al paradiso cristiano che sta sopra le nuvole o a quello comunista qui sulla Terra - ha la capacità di costringere un umano a dedicare  la propria vita a diffondere quell'idea, magari anche a costo della morte. Gli umani muoiono, ma le idee si diffondono. Secondo questo approccio, le culture non sono cospirazioni ordite da alcuni allo scopo di trarre profitto dagli altri (come i marxisti tendono a pensare). Piuttosto sono parassiti mentali che sorgono accidentalmente, e che poi traggono profitto da tutti quelli che hanno infettato.
Questo approccio viene chiamato talvolta col terminE di MEMETICA.
La memetica presume che, come l'evoluzione organica si basa sulla replicazione delle unità di informazione organica chiamate "geni", così l'evoluzione culturale si basa sulla replicazione delle unità di informazione culturale chiamate "memi". Le culture vincenti sono quelle che eccellono nella riproduzione dei loro memi senza badare a costi e benefici per gli ospiti umani
La maggior parte degli studiosi delle discipline umanistiche disprezzano la memetica, vedendo in essa un tentativo dilettantesco di spiegare i processi culturali attraverso rozze analogie con la biologia. Ma ..."

venerdì 1 settembre 2017

STUPRO E STIGMA. LA DOPPIA PUNIZIONE

Ho ascoltato questa mattina la replica del bel programma di #GiampaoloMusumeci #Nessunluogoèlontano
La tematica affrontata nel programma è stata l'utilizzo dello #stupro (massimamente verso le donne anche in tenera età) come arma di distruzione (fisica e psicologica) del nemico.
Particolarmente utilizzato, secondo la trasmissione- fino a che ho potuto sentirla - in Africa (noi Europei ricordiamo recentemente la Guerra Civile Jugoslava).
Ovviamente la trasmissione era cruda e precisa.
Questo è il link perchè merita di essere ascoltata, troppe parole servirebbero per riassumerla probabilmente anche male.
http://www.radio24.ilsole24ore.com/programma/luogo-lontano/trasmissione-agosto-2017-170200-gSLAhUV2PC

Invito solo a cercare in internet chi sia il dottor Denis Mukwege e quale sia la sua opera.

Una cosa mi ha colpito tra le molte atroci sentite, lo copio dalle righe di presentazione che si trovano sulla pagina della trasmissione:Chi lo subisce spesso rimane marchiato a vita, allontanato dalla propria famiglia. La vittima è sempre reputato colpevole di ciò che ha subito e rimane solo.
Subito mi è venuto in mente un capoverso del libro di Juval Noah Harari che sto leggendo (DA ANIMALI A DEI- BREVE STORIA DELL'UMANITA')
Lo trascrivo:

"Dato che l'ordine sociale dei Sapiens è frutto di immaginazione, gli umani non possono preservare le informazioni cruciali per mandare avanti quell'ordine facendo semplicemente repliche del DNA e passandole di generazione in generazione. Per sostenere le leggi, i costumi, le procedure e i modelli di comportamento occorre che si faccia uno sforzo consapevole, altrimenti l'ordine sociale crollerebbe alla svelta".

O cambierebbe.

Ecco, penso. Per mantenere questi costumi, per cui la vittima di stupro è "stigmatizzata", occorre uno sforzo consapevole. Occorre volerlo. Non è nel DNA di un popolo, di una cultura, di una nazione. E quindi non è ammissibile "accettare" come "insito" nella cultura popolare (forse più in Africa ma non sconosciuta a tutte le latitudini) questo comportamento e non porsi l'obiettivo di uno sforzo culturale per cambiarlo. Forse già lo si tenta, ma la condanna di questi comportamenti - oltre ovviamente a una feroce guerra contro coloro che usano lo stupro come arma contro i più fragili e i più deboli - a mio avviso dovrebbe essere netta.

giovedì 31 agosto 2017

SUL BANCO DEGLI IMPUTATI.

Yuval Noah HARARI "DA ANIMALI A DEI"

SUL BANCO DEGLI IMPUTATI. 

