domenica 24 settembre 2017

ABRAHAM YEHOSHUA DEL 1999 LETTO OGGI, DOPO LA SERATA A "MOLTE FEDI"

ABRAHAM YEHOSHUA DEL 1999 LETTO OGGI, DOPO LA SERATA A "MOLTE FEDI"

Dopo aver ascoltato Abraham Yehoshua alla serata a Bergamo nel ciclo MOLTE FEDI, mi sono precipitato ad ordinare in biblioteca alcuni suoi libri.

Il primo letto è una intervista rilasciata a Matteo Bellinelli intitolata IL CUORE DEL MONDO.

Ho trovato alcune conferme di ciò che ho sentito da lui a Bergamo ma anche un tono diverso, ottimista e pieno di fiducia nel 1999, estremamente pessimista, su Israele e sul futuro, l'altra sera.

Copio alcuni stralci dal libro:

sul percorso di pace ( o di guerra) con i Palestinesi e la questione della Terra:


diceva Yehoshua nel 1999 rispondendo a una domanda: " Ora ci sono circa 100.000 israeliani che vivono in territori palestinese. Se vogliono restarci, dovranno accettare di essere una minoranza ebraica in uno stato palestinese, così come da noi in Israele vivono un milione di arabi: i cosiddetti coloni possono benissimo costituire una minoranza ebraica in uno stato palestinese. Dovranno abituarsi all'idea, al fatto che saranno ebrei che vivono tra i palestinesi, e pagheranno le loro tasse ai palestinesi"

sulla laicità dello Stato Israeliano

Sempre nel 1999 esprimeva concetti molto più di fiduciosi sul futuro di quanto invece ha detto nella serata a Bergamo all'appuntamento di #MolteFedi (molto pessimista e preoccupato): " Il problema della religione e dei fanatismi religiosi esisterà sempre: è un problema strutturale del nostro popolo. Ma ce la caveremo. Ci saranno discussioni, si arriverà a un compromesso: la maggioranza degli israeliani è ancora laica. E quando la pace finalmente sarà stata raggiunta, la maggioranza laica saprà vincere la sfida religiosa. Sono sicuro che il nostro paese, che ha saputo tenere in vita la propria democrazia per 50 anni, continuerà ad essere una democrazia e non diventerà uno stato religioso".


sul rapporto tra gli stati del sud dell'Europa e i co-litoranei del Mediterraneo


Queste parole sono in linea con l'appello lanciato all'Italia nell'incontro nell'ambito di #MolteFedi: " Credo che l'Europa - penso soprattutto alla Grecia, all'Italia, alla Francia, alla Spagna - dovrebbe prestare maggiore attenzione al suo sud: a tutto il sud del Mediterraneo. E noi siamo fortemente mediterranei: siamo occidentali nelle nostre idee, e orientali nella nostra composizione. Per questo possiamo essere di grande aiuto all'Europa."

sabato 23 settembre 2017

LA MODERNITA' E' UN PATTO: RINUNCIARE AL SIGNIFICATO IN CAMBIO DEL POTERE

Yuval Noah Harari. "HOMO DEUS. BREVE STORIA DEL FUTURO"
Homo Sapiens dà un senso al mondo

