domenica 12 giugno 2022

RAYNOR WINN_ IL SENTIERO DI SALE. Un libro bellissimo

 RAYNOR WINN_ IL SENTIERO DI SALE. Un libro bellissimo

Non ricordo quando mi sia capitato ultimamente di leggere un libro così emozionante, coinvolgente e commovente come questo di Raynor Winn intitolato IL SENTIERO DI SALE.


E' un diario di un momento drammatico della vita di Ray, la scrittrice, e suo marito Moth che ricevono la notizia che Moth ha una malattia incurabile, e, dopo pochi giorni, per una ingiustizia palese ma burocraticamente inoppugnabile, perdono la loro casa e si ritrovano senza nulla.

Prendono una decisione "senza senso". percorrere il South West Coast Path (in Inghilterra) per 1013 chilometri.

Il libro è il racconto di questo cammino. Detto così non si comprende. Dovrei dire che è la narrazione, in forma di capolavoro, di un viaggio nel territorio, nella vita, nel dolore e nella speranza.

Il dolore non è mai nascosto ma non è mai scritto in modo patetico, la gioia è narrata con asciuttezza ma il lettore è partecipe e si emoziona perché ormai è amico di Ray e Moth.

Avevo capito dalle prime righe che poteva essere un libro entusiasmante, pensavo: quando cederà e diventerà normale? Non lo è mai diventato. 

E' un libro da leggere. Per tutti, giovani e vecchi come me. Direi in particolare per chi ha un tetto certo sulla testa. E' un libro per coppie, perché raramente ho letto una storia di amore così forte, nella quale, forse con presunzione, mi ci sono ritrovato.

Due brevi citazioni:

"Eravamo sdraiati nella nostra tenda, appena fuori Lyme Regis, su in un posticino erboso, fra le nasse per le aragoste e gli chalet, e avevamo lasciato entrare la morte. E insieme alla morte venne la vita. Lentamente, i frammenti scheggiati, malridotti e perduti delle nostre esistenze tornarono a unirsi, come il mercurio."

"Moth sentì che doveva dirlo: "Quando arriverà ...la fine, vogio che tu mi faccia cremare"(...) " Perché voglio che tu mi conservi in una scatola, da qualche parte, e poi, quando morirari, i ragazzi potranno metterci dentro anche te, darci una scrollatina, e mandarci per la nostra strada, insieme. Mi ha turbato più di qualsiasi altra cosa il pensiero di noi due separati. Poi, potranno lasciarci andare sulla costa, nel vento, e noi troveremo l'orizzonte insieme".


mercoledì 23 febbraio 2022

THE PASSENGER _ INDIA

 THE PASSENGER _ INDIA

Ho letto il numero di The Passenger dedicato all'India. Tra i molti luogo e Paesi del mondo meno conosciuti di quanto si pensa, probabilmente l'India è ... tra i meno conosciuti e più stereotipati.

Il volume contiene numerosi saggi. Tra gli altri, il primo "la sfida esistenziale dell'India" esprime il timore che il Bjp di Modi voglia sostituire la diversità etnica e religiosa indiana con una "hindu rashtra", una nazione indù aggressiva e ultranazionalista unita dall'"hindutva", ovvero l'essere indù, paragonata nella sua involuzione, dallo studioso, alla deriva nazista della Germania.

In altri articoli si parla della condizione assolutamente subordinata della donna che, se viene lasciata nascere - aborti selettivi - vive in una condizione difficilissima, relegata in casa, costretta da una cultura patriarcale e preda di possibili stupratori spesso impuniti.

Non è facile neppure essere atei in India, vittime spesso per il non appartenere a nessuna religione, di discriminazione e violenza. 

Arundhati Roy demolisce la nostra visione idealizzata dell'India in un lungo saggio sulla pervicacia del sistema castale, vero e proprio apartheid, fonte di ingiustizie e sofferenze per i Dalit, ancora generalmente compressi in fondo alla piramide sociale, condizione che non può essere negata dal successo di qualche esponente illustre.