Il viaggio dei primi umani in Australia rappresenta uno degli eventi più importanti della storia, importante almeno quanto quello di Colombo in America o della spedizione Apollo 11 sulla Luna. Fu la prima volta in assoluto in cui gli umani riuscirono a lasciare l'ecosistema afroasiatico - e anche la prima volta che un qualsiasi grande mammifero terrestre riuscì a passare dal blocco afroasiatico all'Australia. Ma ancora di maggior importanza fu ciò che i pionieri umani fecero in questo nuovo mondo.
(...)
nel giro di poche migliaia di anni, praticamente scomparvero tutti questi giganti (animali). Delle ventiquattro specie australiane di animali oltre i cinquanta chili di peso, ventitré si estinsero. Scomparvero anche numerose specie di taglia minore.
(...)
...estinzioni di massa simili a quella australiana ricorsero diverse volte nei millenni successivi, ogni volta che si verificavano nuovi insediamenti in terre in precedenza mai abitate da umani. In questi casi la colpa dei Sapiens è fuori discussione
(...)
Se l'estinzione australiana fosse un evento isolato, potremmo forse accordare agli umani il beneficio del dubbio. Mala testimonianza storica fa comparire l'Homo Sapiens come un serial killer ecologico.
(...)
L'estinzione della megafauna australiana costituì probabilmente il primo marchio significativo lasciato dall'Homo Sapiens sul nostro pianeta. Fu seguito da un disastro ecologico ancora più grande, questa volta in America.
(...)
La colonizzazione dell'America da parte dei Sapiens fu tutt'altro che incruenta e si lasciò dietro una lunga scia di vittime. La fauna americana di quattordicimila anni fa era assai più ricca di quanto non lo sia oggi.
(...)
le Americhe furono un grande laboratorio di sperimentazione evoluzionistica, un posto dove animali e piante sconosciuti in Africa e Asia si erano sviluppati e avevano prosperato magnificamente.
Ma poi finì. Nel giro di duemila anni dall'arrivo dei Sapiens, moltissime di queste specie uniche si estinsero. Secondo le stime correnti, in quell'intervallo di tempo relativamente breve, il Nord America perse trentaquattro dei suoi quarantasette generi di grandi mammiferi. Il Sud America ne perse cinquanta dei suoi sessanta.
(...)
Se mettiamo insieme le estinzioni di massa avvenute in Australia e in America, aggiungiamo le estinzioni in scala minore (come quelle di altre specie umane) che ebbero luogo con la propagazione dell'Homo Sapiens sulle terre afroasiatiche e quelle che intervennero quando gli antichi cacciatori-raccoglitori si insediarono in isole remote quali Cuba, la conclusione inevitabile è che la prima ondata della colonizzazione dei Sapiens fu uno dei più grandi e più rapidi disastri ecologici che siano capitati al regno animale
(...)
In proporzioni molto più piccole, questa tragedia ecologica fu rimessa in scena innumerevoli volte dopo l'avvento della Rivoluzione agricola.
(...)
Non credete agli ecologisti che abbracciano gli alberi, secondo i quali i nostri antenati vivevano in armonia con la natura. Molto tempo prima della Rivoluzione industriale, l'Homo sapiens conquistò il record, fra tutti gli organismi, di chi portò all'estinzione la maggior parte delle specie vegetali e animali. Noi possediamo la poco simpatica distinzione di essere la specie più ferale che esista negli annali della biologia.
Forse, se più persone si fossero rese conto di cosa era accaduto nella prima ondata d'estinzione e poi nella seconda, ora sarebbero meno disinvolte circa la terza ondata cui partecipano. Se noi ci rendessimo conto di quante specie abbiamo già sradicato, potremmo essere più motivati a proteggere quelle che ancora sopravvivono. Questo vale in particolar modo per in grandi animali degli oceani.

Gli stralci che propongo tradiscono un po' il discorrere sapido, arguto, ironico e irriverente di Harari. Non posso far altro che invitare alla lettura del libro. Spero che i numerosi tagli, doverosi per non copiare un buon numero di pagine, non sminuiscano troppo l'acuto, interessante e intrigante argomentare.

mercoledì 30 agosto 2017

COLONIALISMO E PENETRAZIONE DELL'ISLAM IN AFRICA

da LIMES  12/2015. AFRICA IL NOSTRO FUTURO
Saggio di Gerardo Fortuna
"Se con il califfato di Sokoto si è avuta per l'Islam quella penetrazione territoriale che resiste ancora oggi, è stato il colonialismo a giocare un ruolo fondamentale per l'affermazione del culto islamico nella regione. Secondo Mervyn Hiskett, in meno di un secolo d'occupazione coloniale l'Islam si sarebbe diffuso in Africa occidentale più di quanto avesse fatto nei nove secoli precedenti. Nel califfato di Sokoto i musulmani erano stimati in circa il 50% della popolazione all'inizio del colonialismo; nel 1952, secondo il censimento ufficiale erano arrivato al 73%.
Tra i motivi dell'esplosione di conversioni può essere annoverato un certo favore con cui l'autorità coloniale vedeva le tradizioni dei musulmani. In particolare, gli inglesi preferirono adottare la legge islamica perché di più facile comprensione e applicazione per gli ufficiali coloniali, che quindi iniziarono a relazionarsi in modo quasi esclusivo coni quadri musulmani, cooptando inoltre le milizie islamiche nelle truppe coloniali regolari. Ma ebbero un ruolo importante anche l'introduzione di moderni strumenti di comunicazione che aiutarono la diffusione del Corano, e non da ultimo, un certo pregiudizio dei locali verso il Cristianesimo, visto come la religione dell'occupante bianco."

lunedì 28 agosto 2017

LA DIFFICOLTA' STA NEL CONVINCERE TUTTI GLI ALTRI A CREDERCI.

Yuval Noah Harari " Breve Storia dell'Umanità"
LA DIFFICOLTA' STA NEL CONVINCERE TUTTI GLI ALTRI A CREDERCI

Raccontare finzioni che funzionino non è facile. La difficoltà non sta nel raccontare la storia, ma nel convincere tutti gli altri a crederci. Gran parte della storia gira intorno a questa domanda: come si fa a convincere milioni di persone a credere a storie tanto particolari circa gli dèi, le nazioni o le società a responsabilità limitata? Però quando succede, ciò conferisce ai Sapiens (Homo Sapiens) un immenso potere, poiché fa sì che milioni di estranei cooperino e agiscano in direzione di obiettivi comuni. Si provi solo a immaginare quanto sarebbe stato difficile creare stati, Chiese o sistemi giuridici, se noi potessimo parlare soltanto delle cose che esistono veramente, come fiumi, alberi e leoni.

mercoledì 19 luglio 2017

OCCASIONE DA NON PERDERE (POTENDO)

Questa proprio è l'occasione per una bella serata che meriterebbe di non essere persa, potendo.
A Lallio, alla cascina ELAV 
https://www.cascinaelav.com/rassegne/letture-in-stalla
Giovedì 27 Luglio, alle 21.00 (portatevi un ventaglio se la sera è calda)

domenica 16 luglio 2017

LA DERIVA DITTATORIALE DI ERDOGAN - UNA CAUSA (MA VISEGRAD?)