IL MODERNO PATTO DI ALLEANZA

"La modernità è un patto... molto semplice, e il contratto può essere riassunto in una sola frase: gli esseri umani accettano di rinunciare al significato in cambio del potere.
Dino all'età moderna, molte culture condividevano l'idea che gli uomini avessero un ruolo in un grandioso progetto cosmico, concepito da divinità onnipotenti o governato dalle leggi eterne della natura, e per questo motivo immodificabile. Tale progetto conferiva significato all'esistenza, ma allo stesso tempo stabiliva alcuni limiti al potere degli uomini, che erano paragonabili a un gruppo di attori su un palcoscenico: il copione attribuiva un valore a ogni loro parola, lacrima o gesto, ma al contempo vincolava l'interpretazione in maniera ferrea. (...) Gli uomini premoderni rinunciavano al proprio arbitrio ma credevano che in questo modo le loro vite acquisissero un senso maggiore (...) La cultura moderna rigetta tale fede in un grande piano cosmico. Non siamo attori in una messa in scena che ci sovrasta. La nostra vita non ha copioni, drammaturghi, registi o impresari -e non ha un senso. Per quanto le nostre conoscenze scientifiche ci permettono di affermare, l'universo è un processo cieco e e senza scopo, colmo di strepito e furore, ma che non significa nulla. (...) Ci possono accadere cose terribili, e nessuno interverrà a salvarci o a dare un senso alle nostre sofferenze. Non ci sarà un lieto fine o una conclusione infausta - perchè una conclusione non c'è.  Le cose, semplicemente, accadono, una dopo l'altra. Il mondo moderno non crede nello scopo, credo solo nella casualità. Se la modernità ha un motto, è questo: " è così che vanno le cose".(...) Così il nuovo patto offre agli esseri umani una tentazione straordinaria, abbinata a una minaccia colossale. L'onnipotenza è di fronte a noi, quasi alla nostra portata, ma sotto i nostri piedi si spalanca l'abisso della completa insignificanza. In pratica la vita moderna consiste in un'incessante ricerca del potere  dentro un universo svuotato di senso.

lunedì 11 settembre 2017

SI E' MANCATO GRAVEMENTE L'OBIETTIVO

SI E' MANCATO GRAVEMENTE L'OBIETTIVO
(che non vuol dire "invece di", bensì "anche", tanto per bloccare inutili polemiche)
-lettera scritta da Avvenire da suor Eugenia Bonetti

https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/ignorati-stupri

(la trascrivo tutta sfidando la riproduzione riservata perchè ogni parola è importante)

il testo della lettera

Caro direttore,
vorrei far giungere a lei, ai suoi colleghi e a tutti gli amici lettori di "Avvenire" una breve riflessione che ho elaborato in questi giorni circa un recente, drammatico avvenimento che come donna mi ha fatto riflettere molto, ma mi ha anche indignata. Scrivo di getto e quasi di corsa, e perciò chiedo perdono per la forma di questo scritto. Ma temo che le mie parole, altrimenti, diventino troppo vecchie.

Mi ha molto colpito come su giornali e tv si sono succedute notizie e informazioni, e si sono accumulati commenti, sullo stupro di branco compiuto a Rimini, dove la notte del 25 agosto una coppia di fidanzati polacchi e una persona transessuale sono stati rapinati e violentati sulla spiaggia della famosa località turistica. Ciò che mi ha maggiormente ferita e indignata è stato il fatto che nelle ultime cinque trasmissioni del telegiornale delle ore 20 il caso e i suoi sviluppi sono stati la prima notizia. Ogni volta, per oltre cinque minuti d’orologio, in tantissimi abbiamo visto ripetersi scene, luoghi, persone e altri dettagli di quel vergognoso stupro di branco, a cominciare dal fatto che gli stupratori erano tutti stranieri e alcuni di loro persino minorenni. Se si voleva far passare ai telespettatori un messaggio orientato alla paura del diverso, dello straniero, del rifugiato, temo che ci sia proprio riusciti. Se si voleva far aprire gli occhi sulle violenze sessuali che accadono ogni notte (e non solo di notte) anche nella nostra Italia, si è mancato gravemente l’obiettivo.

