domenica 18 dicembre 2016

domenica 4 dicembre 2016

LA RIFORMA COSTITUZIONALE. CLICK CLOCK... IL TEMPO STA SCADENDO

La Costituzione ha 70 anni. Pur con la sciagurata riforma del Titolo V serve il Paese e al Paese da lungo tempo. Questa riforma é basilare. La domanda é: puó servire il Paese e al Paese per 70 anni? Temo di no. Una Nazione che dovesse essere costretta a modificare spesso la propria Costituzione manifesterebbe di essere in grave crisi istituzionale. Ma le variazioni che immagino causa la debolezza di alcune nuove norme sarebbero sostanziali o correttive? E quindi work in progress finalizzato con passo riformista a migliorare la struttura istituzionale?
Esiste una deriva autoritaria? La legge elettorale é fatta male, ma le elezioni sono libere. Forti concentrazioni di potere sono già esistite, abbiamo passato l'esperienza del Pentapartito, ed era la concentrazione di poteri in mano a corrotti. Con tutti i difetti la vigilanza democratica e la capacità di reazione popolare mi sembrano aumentate (vedi esempio 5stelle).
Eliminazione del bicameralismo perfetto. A noi italiani piace esprimere una classe politica mediocre, questo rende un istituto che non é negativo in se un possibile escamotage per ricatti per interessi molto particolare. Poiché la minestra la dobbiamo fare con gli ingredienti che abbiamo, toglierne uno che rovina il sapore diventa necessario
Un eccesso di realismo può essere dannoso? In una costituzione che nei primi 12 articoli fa sognare, sì. A furia di abbassare le aspettative per realismo, forse ci troveremo ad accettare di tutto. Una Costituzione é un patto tra cittadini che dice quali sono i loro doveri e i loro diritti, deve volare alto. Teoricamente dovrebbe chiedere a tutti di elevarsi per realizzare i suoi dettati e non abbassarsi alla mediocrità degli attori, perché il prossimo passo sarebbe un altro abbassamento
I Parlamentari non hanno vincolo di mandato, rappresentano la nazione, hanno l'obbligo di partecipare ai lavori. Non ci sarebbe bisogno di dirlo e metterlo in Costituzione. Già questo rappresenta una sconfitta etica per noi tutti. Però, se serve, facciamo gli orgogliosi e facciamo finta di nulla o lo scriviamo perché sappiamo cosa siamo?
Se la Costituzione é un'autostrada a nove corsie che ci consentirebbe di raggiungere ogni traguardo, ma continuiamo a zigzagare e sbattere contro i guardrail, può essere utile ridurre le corsie e rendere più obbligatori i percorsi?
É giusto che l'interesse della Nazione prevalga sui particolarismi? Sì. 
La proposta di riforma é una proposta utile all'Italia e all'Europa (che io considero mia Patria) pur contenendo debolezze ed errori che ci obbligheranno a mettere ancora mano, sia pure in ambiti particolare e non generali, nei prossimi anni?
La proposta di riforma é una proposta inutile all'Italia e all'Europa pur contenendo aspetti positivi (o diversa lettura é solo inutile) per cui vale la pena, nel respingerla, sapere che passeremo qualche mese un pò confuso con magari qualche conseguenza pratica-economica ma con il fine di mettere tutti attorno a un tavolo per tirare fuori una riforma ben fatta e condivisa? (Altra ipotesi: questa volontà di riformare la Costituzione sono fole, la Costituzione va bene e funziona così come é).
In fondo mancano ancora 12 ore alle 23.00

mercoledì 30 novembre 2016

LA RIFORMA COSTITUZIONALE. SULLA BILANCIA. 10. (sra)

 LA RIFORMA COSTITUZIONALE. SULLA BILANCIA. 10. (sra)