LA DERIVA DITTATORIALE DI ERDOGAN - UNA CAUSA (MA VISEGRAD?)

Ad un anno dal tentato golpe in Turchia e dalla repressione (approfittando ben oltre i colpevoli del tentato golpe per comprimere la democrazia) scatenata da Erdogan, Antonio Ferrari pubblica un commento sul Corriere della Sera che termina con questa frase.
"La deriva dittatoriale di Erdogan ha raggiunto livelli pericolosissimi. Noi europei abbiamo però una grave colpa. Se avessimo accettato il Paese nella UE, probabilmente avremmo impedito, con le nostre istituzioni, l'avanzata degli estremisti e l'arroganza del regime. Invece in Turchia si disegna uno scenario assai opaco, quasi fosco".
E' una riflessione che condividerei in pieno se non avessimo in Europa l'Ungheria di Orban e gli stati che vi gravitano attorno riuniti nel gruppo di Visegrad. Abilissimi nel prendere i soldi Europei, respingendo qualsiasi altro valore e impegno.
La storia non si fa con i Se, Ferrari ha molte ragioni ma l'evoluzione delle vicende sgretola la correttezza teorica del suo ragionamento

venerdì 14 luglio 2017

CHI E' PIù FORTE FA QUELLO CHE PUO'

Ho iniziato a leggere il libro di un greco, e ho trovato subito il richiamo a TUCIDIDE (La guerra del Peloponneso).
Incuriosito sono andato a cercare se avessi il libro nella mia libreria e sono stato fortunato.
Ho dato una scorsa trovando velocemente ciò che cercavo (non è il momento di rileggerlo tutto): il drammatico dialogo tra gli Ateniesi e i Meli.
Estrapolo velocissimamente due frasi del dialogo, entrambe espresse (secondo Tucidide) dagli Ateniesi.
Quanta contemporaneità nella cultura greca classica. E' veramente la fonte del nostro pensiero.

1. "Pretendiamo invece che si mandi ad effetto ciò che è possibile a seconda della reale convinzione che ha ciascuno di noi, ché noi siamo certi, di fronte a voi, persone informate, che nelle condizioni umane il diritto è riconosciuto in seguito a una uguale necessità per le due parti, mentre chi è più forte fa quello che può e chi è più debole cede"
2."Noi crediamo infatti che per legge di natura chi è più forte comandi: che questo lo faccia la divinità lo crediamo per convinzione, che lo facciano gli uomini, lo crediamo perchè è evidente"

mercoledì 12 luglio 2017

DISOBBEDIENZA CIVILE

HANNAH ARENDT. DISOBBEDIENZA CIVILE

Le leggi della coscienza civile dipendono perciò dall'interesse verso noi stessi. Ci dicono di evitare di compiere atti con cui faticheremmo a convivere. E' lo stesso ragionamento che spinge Camus a "sottolineare come sia necessario resistere all'ingiustizia per il benessere e la salute mentale dell'individuo". Dal punto di vista politico e giuridico tale forma di giustificazione presenta due problemi.
Il primo è che non può essere generalizzata, poiché per continuare a essere valida deve rimanere soggettiva: non è detto che la colpa con cui non potrei convivere io disturbi anche la coscienza di qualcun altro. Ne risulta una sorta di conflitto tra coscienze. " Se la decisione di infrangere la legge dipendesse davvero dalla coscienza individuale allora sarebbe difficile dal punto di vista legale considerare il dottor King (immagino si riferisca a Martin Luther King) migliore del governatore Ross Barnett del Mississippi, che credeva altrettanto fermamente nella sua causa, tanto da essere disposto ad andare in prigione per essa".

Non mi sembra una osservazione banale e, se letta con sincera introspezione, penso che crei qualche problematica riflessione in ciascuno di noi.

mercoledì 28 giugno 2017

ALDO CAZZULLO: IL MACRON ITALIANO CHE NON C'E'

ALDO CAZZULLO: IL MACRON ITALIANO CHE NON C'E'

Ho trovato particolarmente interessante il fondo di Cazzullo sul Corriere di oggi 28 giugno.
alcuni stralci

Ma il vero motivo per cui la ricerca del Macron italiano è destinata a rimanere infruttuosa è che la Francia ha un establishment, un sistema, un' elité; l'Italia no.
Macron è figlio del desiderio di rinnovamento dei francesi, stanchi dei vecchi partiti e delle vecchie facce; ma è anche figlio dell'establishment
(...)
però il sistema in Francia esiste, ed è fatto di grandi imprese e di grandi scuole, di diplomatici e di funzionari. Possono essere rivali; ma quando c'è di mezzo l'interesse nazionale, colpiscono uniti.
(...)
In Italia i movimenti populisti sono più forti: (...) perchè il disprezzo della politica si accompagna spesso - anche se non sempre -  a un senso di estraneità verso lo Stato.
(...)
All'Italia non serve il miraggio di un modello straniero, ma un paziente lavoro di ricucitura civile

