giovedì 2 novembre 2017

ENRICO BERLINGUER

ENRICO BERLINGUER
Leggo questa annotazione, per me inedita, nel bel libro di Pierpaolo Farina su Enrico Berlinguer: "CASA PER CASA, STRADA PER STRADA".
Non posso dire che mi stupisca, per la mia stima verso Enrico Berlinguer e per la mia considerazione dei suoi avversari politici, però devo dire che è una conferma che mi riempie di un nostalgico piacere.
"Eppure, nonostante i fischi, la guerra inaugurata all’interno del partito e le avversità storiche del momento, Enrico Berlinguer non arretrò mai di un centimetro rispetto alle proprie posizioni di coerenza e intransigenza morale e ideale. E a riprova della sua onestà personale, a parte gli innumerevoli episodi di vita quotidiana raccontati da chi gli è stato accanto per anni, c’è un fatto ben preciso, che molti omettono di ricordare quando affrontano l’argomento: Bettino Craxi fece spiare dal SISDE Enrico Berlinguer. Non era l’unico, per carità, era in buona compagnia con CIA e KGB che lo vedevano come il fumo negli occhi. Eppure, come riportarono il 6 ottobre 1995 i giornalisti Piero Colaprico e Luca Fazzo su la Repubblica,8 «il segretario del Partito comunista morto nel 1984 era “ascoltato” e pedinato. I suoi spostamenti – come gli incontri con compagni di partito e leader politici – erano addirittura fotografati e filmati. “Clienti fissi” degli spioni di casa nostra anche i più stretti collaboratori di Berlinguer, Ugo Pecchioli, Antonio Tatò, Adalberto Minucci. È la più clamorosa delle sorprese riservate dalla perquisizione nello studio di via Boezio di Bettino Craxi. Si dovrà ora chiarire perché quei dossier – migliaia, pare – fossero rubricati con cura nell’archivio del già leader socialista e presidente del Consiglio». Il perché non fu mai chiarito, nemmeno dal diretto interessato. Una cosa è certa: di quei dossier il leader socialista non se ne poté mai fare nulla. Se fosse emersa anche la più piccola irregolarità a carico di Berlinguer, la stampa, tutta, gli avrebbe dato addosso, con il gusto diabolico tipico di chi non aspetta altro per dare il via a quella che in tempi recenti è stata definita “la macchina del fango”. Lo avrebbero demolito, fatto a pezzi: nessuno, in vita, ci riuscì."

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