Dopo questo post
SI' 940
NO 860

Non mi dilungo potendo ribadire con maggiore convinzione e consapevolezza quanto ho scritto in precedenti post che richiamo
sul TITOLO 3 (il Governo)
https://sracivitas.blogspot.it/2016/09/lo-sra-cerca-di-capire-la-riforma.html
sul TITOLO 5 ( dal nuovo titolo LE REGIONI, LE CITTà METROPOLITANE, I COMUNI)
https://sracivitas.blogspot.it/2016/09/lo-sra-cerca-di-capire-la-riforma_11.html
In particolare per il titolo 5, tutt'altro che perfetto (caratteristica comune a tutta questa proposta di riforma, purtroppo, che inficia in modo non banale e non secondario  tutto il lavoro - tanto che prevedo che, fosse approvata, ci troveremo una proposta manutentiva ancora profonda tra non molti anni), la mia valutazione è positiva assegnando anche un peso notevole. La mia è una posizione di principio (sono centralista per convinzione) e per realismo - non ci voleva un genio a capire che questo pseudo federalismo avremmo semplicemente moltiplicato sprechi e corruttela.


lunedì 28 novembre 2016

LA RIFORMA COSTITUZIONALE. FRAINTENDIMENTI (sra)

LA RIFORMA COSTITUZIONALE. FRAINTENDIMENTI (sra)

Ho la sensazione che la campagna propagandistica favorevole o contraria alla proposta di riforma costituzionale sia viziata da un po' di fraintendimenti
I sostenitori del Sì, mi sembra, amano descriverci la classe politica italiana (perchè è quella che viene direttamente coinvolta, il resto dell'Italia dipende da come vengono fatte le leggi e prese le decisioni) come fosse composta da purosangue che sono imbrigliati dai laccioli posti da una Costituzione invecchiata e parzialmente inadatta e che quindi non possono (come vorrebbero e potrebbero altrimenti) lanciarsi al galoppo sulla strada della costruzione di uno Stato moderno ed efficiente.
Mi spiace, ma non mi sembra molto realistico.
A me sembra che la Costituzione in verità potrebbe andare bene anche così (al limite anche con lo sciagurato titolo V attuale).
Non sono le norme costituzionali, è l'incapacità di noi italiani di proporre una classe politica adeguata, composta da statisti disinteressati, dediti a rappresentare e lavorare per il solo interesse nazionale (senza vincolo di mandato partitico) a renderci bradipi e non puledri. Siamo noi il problema.
E allora queste proposte di modifica costituzionale, con alcune norme ben fatte e altre pessime, mi sembra siano un tentativo suggerito dalla visione della realtà cruda, pessimistica e un po' disperata, di porre delle norme sì stringenti e vincolanti da cercare di ottenere un minimo di funzionamento organico e organizzato della macchina istituzionale a tutti i livelli di democrazia delegata nei quali è suddivisa.
Ci fornisce la prova, per paradosso, proprio il fronte del rifiuto alla modifica, dall'estrema destra all'estrema sinistra, che viene rappresentato ai massimi livelli ( di visibilità e di conduzione del confronto) proprio da gran parte di coloro che sono responsabili (da decenni, non da due anni) della situazione di crisi di speranza e di visione del futuro che ha portato, giustamente o erroneamente - sia nel metodo sia nel contenuto- a questa estrema ratio.
La Costituzione è innocente, può essere una vittima sacrificale per colpe non sue o una icona immodificabile e lontana dalla realtà (la Costituzione non è stata applicata... ma chi se non noi non è stato capace di applicarla?). Ma ora siamo a un bivio: occorre cercare di capire, nel pieno della sfiducia, se è utile per il Paese, per i nostri figli e nipoti (tutti, nell'interesse della Nazione) l'una o l'altra scelta.

domenica 27 novembre 2016

LA RIFORMA COSTITUZIONALE. SULLA BILANCIA. 9. (sra)

LA RIFORMA COSTITUZIONALE. SULLA BILANCIA. 9. (sra)