Questi sono stralci dell'articolo di Cazzullo (che spero di non aver travisato nell'estrapolare passaggi) estremamente interessante e molto condivisibile.
Unica nota: per la mia vocazione europea ed europeofila, sostituirei nell'ultima frase riportata la parola Italia con la parola Europa.
Ritengo e sostengo che il nostro futuro (magari non mio ma dei miei figli almeno) sia nello scioglimento degli stati nazionali in una unica nazione Europa, per la quale il lavoro di ricucitura civile è ancor più difficile, ma straordinariamente più necessario, che per l'Italia.

sabato 24 giugno 2017

OSSESSIONE DEL COMPLOTTO E PROCESSO DI VITTIMIZZAZIONE

sempre leggendo l'interessante libro del prof RICCARDO REDAELLI  "ISLAMISMO E DEMOCRAZIA, ho trovato interessanti queste pagine sul Rifiuto della democrazia occidentale. (sono concetti che avevo trovato sul Corriere di un paio di settimane fa espressi da Galli della Loggia - chissà forse ha letto lo stesso libro).
Riporto la prima parte con una fotografia della pagina.

Questa percezione (continua Redaelli ) rappresenta uno dei principali ostacoli per una vera riforma politica nel Medio Oriente allargato: il rifugiarsi in una visione apologetica del proprio glorioso passato, denunciando i disastri dell'oggi come semplici conseguenze delle interferenze occidentali, dei complotti e delle viltà delle proprie corrotte élite politiche, è una visione infantilistica che non aiuta a promuovere agende coerenti di cambiamento strutturale

venerdì 23 giugno 2017

ISLAMISMO E DEMOCRAZIA - la bizzarra "santa alleanza" tra xenofobi e jihadisti

Leggo, nelle prime pagine di questo libro di RICCARDO REDAELLI: "ISLAMISMO E DEMOCRAZIA" :

"Si è diffusa in Occidente una lettura dell'Islam come religione e come fenomeno storico, sociale e culturale, non solo erronea, ma astorica e perennialista. 
La complessità della realtà dei mondi musulmani e le variazioni nel vissuto islamico attraverso le varie epoche storiche- non differentemente da quanto avvento in Europa con la enorme diversità del quotidiano religioso cristiano attraverso venti secoli - non vengono percepite, favorendo il diffondersi di una visione del vissuto islamico e dell'interpretazione della Legge religiosa ( la shar'ia) che fa dell'islam un monolite immutabile.
E paradossalmente questa visione acritica e deformante di un islam come realtà unica, fissa e immutabile - il cosiddetto "eccezionalismo islamico" - accomuna, come nota acutamente Ghassam Salamé, tanto i suoi detrattori più accaniti quanto gli attivisti dell'islamismo radicale e gli apologeti del salafismo, impegnati in un'azione brutale e spesso violenta di sradicamento di ogni altra interpretazione di quella religione che non corrisponda al loro fanatismo dogmatico. Si è formata così una bizzarra "santa alleanza" fra i monimenti xenofobi e populisti che crescono nella vecchia, spaventata Europa e gli "untori" del jihadismo e della militanza violenta, che usano il web e i pulpiti di certe ambigue moschee per radicalizzare i propri  correligionari "
(mia nota: che gli jihadisti tifano per i movimenti xenofobi e sovranisti e che gli uni siano utili agli altri non è un ragionamento poi sofisticato, è palese e sotto gli occhi di tutti. In Francia tifavano per la Le Pen, non certo per Macron o Mèlenchon)
continua il prof. Redaelli
"Nessun problema dunque? Solo una questione di percezioni distorte? Basta guardare gli avvenimenti degli ultimi decenni per capire che non è così. Se le apocalittiche visioni degli islamofobi sono da rifiutare, non meno svianti sono le rassicurazioni degli islamofili e degli apologetici acritici dell'Islam, sul fatto che questa religione sia una religione di pace e che non vi siano problemi con e dentro l'Islam ma solo con interpretazioni deviate di esso. O che le colpe dei disastri del Medio Oriente contemporaneo siano sempre e solo da ascrivere al colonialismo europeo, seguendo la stereotipata lettura degli studi post-coloniali e degli epigoni di Edward Said. La verità è che la civiltà islamica sta mostrando una straordinaria fatica nell'adattarsi alla modernità, ai processi di secolarizzazione, alla globalizzazione..."