Ieri sera, insomma, dopo l’ennesimo, lungo servizio televisivo, sono stata travolta da un’onda di delusione e di amarezza e da un senso di ribellione. È stato davvero doloroso e insopportabile constatare quanta povertà e superficialità è stata messa in campo dai mezzi di comunicazione, e in più di un caso quale volontà di indottrinamento. E ho incominciato a fare paragoni tra quel terribile e straordinario misfatto e i tanti invece ordinari e altrettanto terribili misfatti che ogni notte avvengono sulle nostre strade con ragazzine straniere che subiscono stupri "a pagamento" da "clienti", magari benpensanti, ai quali nessuno sta chiedendo conto delle loro azioni... Come mai questo non fa mai notizia e non suscita scalpore? Come mai anche noi italiani, e soprattutto noi donne, non ci scomponiamo affatto nel vedere le tante ragazzine, anche minorenni, che ogni notte vengono comprate e vendute, schiavizzate e violentate da cinici sfruttatori e da migliaia e migliaia di "clienti"? Chi pensa a loro? Chi si preoccupa di denunciare le migliaia di stupri sistematici e organizzati che avvengono nelle nostre città, non lontano dalle nostre case, nell’indifferenza di chi vede e passa oltre, proprio come nella parabola del buon samaritano?

Sono una suora della Consolata, e nella mia lunga vita missionaria, esattamente dal 1993, dopo 24 anni di servizio in Kenya, mi sono trovata a vivere una nuova forma di missione nel mio stesso Paese, così spesso per la sua grande storia definito "cristiano" e "cattolico", a contatto con migliaia di ragazzine straniere, particolarmente nigeriane che vengono costrette a mettere in vendita il loro giovane corpo per soddisfare l’ingordigia di soldi dei trafficanti e le voglie e la povertà morale di "clienti" in stragrande maggioranza italiani, e al 90% battezzati, molte volte con moglie e figli. Quali valori si vivono e si propongono, oggi, in questa nostra società che consuma tutto, e tutto, anche le donne, riduce all’usa e getta?

Ricordo, caro direttore, una ragazzina assai minuta di 19 anni che un giorno, parlandomi della sua storia, mi disse: «Sister, ma tu sai che in una notte io ho avuto 13 clienti...». Ne fui scossa e le chiesi come fosse stato possibile. Lei mi rispose: «Ero richiesta e usata perché ero molto piccola e giovane e ai clienti piacciono le minorenni…».


Già, perché si spera che le persone più giovani non abbiano e non trasmettano malattie sessuali… Già, anche se quelle ragazzine potrebbero benissimo essere le figlie di tanti di loro... Che squallore! In una notte, quella giovanissima, piccola donna ha subìto 13 stupri, e chi se ne è accorto? Chi ha denunciato tale crimine? Chi ha visto il 'branco' in azione e l’ha fermato, chi ha portato il misfatto sulle prime pagine dei giornali e nei titoli di testa dei tg? Il mio augurio, caro direttore, a chi opera nei mezzi di comunicazione è che possa lavorare per far emergere sempre e solo il coraggio della verità.

lunedì 4 settembre 2017

MEMETICA

Yuval Noah Harari ( Da animali a déi. Breve storia dell'umanità) è un grande "provocatore". Con sagacia e ironia - e una certa supponenza un po' snob di chi riesce a raziocinare con distacco irriverente sulle umane credenze e utopie, dilettandosi in sapide dissacrazioni -  lancia provocazioni che stimolano a riflettere e a vedere le cose anche da una diversa angolazione. 
Ecco per esempio la MEMETICA

