mercoledì 19 luglio 2017

OCCASIONE DA NON PERDERE (POTENDO)

Questa proprio è l'occasione per una bella serata che meriterebbe di non essere persa, potendo.
A Lallio, alla cascina ELAV 
https://www.cascinaelav.com/rassegne/letture-in-stalla
Giovedì 27 Luglio, alle 21.00 (portatevi un ventaglio se la sera è calda)

domenica 16 luglio 2017

LA DERIVA DITTATORIALE DI ERDOGAN - UNA CAUSA (MA VISEGRAD?)

LA DERIVA DITTATORIALE DI ERDOGAN - UNA CAUSA (MA VISEGRAD?)

Ad un anno dal tentato golpe in Turchia e dalla repressione (approfittando ben oltre i colpevoli del tentato golpe per comprimere la democrazia) scatenata da Erdogan, Antonio Ferrari pubblica un commento sul Corriere della Sera che termina con questa frase.
"La deriva dittatoriale di Erdogan ha raggiunto livelli pericolosissimi. Noi europei abbiamo però una grave colpa. Se avessimo accettato il Paese nella UE, probabilmente avremmo impedito, con le nostre istituzioni, l'avanzata degli estremisti e l'arroganza del regime. Invece in Turchia si disegna uno scenario assai opaco, quasi fosco".
E' una riflessione che condividerei in pieno se non avessimo in Europa l'Ungheria di Orban e gli stati che vi gravitano attorno riuniti nel gruppo di Visegrad. Abilissimi nel prendere i soldi Europei, respingendo qualsiasi altro valore e impegno.
La storia non si fa con i Se, Ferrari ha molte ragioni ma l'evoluzione delle vicende sgretola la correttezza teorica del suo ragionamento

venerdì 14 luglio 2017

CHI E' PIù FORTE FA QUELLO CHE PUO'

Ho iniziato a leggere il libro di un greco, e ho trovato subito il richiamo a TUCIDIDE (La guerra del Peloponneso).
Incuriosito sono andato a cercare se avessi il libro nella mia libreria e sono stato fortunato.
Ho dato una scorsa trovando velocemente ciò che cercavo (non è il momento di rileggerlo tutto): il drammatico dialogo tra gli Ateniesi e i Meli.
Estrapolo velocissimamente due frasi del dialogo, entrambe espresse (secondo Tucidide) dagli Ateniesi.
Quanta contemporaneità nella cultura greca classica. E' veramente la fonte del nostro pensiero.

1. "Pretendiamo invece che si mandi ad effetto ciò che è possibile a seconda della reale convinzione che ha ciascuno di noi, ché noi siamo certi, di fronte a voi, persone informate, che nelle condizioni umane il diritto è riconosciuto in seguito a una uguale necessità per le due parti, mentre chi è più forte fa quello che può e chi è più debole cede"
2."Noi crediamo infatti che per legge di natura chi è più forte comandi: che questo lo faccia la divinità lo crediamo per convinzione, che lo facciano gli uomini, lo crediamo perchè è evidente"

mercoledì 12 luglio 2017

DISOBBEDIENZA CIVILE

HANNAH ARENDT. DISOBBEDIENZA CIVILE

Le leggi della coscienza civile dipendono perciò dall'interesse verso noi stessi. Ci dicono di evitare di compiere atti con cui faticheremmo a convivere. E' lo stesso ragionamento che spinge Camus a "sottolineare come sia necessario resistere all'ingiustizia per il benessere e la salute mentale dell'individuo". Dal punto di vista politico e giuridico tale forma di giustificazione presenta due problemi.
Il primo è che non può essere generalizzata, poiché per continuare a essere valida deve rimanere soggettiva: non è detto che la colpa con cui non potrei convivere io disturbi anche la coscienza di qualcun altro. Ne risulta una sorta di conflitto tra coscienze. " Se la decisione di infrangere la legge dipendesse davvero dalla coscienza individuale allora sarebbe difficile dal punto di vista legale considerare il dottor King (immagino si riferisca a Martin Luther King) migliore del governatore Ross Barnett del Mississippi, che credeva altrettanto fermamente nella sua causa, tanto da essere disposto ad andare in prigione per essa".

Non mi sembra una osservazione banale e, se letta con sincera introspezione, penso che crei qualche problematica riflessione in ciascuno di noi.