lunedì 19 giugno 2017

DEMOCRAZIA, PARTITI, LEADER, PARTECIPAZIONE, DECISIONISMO, PROTESTA

DEMOCRAZIA, PARTITI, LEADER, PARTECIPAZIONE, DECISIONISMO, PROTESTA
ancora uno stralcio, ottenuto fotografando il libro per pigrizia, dal libro di Marzano/Urbinati: "la società orizzontale".
In queste pagine si elabora il concetto che i partiti servono alla democrazia quando stimolano e sono stimolati dalla partecipazione reale dei cittadini. Il pensiero dominante del leaderismo che produce efficienza e lascia ai cittadini lo sfogo della protesta sterile sui social rappresenta una società verticistica. La partecipazione, apparentemente meno efficiente, in realtà consente una maggiore democrazia e un minor potere dei leader che lasciano spazi di democrazia in ambiti estremamente circoscritti e presto negletti (il partito di... fidatevi...il capitano...)
E' un ragionamento dei due studiosi che non appare lontano dalla realtà, io lo sento vicino perchè da sempre sono sostenitore di una partecipazione sviluppata con organizzazione rigorosa e del valore della squadra nell'attività politica.


domenica 18 giugno 2017

SOCIETA' ORIZZONTALE

SOCIETA' ORIZZONTALE
Questo libro, in corso di lettura, LA SOCIETA' ORIZZONTALE di Nadia Urbinati e Marco Marzano, non mi convince pienamente.
E' nella natura dei libri non essere approvati o respinti "in toto". Ci sono spunti che trovo interessanti (se non anche condivisibili).
Questo è uno stralcio che mi ha colpito.
<Una società orizzontale senza infingimenti è, in definitiva, quella in cui tutta l'autorità è trasferita alle istituzioni e alle regole, alle leggi e ai diritti. Solo così può prendere vita in noi tutti un sentimento di fiducia nelle nostre forze in grado di imbrigliare le mai sopite e sempre differenti forme di potere privilegiato, pastorale o oligarchico, del dogma e della ricchezza.
siamo convinti che la rovina per le giovani generazioni sia rappresentata da un'autorità che rifiuta di essere condivisa,che si camuffa magari da buonismo paterno, che si fa comprensiva e sentimentale solo per non perdere il podio del guardiano, per non andarsene mai.
E' un altro, secondo noi, il discorso che i giovani dovrebbero poter sentire:quello della società e dell'educazione come palestre in cui diventare consapevoli delle proprie forze, ricettivi al diverso e mail disposti a pensarsi naturalmente impotenti, fatalmente destinati a  un futuro che non dipende comunque da noi stessi. per  fare questo,ogni ragazzo dovrebbe esser messo di fronte alla vita direttamente, essere educato mentre agisce, imparare dagli altri e misurare nelle relazioni con gli altri le distanze e le vicinanze, apprendendo a riconoscere il valore della propria autonomia senza perdere di vista i limiti e le condizioni sociale delle proprie azioni.
Quello che noi proponiamo è di educare mediante l'azione, secondo un modello pragmatico che non si vergogna a mostrarsi strumentale e utilitario, che funziona in termini di progetti ipotetici possibili.>
Se non si dimentica che spesso "l'autorità paterna" è un camuffamento della diseguaglianza sociale e dei poteri economici, finalizzata allo sfruttamento nel campo lavorativo (che colpisce in via intergenerazionale) e il modello utilitario deve essere calmierato secondo i dettati della nostra Costituzione e dei concetti basilari del welfare, il ragionamento è interessante.

sabato 17 giugno 2017

VERSO LA FINE DELLA VITA

VERSO LA FINE DELLA VITA
Questo è il titolo di un impegnativo articolo dell'Economist apparso sulle colonne del numero di questa settimana dell' INTERNAZIONALE.
Le prime righe:
"A pochi passi dalla stazione di Todoroki, lungo un sentiero fiancheggiato di ciliegi, c'è un tempietto di legno. Sulla soglia c'è un Budda bambino. Gli abitanti di questo quartiere di Tokyo rivolgono al piccolo un "pin pin korori", una preghiera con cui chiedono due cose: una vita lunga e sana, e una morte rapida e indolore. Questi desideri saranno soddisfatti solo in parte. Il paradosso della medicina moderna è che le persone vivono di più ma hanno più malattie. E la morte non è quasi mai rapida e indolore. Spesso è traumatica. Quando la fine si avvicina, le persone hanno obiettivi più importanti che vivere fino all'ultimo secondo. Ma non gli viene chiesto quasi mai cosa conta di più per loro. Nel mondo ricco la maggior parte delle persone muore in ospedale o in una casa di cura, spesso dopo trattamenti inutili e aggressivi Molti muoiono da soli, sofferenti e confusi ..."

sabato 10 giugno 2017

SON TUTTI SPARITI, MA NULLA SENTE MANCARE LA TERRA

Leggendo le prime pagine del libro "L'incanto e il disinganno: Leopardi" di Boncinelli /Giorello trovo questo stralcio del "Dialogo di un Folletto e uno Gnomo" che conferma un mio pensiero.
Mi piace riportarlo per condividerlo

"Folletto: Ma ora che ei (tutti gli uomini e le donne sulla faccia della Terra) sono tutti spariti, la Terra non sente che le manchi nulla, e i fiumi non sono stanchi di correre, e il mare, ancorché non abbia più da servire alla navigazione e al traffico, non si vede che si rasciughi.
Gnomo: E le stelle e i pianeti non mancano di nascere e di tramontare, e non hanno preso le gramaglie.
Folletto: E il sole non s'ha intonacato il viso di ruggine come fece, secondo Virgilio, per la morte di Cesare: della quale io credo ch'ei si pigliasse tanto affanno quanto ne pigliò la statua di Pompeo".