La repressione feroce in Kashmir viene raccontata da Mirza Waheed e ci ricorda come tante situazioni drammatiche sono completamente ignorate da noi che faticheremmo forse a individuare dove si trova questa regione, la cui entità amministrativa è stata sciolta per decreto dal governo Modi e dove i militari godono di assoluta impunità

Si parla anche di Monsoni, di programma spaziale indiano, di Bollywood che ha fatto della Svizzera il paradiso terrestre sognato da milioni di indiani, e di Vanesh Phogat, lottatrice donna che a prezzo di numerosi sacrifici è riuscita ad emergere in una Nazione che oltre al Cricket fatica a raccogliere risultati sportivi (Phogat è stata eliminata ai quarti nelle Olimpiadi di Tokyo) e infine delle numerose lingue ( 22 riconosciute dalla Costituzione) parlate dagli indiani che alla fine sembra si intendano tra loro... in inglese.

Faccio fatica a dare un giudizio di questa lettura. Conosco di più l'India (un pizzichino di più). La conosco meglio? 




martedì 22 febbraio 2022

QUANTO INTRIGANTE E AFFASCINANTE E' LA LINGUISTICA!

QUANTO INTRIGANTE E AFFASCINANTE E' LA LINGUISTICA! 

TUTTO CIO' CHE HAI SEMPRE VOLUTO SAPERE SUL LINGUAGGIO E SULLE LINGUE

a cura di Francesca Masini e Nicola Grandi

Confesso di non ricordare perché mi sono messo a leggere questo libro. Probabilmente ho avuto uno spunto forse da qualche giornale o forse in qualche altro libro. Non ricordo, ormai al terzo passaggio mnemonico sono perso come un pugile suonato. Ma non importa. E' stato comunque un bel colpo di fortuna. Perché ho trovato un libro serio e divertente, ironico e profondo, curiosissimo e piuttosto colto (forse un po' troppo, pieno di definizioni affascinanti ma assolutamente non ricordabili!). Ho scoperto che la linguistica è un viaggio avventuroso e pieno di belle scoperte. Io sono un po' affascinato, influenzato da remoti studi classici, dalla etimologia. Ho apprezzato moltissimo il libro di Andrea Marcolongo ALLA FONTE DELLE PAROLE, come pure, andando dove mi porta il cuore, in Giappone, il bellissimo libro WA di Laura Imai Messina. Quindi ammetto un po' di prioritario interesse per il mistero della lingua e del linguaggio (e delle lingue parlate dai popoli del mondo). Devo dire che questo libro non solo accompagna l'interesse, bensì lo moltiplica nei diversi e molteplici bracci si divide il grande fiume della linguistica. Con il preciso intento di stimolare e interessare i curiosi, non gli studiosi.

I curatori lo affermano all'inizio: "questo è un libro scritto nella prospettiva del lettore... partecipare a questa impresa, volta a spiegare la linguistica a un pubblico non specialista, ma semplicemente interessato alel lingue e al linguaggio umano, è stata una sfida difficile anche e soprattutto per questo."

Ora, non tirerei le somme rispondendo se la sfida è stata vinta sulla base di quanto ho capito, introiettato e memorizzato io. Rilancio a chi legge queste righe per invitare alla lettura di questo bel libro, e magari confermate la mia impressione che, fatto salvo quanto ammesso, questa sfida è stata vinta.

Mi sembra un libro da avere, da rileggere con calma, un capitolo alla volta, più volte. E poi uscire nel mare aperto della linguistica, pescando ciò e quanto si riesce a pescare.