Dopo questo post
SI' =800
NO= 800

Ci sono diverse valutazioni sulla serie di articoli che introducono modifiche sul titolo 2 che riguarda il Presidente della Repubblica.
Da una parte si sostiene che ora serve il 60% degli aventi diritto al voto o dei votanti (che si badi bene, dovrebbero sempre coincidere) per poter eleggere il nuovo Presidente.
Dall'altra chi con sfiducia in parte della classe politica che non si può considerare completamente immotivata, sospetta la possibilità che parte dei votanti (dal settimo scrutinio in poi) possa accettare di assentarsi sulla base di motivazioni poco pulite e onorevoli per favorire l'elezione della persona gradita alla sola maggioranza.
In un Paese normale la seconda opzione non dovrebbe neppure porsi, invece ha un suo fondamento. Non so se i proponenti della Riforma hanno in mente il secondo scenario (che li potrebbe vedere nei panni della minoranza, e quindi dei corruttibili secondo la pessimistica lettura) oppure se, come probabilmente dovrebbe essere, si pensano delle norme che si attuano in una condizione di normale moralità pubblica (quella che informa i primi dodici articoli, per intenderci).
Il dubbio è così fondato che il peso, comunque positivo, che attribuisco all'insieme degli articoli che argomentano sul Presidente della Repubblica è meno sostanziale di quanto meriterebbero.
Propendo per un SI'=60 NO=40

https://sracivitas.blogspot.it/2016/08/lo-sra-cerca-di-capire-la-riforma_28.html

RIFORMA COSTITUZIONALE. SULLA BILANCIA. 8. (sra)

RIFORMA COSTITUZIONALE. SULLA BILANCIA. 8. (sra)

Dopo questo post, sulla mia personale bilancia il SI' pesa 740 e il NO pesa 760

L'articolo valutato in questa "pesata" è l'articolo 82 relativo alle Commissioni d'inchiesta.
Probabilmente in termini di "consistenza pratica" nella vita dello Stato, l'incidenza è relativamente bassa. Subentra, in questo ambito di valutazione, la necessità di calibrare i pesi, ma si va troppo nel sofisticato. Occorre però tenerne conto nella valutazione complessiva.
L'ampio margine di valutazione negativa sul questo articolo modificato dalla proposta di riforma deriva dalla delusione per l'occasione persa rappresentata dalla modifica imputata al Senato. Questo articolo rappresenta, a mio avviso, una pezza peggiore del buco.
Ribadisco quanto ho scritto nella precedente analisi.
https://sracivitas.blogspot.it/2016/08/lo-sra-cerca-di-capire-la-riforma_21.html

Articolo 82
SI=30
NO=70

sabato 26 novembre 2016

RIFORMA COSTITUZIONALE. SULLA BILANCIA. 7. (sra)

RIFORMA COSTITUZIONALE. SULLA BILANCIA. 7. (sra)
Situazione attuale (dopo questo post)
SI' 710
NO 690
Esprimo una moderata valutazione positiva per la riformulazione dell'articolo 75 della Costituzione. Credo che il diverso conteggio del quorum corrispondente a una diversa quantità di firme raccolte sia un elemento che aiuta la partecipazione e penalizza chi invita ad "andare al mare" rendendo equivalente l'astensione al voto contrario alla abolizione della legge che si vuole cancellare. Abbiamo avuto ben tristi esempi ultimamente. Non viene cancellata la possibilità di ottenere l'indizione del referendum con la raccolta del solito numero di firme, viene data una possibilità che rafforza i proponenti se questi sono capaci di raccogliere un numero maggiore di firme
Questo scrivevo a proposito della norma:
https://sracivitas.blogspot.it/2016/08/lo-sra-cerca-di-capire-la-riforma_7.html
Per quanto riguarda gli articoli 77,78,79,80 e 81 posso solo ribadire la mia difficoltà di comprensione. Rispetto a quanto scrivevo qui
https://sracivitas.blogspot.it/2016/08/lo-sra-cerca-di-capire-la-riforma_9.html
posso solo porre maggiore attenzione sul sesto paragrafo dell'articolo 77 (nuovo) che recita
"I decreti (legge del Governo) recano misure di immediata applicazione e di contenuto specifico omogeneo e corrispondente al titolo" che, se ho ben letto alcuni commentatori, dovrebbe impedire che in un decreto si inserisca di tutto.
Per quanto riguarda l'articolo 75, sulla mia personale bilancia il SI' pesa 60, mentre sugli articoli 77/81, più per analfabetismo funzionale che per altro, la bilancia rimane immobile come le mie cellule grigie

mercoledì 23 novembre 2016

RIFORMA COSTITUZIONALE. SULLA BILANCIA. 6. (sra)