domenica 4 giugno 2017

PER NON PRENDERSI MAI TROPPO SUL SERIO. IL SONDAGGIO SETTIMANALE

PER NON PRENDERSI MAI TROPPO SUL SERIO. IL SONDAGGIO SETTIMANALE
DOMENICA 4 GIUGNO

Allo stato attuale l'esito del sondaggio interno (precedo di un giorno quello di Mentana per bruciargli la notizia), fornisce questo esito: ASTENSIONE 100% (nessuno scostamento dalla scorsa settimana).
Anzi.
Direi anche 110% o 120%. L'incremento irreale della percentuale è motivato dalla sensazione di essere analfabeta funzionale, sensazione che mi prende quando leggo le ricostruzione e le previsioni della prossima legge elettorale. Non ci capisco nulla.
Ma una sensazione forte la percepisco. Che si tratti di Gerrymandering  istituzione e funzionale, scevro d qualsiasi principio di interesse nazionale e di lungimiranza politica.

Due annotazioni:
1. prestare attenzione al programma M5S perchè pronostico (come altamente possibile e abbastanza probabile) un prossimo Governo M5S/Lega Nord con Salvini agli interni.
2. prendere un giorno di ferie per fare l'elenco di tutti i partiti, movimenti politici, gruppi parlamentari, sottogruppi parlamentari, associazioni, nuovi soggetti politici esistenti a sinistra del PD (che a occhio sono più degli allenatori che cambia l'Inter in una stagione. E questo dice tutto)

giovedì 1 giugno 2017

ROMANO PRODI. IL PIANO INCLINATO. restituire valore e peso politico al lavoro

ROMANO PRODI. IL PIANO INCLINATO. 
continuando la lettura sottolineo questo paragrafo

"Il lavoro svalutato, sostituibile, frammentato (quando non assente) finisce per mancare al suo ruolo di costruttore della struttura della società e dei suoi meccanismi democratici. Da principale elemento di coesione e di sviluppo sociale, diviene il veicolo di trasmissione del virus della diseguaglianza e dell'esclusione.
Per costruire una società coesa e dinamica dobbiamo restituire valore e peso politico al lavoro"

ROMANO PRODI. IL PIANO INCLINATO

ROMANO PRODI.  IL PIANO INCLINATO
Leggendo il libro di Romano Prodi.
"I differenziali salariali si sono acuiti sensibilmente negli ultimi anni in tutti i paesi: l'Italia non è un'eccezione. Anche solo a scopo evocativo, possiamo ricordare che, nel 2015, la media degli stipendi dei primi 10 dirigenti d'azienda italiani, al netto delle liquidazioni di milioni di stock option e bonus d'ingresso, è stata superiore a 13 milioni di euro ( €13.000.000). Per uguagliare ciò che mediamente i 10 top manager guadagnano in una settimana occorro oltre 8 anni di un lavoratore medio.
Differenze di questo tipo, e anche maggiori, sono diventate così abituali da non costituire più alcuna sorpresa né provocare alcun giudizio negativo. Le critiche si limitano alle remunerazioni del ceto politico o dell'amministrazione pubblica e appaiono più uno strumento di lotta politica che una reale riflessione sulle diseguaglianze"

(Concordo con Prodi, devo dire per onestà che ai margini del sistema politico, fuori dal Parlamento e molto isolati, a volte anche per masochistica scelta, ci sono contestatori di questo perverso sistema che dicono che "i soldi ci sono, solo che non si vuole andare a prenderli")

martedì 30 maggio 2017

SCUOLA. RISCOPRIRE IL DETTATO QUOTIDIANO?

Ogni tanto i giornali non fanno pensare solo al costo della carta e al sacrificio delle foreste per produrla. Oggi su Repubblica a fianco dell'articolo FINLANDIA, NASCE LA SCUOLA SENZA MATERIE. LA RIVOLUZIONE DEI PIU' BRAVI DEL MONDO, appare, in una colonna una interessante (e demitizzante) intervista a Benedetto Vertecchi, pedagogo che non conosco ma che appare interessante.
Riprendo solo due domande/risposte:
1. Chiede il giornalista (in conseguenza dell'invito di Vertecchi a non copiare pedissequamente il sistema finlandese): "se non abbandonare le materie, cosa c'è da fare in Italia?"
1.1 risponde Vertecchi una cosettina da poco " Inizierei a ripensare completamente le scuole. Oggi, siamo pieni di tecnologie che hanno portato solamente disastri. Mancano biblioteche e laboratori, ma siamo circondati di monitor dappertutto. In Francia se ne sono accorti e stanno facendo un passo indietro: HANNO RIPRISTINATO IL DETTATO QUOTIDIANO.
2. chiede il giornalista: Male nuove generazioni sono immerse nelle tecnologie.
2.2 risponde: "e basta entrare in una scuola per comprenderne gli effetti: ormai i più piccoli non sanno più scrivere e non comprendono quello che leggono. Il ministero dell'Istruzione ha stanziato 8 milioni di euro per formare gli animatori digitali in tutte le scuole, ma io avrei utilizzato la stessa cifra per insegnare ai più piccoli a classificare le foglie o a riconoscere gli insetti, attività sicuramente più proficue"

Ora, al di la dell'atteggiamento alla Bartali (tutto sbagliato, tutto da rifare) l'invettiva del pedagogo Vertecchi abbia un suo fondamento e mi pare interessante.