martedì 15 febbraio 2022

MICHAEL SCHUMAN _ L'IMPERO INTERROTTO

 MICHAEL SCHUMAN _ L'IMPERO INTERROTTO

LA STORIA DEL MONDO VISTA DALLA CINA

Ho apprezzato molto questo libro, la sua lettura mi ha conquistato, tanto da mettere da parte gli altri libri che sto leggendo fino al termine di questo. Trovo sia un notevole sforzo storico di spostare lo sguardo sulla Storia, liberandoci, o perlomeno stuzzicando la nostra curiosità con esiti di maggiore apertura mentale, dalla concentrazione dello sguardo sulla "nostra" storia, leggendo quella altrui solo in relazione alla nostra o con interpretazioni che si basano sulla nostra cultura e sulla nostra esperienza.
Attenzione, io non sono uno storico, non posso garantire della completa correttezza della Storia contenuta in questo libro. Indipendentemente da questo però mi sembra riuscito l'intento di fornire uno sguardo diverso, più inteso a conoscere per spiegare e spiegare per capire, utilissimo anche per "leggere" la geopolitica cinese contemporanea - io penso che il nostro sguardo sulla Cina, sia positivo che negativo, sia comunque uno sguardo pregiudiziale e spesso viziato da stereotipi. Non per nulla in quarta di copertina il giudizio favorevole sul libro è scritto da Peter Frankopan, autore del bellissimo "Le vie della Seta. Una nuova storia del mondo".
Non conoscevo questo libro, l'ho trovato per caso passeggiando nella bellissima biblioteca Tiraboschi (potremmo aprire un discorso sulla grandezza della Biblioteca come realtà straordinaria). Penso che sia però un libro da avere per consultarlo e rileggerlo più volte. E quindi si può andare in libreria Il gabbiano di Trezzo per ordinarlo!



sabato 15 gennaio 2022

STEFAN ZWEIG _ IL MONDO DI IERI

 STEFAN ZWEIG _ IL MONDO DI IERI

Giungere solo in tarda età a "scoprire" Stefan Zweig e a leggere almeno uno, il primo spero, dei suoi libri, induce a una domanda e a una riflessione. La domanda è semplice: "Complimenti! Ben arrivato! E fino ad ora cosa hai fatto? Dormito?"

La riflessione è che il bello di leggere, anche in modo disordinato e indisciplinato ( andando di suggestione in suggestione, di curiosità in curiosità, senza metodo) come faccio io (oltre ai libri legati agli eventi della Associazione, ma questo è un altro discorso) consente di scoprire in modo casuale e fortunato dei veri gioielli.

Faccio mente locale all'ultimo anno: 4 libri che mi hanno colpito così scritti d'acchito senza chiedere sforzi insopportabili alle labile memoria. Papyrus, di Irene Vallejo, Sangue Giusto di Francesca Melandri, Stoner di John Williams. Infine Calendario Civile Europeo di Bolaffi e Craiz (sul quale credo di aver notato per la prima volta il nome di Stefan Zweig. E mentre scrivo questi me ne vengono in mente altri. 

Voglio dire: leggere è l'attività rischiosa che da più soddisfazioni e regala più emozioni. Perchè di libri belli ne sono stati scritti tanti. E ogni libro è debitore di altri libri che creano una infinta e straordinaria catena

"Il mondo di ieri" è frutto di questa catena. Ed è stata una lettura bellissima, umanamente profondissima, colma di saggezza, di tristezza, di apprendimento.

Racconta la vita di Zweig in relazione alla sua formazione di scrittore e alle vicende Europee dall'epigono dell'Impero Austroungarico all'inizio della Guerra nazista e fascista al mondo. Zweig appare come un uomo schivo e modesto anche nel periodo di maggior successo, osserva gli eventi e nel ricordarli si interroga su come i contemporanei agli eventi stessi avessero reagito, se fossero stati in grado di comprendere e nella possibilità di prevedere gli esiti. E' uno sguardo profondamente umano, compassionevole e vicino agli sconfitti di ogni sommovimento ( e il fatto che fosse ebreo lo rende anche non volendo protagonista degli ultimi anni narrati nel libro).

Senza intenti didascalici, la testimonianza di Zweig illumina, pur rapprensentando uno sguardo particolare, le vicende storiche che abbiamo studiato più volte e sono a noi prossime (e per certi versi ancora cogenti con la nostra vicenda di europei soprattutto). 

Il tono pacato e scorrevole del libro conquista, immaginandosi quasi il lettore di ascoltare il racconto di un amico, più anziano, più saggio e più esperto, sulla sua vita passata. Assume tratti di lezione di storia, di sociologia, di psicolgia sociale, di europeismo, di pacifismo, ma non è mai dottorale nel porsi con il lettore, che quasi invece si sente più confidente della delusione e della sofferenza del narratore che, alla vigilia (anzi all'inizio) della seconda guerra mondiale si sente sconfitto ed esiliato non solo fisicamente. (Muore suicida in Brasile nel 1942)

Un libro da leggere, da par mio cercherò di leggere altre sue opere.