"Un numero sempre maggiore di studiosi considerano le culture come infezioni o parassiti della mente, dove gli umani agiscono da inconsapevoli ospiti. I parassiti organici, come i virus, vivono all'interno del corpo ospite. Si moltiplicano e si diffondono da un corpo ospite all'altro alimentandosi dei loro ospiti, indebolendoli e talvolta uccidendoli. Fintantoché gli ospiti vivono abbastanza a lungo da trasmettere il parassita, a questo interessa poco come stia il suo ospite. Le idee cultuali vivono nella mente degli umani proprio in questa maniera.  Esse si moltiplicano e si propagano da un ospite a un altro, talvolta indebolendo gli ospiti, talaltra uccidendoli. Un'idea culturale - come il credere al paradiso cristiano che sta sopra le nuvole o a quello comunista qui sulla Terra - ha la capacità di costringere un umano a dedicare  la propria vita a diffondere quell'idea, magari anche a costo della morte. Gli umani muoiono, ma le idee si diffondono. Secondo questo approccio, le culture non sono cospirazioni ordite da alcuni allo scopo di trarre profitto dagli altri (come i marxisti tendono a pensare). Piuttosto sono parassiti mentali che sorgono accidentalmente, e che poi traggono profitto da tutti quelli che hanno infettato.
Questo approccio viene chiamato talvolta col terminE di MEMETICA.
La memetica presume che, come l'evoluzione organica si basa sulla replicazione delle unità di informazione organica chiamate "geni", così l'evoluzione culturale si basa sulla replicazione delle unità di informazione culturale chiamate "memi". Le culture vincenti sono quelle che eccellono nella riproduzione dei loro memi senza badare a costi e benefici per gli ospiti umani
La maggior parte degli studiosi delle discipline umanistiche disprezzano la memetica, vedendo in essa un tentativo dilettantesco di spiegare i processi culturali attraverso rozze analogie con la biologia. Ma ..."

venerdì 1 settembre 2017

STUPRO E STIGMA. LA DOPPIA PUNIZIONE

Ho ascoltato questa mattina la replica del bel programma di #GiampaoloMusumeci #Nessunluogoèlontano
La tematica affrontata nel programma è stata l'utilizzo dello #stupro (massimamente verso le donne anche in tenera età) come arma di distruzione (fisica e psicologica) del nemico.
Particolarmente utilizzato, secondo la trasmissione- fino a che ho potuto sentirla - in Africa (noi Europei ricordiamo recentemente la Guerra Civile Jugoslava).
Ovviamente la trasmissione era cruda e precisa.
Questo è il link perchè merita di essere ascoltata, troppe parole servirebbero per riassumerla probabilmente anche male.
http://www.radio24.ilsole24ore.com/programma/luogo-lontano/trasmissione-agosto-2017-170200-gSLAhUV2PC

Invito solo a cercare in internet chi sia il dottor Denis Mukwege e quale sia la sua opera.

Una cosa mi ha colpito tra le molte atroci sentite, lo copio dalle righe di presentazione che si trovano sulla pagina della trasmissione:Chi lo subisce spesso rimane marchiato a vita, allontanato dalla propria famiglia. La vittima è sempre reputato colpevole di ciò che ha subito e rimane solo.
Subito mi è venuto in mente un capoverso del libro di Juval Noah Harari che sto leggendo (DA ANIMALI A DEI- BREVE STORIA DELL'UMANITA')
Lo trascrivo:

"Dato che l'ordine sociale dei Sapiens è frutto di immaginazione, gli umani non possono preservare le informazioni cruciali per mandare avanti quell'ordine facendo semplicemente repliche del DNA e passandole di generazione in generazione. Per sostenere le leggi, i costumi, le procedure e i modelli di comportamento occorre che si faccia uno sforzo consapevole, altrimenti l'ordine sociale crollerebbe alla svelta".

O cambierebbe.

Ecco, penso. Per mantenere questi costumi, per cui la vittima di stupro è "stigmatizzata", occorre uno sforzo consapevole. Occorre volerlo. Non è nel DNA di un popolo, di una cultura, di una nazione. E quindi non è ammissibile "accettare" come "insito" nella cultura popolare (forse più in Africa ma non sconosciuta a tutte le latitudini) questo comportamento e non porsi l'obiettivo di uno sforzo culturale per cambiarlo. Forse già lo si tenta, ma la condanna di questi comportamenti - oltre ovviamente a una feroce guerra contro coloro che usano lo stupro come arma contro i più fragili e i più deboli - a mio avviso dovrebbe essere netta.