domenica 28 maggio 2017

MACRON. STRALCIO DA CONFERENZA STAMPA ALLA FINE DEL G7

MACRON.
Trovo interessante e (sperando nella sincerità nell'esprimere questi concetti) positivo l'approccio del Presidente della Repubblica Francese MACRON ad alcune delle principali problematiche sul tavolo delle relazioni internazionali, come ho letto oggi nel pezzo di Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera.
Copio uno stralcio dell'articoli che riporta le risposte del Presidente Francese nella conferenza stampa post vertice G7.
"L'importante- dice Marcon - è rendersi conto che i dossier sono tutti collegati: riscaldamento, immigrazione, terrorismo. Se un intero Paese come il CIAD si desertifica, è inevitabile che milioni di persone arrivino a mettere in pericolo la propria stessa vita pur di fuggire in Europa. Il terrorismo nasce anche dalla miseria e dalla disperazione."
Macron ha chiarito di non riconoscersi nell'espressione "lotta all'immigrazione". Preferisce parlare di "impegno per rimuovere le cause dell'immigrazione". "Serve un grande progetto per il Sahel e il Sahara, che coinvolga, oltre ai nostri governi, anche le imprese private e la società civile. Dobbiamo investire nei Paesi da cui partono gli immigrati, puntando sull'energia, sull'istruzione, sulla salute. Sono andato in Mali a dirlo al presidente, l'ho ripetuto ai leader che ho incontrato a Taormina.
(...)
Anche l'Europa dovrà cambiare: "Basta dumping sociale" da parte di Paesi dove gli operai hanno bassi salari e nessun diritto, "basta lavoratori delocalizzati", "reciprocità tra i nostri Stati, senza privilegi".
Su altri dossier il G7 non basta. "Difficile parlare in modo risolutivo di Siria seza l'Iran, l'Arabia Saudita e la Russia". Ma domani Putin sarà a Parigi. Cosa gli dirà? " Non farò certo finta che la Russia non abbia invaso l'Ucraina. I rapporti per essere proficui devono essere sinceri. Con Putin sarò esigente. Ma non riusciremo a pacificare la Siria, a fermare l'afflusso dei profughi, ad avviare la ricostruzione del Paese senza un accordo con i russi".

mercoledì 24 maggio 2017

TERRORISMO E MORTI IN MEDITERRANEO. UN TRAGICO PARADOSSO

Oggi ho letto questa breve, vera, frase scritta da una persona che stimo moltissimo, l'Assessore #Pierfrancesco #Majorino, che si riferiva alla strage in mare di cui abbiamo avuto notizie oggi e che si richiamava al brutale e vigliacco atto di terrorismo di Manchester

Sono bambini. Come i nostri. Come quelli di Manchester

Faccio mia questa frase, la condivido, e colgo un drammatico paradosso. Libici sono i colpevoli della strage in mare (perchè è chiaro che i colpevoli dei morti in mare sono gli scafisti, non altri), e libici (meglio britannici di chiara origine libica - non profughi di questi anni) chi ha pianificato e attuato l'attentato a Manchester.
La successione di tragici eventi ha una componente di casualità, ovviamente. Ma ha anche una componente di determinazione.
Ecco, io penso che occorre ben individuare chi sono i nostri nemici.
Io ho partecipato, con emozione e con convinzione, alla bella giornata di sabato a Milano e rivendico quelle scelte. Voglio abbattere muri e costruire ponti.  Non voglio spostare i muri. Penso che dovremmo abbatterli tutti e costruire ponti sopra ogni fossato, anche quelli che mi dividono da chi vede con ostilità, paura e preoccupazione la migrazione di molte persone mosse da diverse cause, dalle guerre infinite e numerose, dalla povertà, dalle dittature. Penso che ho, che abbiamo molto in comune anche con queste persone critiche verso l'accoglienza, per esempio un comune nemico: chi guadagna milioni sulla pelle della gente che migra ( e, scusate la brutalità, ma con i trafficanti di uomini siamo in guerra, e la guerra la si combatte con convinzione e con un solo obiettivo, che il nemico si arrenda. Deve essere come contro la mafia)  un altro comune nemico: chi partorisce questa ideologia di morte.
Forse costruendo anche questi ponti, potremmo meglio cercare di capire anche le origini e le motivazioni di tutto ciò. Di Battista fu insultato quando disse che era necessario capire, eppure non aveva torto. Certo la prima linea è la difesa con forza e la repressione del terrorismo. Ma non è pensabile passare i decenni a reprimere. Occorre capire per cambiare, per eliminare la terra di coltura del terrorismo.
Completerei quindi la tristemente bella e vera considerazione di Majorino: dobbiamo difendere questi e quelli prendendoci tutte le responsabilità, per esempio non dividendosi (anche solo per calcolo) ma agendo con razionalità, gestendo con oculatezza la situazione attuale senza patetiche posizioni ostruzionistiche, ma senza demonizzare chi la pensa diversamente. Non dividerei tra umano e disumano, come ho letto in alcune considerazioni dopo la manifestazioni di sabato a Milano. C'è tanta umanità tra chi non condivide le idee (da par loro non unitarie) di chi manifestava sabato. Non facciamo l'errore di credersi migliori. Non credo sarà così che si possono difendere i nostri (complessivamente) bambini. Dividerei, se posso,  tra lungimiranti e timorosi, con la consapevolezza che nessuno ha la verità in tasca.

domenica 21 maggio 2017

#20MAGGIOSENZAMURI _ UNA ENORME RESPONSABILITA'

#20MAGGIOSENZAMURI _ UNA ENORME RESPONSABILITA'
I MURI VANNO ABBATTUTI, TUTTI, NON SOLO SPOSTATI

Felicissimo di aver partecipato a una giornata storica per l'Italia, che credo sia stata una manifestazione CON i cittadini stranieri, PER l'Italia, PER gli Italiani storici e nuovi, PER chi cerca possibilità e speranza in Europa. 
Penso che questa manifestazione #20MAGGIOSENZAMURI, con le sue parole d'ordine come NESSUNO E' ILLEGALE, carichi di una enorme responsabilità che ha partecipato di persona o con il cuore. La responsabilità di non alzare muri e non rendere metaforicamente "illegale" chi ora si sente lontano, preoccupato, chi vive con difficoltà l'arrivo di cittadini da altri continenti, chi ha paura, anche chi è ora ostile. I muri vanno abbattuti in ogni senso, non solo spostati. E' un grande compito e una enorme responsabilità per chi crede in quello per cui ieri ha manifestato.

lunedì 15 maggio 2017

PUO' ESSERE UNA SIMILITUDINE? #SERRACCHIANI

PUO' ESSERE UNA SIMILITUDINE? #SERRACCHIANI

Immaginiamo un giovane che subisce una violenta rapina nella sua casa (per sgomberare il campo da divagazioni inutili stabiliamo subito che il rapinatore è italiano).
Viene ferito e la sua casa sta prendendo fuoco in conseguenza della rapina.
La Polizia di Stato si attiva subito con indagini attente e serrate e in poco tempo arresta il rapinatore, recupera tutta la refurtiva e la riconsegna al proprietario, affidando alla Giustizia il rapinatore.
I Vigili del Fuoco intervengono tempestivamente sull'incendio e lo spengono prima che faccia danni tali da non essere risarciti in toto dall'assicurazione.
La Croce Rossa porta velocemente il malcapitato presso un Ospedale Pubblico e i medici e chirurghi del Servizio Sanitario Nazionale curano il ferito fino alla completa guarigione, senza che si trascini conseguenze invalidanti.
I Giudici condannano alla giusta pena il malfattore e il Sistema Penitenziario dello Stato utilizza non solo il metodo coercitivo, e con programmi appositi recupera alla società civile il rapinatore.

Questo giovane diventa, nel corso della sua vita, un Evasore Totale. Guadagna milioni e con trucchi, corruzione e inganno non paga un euro di tasse alla fiscalità generale.

L'evasione fiscale è sempre ripugnante, ma è possibile affermare che in questo caso acquista un plus di gravità morale? Sia intrinsecamente sia come percezione?

E' una similitudine corretta? #Serracchiani.

domenica 14 maggio 2017

TECNOLOGIA E AUTOMAZIONE FARANNO SPARIRE DUE TERZI DEL LAVORO NEI PAESE A BASSO REDDITO

TECNOLOGIA E AUTOMAZIONE FARANNO SPARIRE DUE TERZI DEL LAVORO NEI PAESE A BASSO REDDITO

Intervista di Paolo Mastrolilli a Jim Kong Kim, presidente della Banca Mondiale. Su "La Stampa" del 13 Maggio 2017

"Mi preoccupa molto, ad esempio, la previsione secondo cui i due terzi dei posti di lavoro nei Paesi a basso reddito spariranno presto a causa della tecnologia e dell’automazione. Dobbiamo renderci conto che la via classica per lo sviluppo, dall’agricoltura alla manifattura leggera, arrivando poi all’industrializzazione, non sarà aperta alla maggior parte dell’Africa. Come aggiriamo questo ostacolo? Da dove verrà il lavoro? Dobbiamo puntare sul capitale umano, investire nell’istruzione dai primi anni di vita, attirare capitale privato, e usare la tecnologia in maniera innovativa per creare occupazione. Ma è un compito estremamente urgente, siamo impegnati in una corsa contro il tempo. Se vogliamo evitare che i Paesi a basso reddito imbocchino la strada comune di più estremismo, violenza, e quindi migrazioni di massa, dobbiamo cambiare il modo in cui finanziamo lo sviluppo».
http://www.lastampa.it/2017/05/13/esteri/jim-yong-kim-la-crisi-delle-migrazioni-solo-linizio-della-tragedia-uXPaZaEMnS6fP1tVQxluhM/pagina.html

domenica 7 maggio 2017

PROPOSTA PER UNA SERATA CHE POTREBBE ESSERE SORPRENDENTEMENTE INTERESSANTE

TUTTI PER TREZZO, la lista civica di Trezzo con la quale collaboro, organizza la presentazione di questo libro, dedicato alla scoperta del SUOLO  e alla comprensione della sua importanza per il benessere dei SISTEMI SOCIO-ECOLOGICI nei quali viviamo. Avendo letto il libro, mi sento di invitare a partecipare a questa serata. Potrebbe essere sorprendentemente interessante. Vale la pena fare una scommessa.
Per i più curiosi, ecco alcuni link di approfondimento e di anteprima