RIFORMA COSTITUZIONALE. SULLA BILANCIA. 6. (sra)
In questo capitolo riprendo ciò che ho scritto a suo tempo sulla modifica dell'articolo 71 e sulla modifica dell'articolo 72.
La mia è una valutazione positiva sulla modifica dell'articolo 71 ( ma non entusiasta, diciamo che il Sì pesa per 55), mentre è una valutazione negativa sulla modifica dell'articolo 72 (anche in questo caso non fortemente negativa - riconosco qualche ragione - facendo pesare il NO per 60)
Così dopo l'articolo 72 il Si' pesa 600 e il NO pesa 600 8 un po' di indecisione, nevvero?)
Questa la mia valutazione sull'articolo 71
https://sracivitas.blogspot.it/2016/07/lo-sra-cerca-di-capire-la-riforma_24.html
L'apprezzamento per l'aver messo in norma l'obbligo dell'incardinamento nei lavori parlamentari della proposta di legge di iniziativa popolare (anche con la fatica di un alto numero di firme di sostegno) non mi fa dimenticare che sancisce, e cerca di porre rimedio con un obbligo costituzionale, ad un  atteggiamento castale dei Parlamentari che, se lasciati liberi, snobbano alla grande questo strumento di partecipazione popolare. Non vivendo nel migliore dei mondi possibili, la norma mi sembra positiva e necessaria. Non è al riparo dai giochi delle lobbies portatrici di interessi non sempre (forse mai) cristallini e rivolti al bene della nazione (vedere nota su ultimo comma)
Questa è la mia valutazione sull'articolo 72
https://sracivitas.blogspot.it/2016/07/lo-sra-cerca-di-capire-la-riforma_30.html
In questo caso la valutazione negativa, anche se risicata, dipende dal rendere, a mio avviso, negletto il ruolo del Parlamento. Non mi convince pienamente, anche se realisticamente non posso nascondere che così ormai avviene, l'assunzione di un ruolo legislativo da parte dell'esecutivo. Da una parte il Parlamento, anche a causa della mancata riforma del Senato come "Camera della Conoscenza" appare assolutamente in difficoltà nello studiare, elaborare e proporre leggi, dall'altra mi stupisce,e mi preoccupa, come non ci sia una levata di scudi da parte degli attuali Parlamentari ( che credo non desiderino che la loro esperienza finisca con il termine della legislatura), descritti come meri esecutori degli ordini dei Leaders dei partiti o movimenti, per protestare il loro essere uomini liberi, servitori dello stato, dediti al benessere della Cosa Pubblica e della Nazione e dichiararsi pronti a disobbedire se richiesti di votare leggi contrari alla loro missione. Se pensassi che il parlamento fosse composto da uomini così, non avrei problemi ad approvare l'articolo 72. Ma temo che, invece ...E allora sarebbe meglio rinforzare la funzione legislativa della Camera dei Deputati (e applicare il massimo sforzo perchè l'apparato burocratico stili i regolamenti applicativi in tempi assolutamente rapidi e contingentati)

lunedì 21 novembre 2016

RIFORMA COSTITUZIONALE. SULLA BILANCIA. 5. (sra)

RIFORMA COSTITUZIONALE. SULLA BILANCIA. 5. (sra)

Sono di fronte al tanto vituperato articolo 70. L'articolo che passa da due righe a nove paragrafi, la cui lettura (e difficile comprensione) avrebbe dovuto convincere a respingere la riforma. non condivido l'approccio ne mi convince. Non apprezzo la forma di questo articolo, e lo spiego con altrettanto abbondante uso di parole in questo post
https://sracivitas.blogspot.it/2016/07/lo-sra-cerca-di-capire-la-riforma_17.html
chiamandolo "bicameralismo confuso", ma faccio di necessità virtù, e applico la massima milanese, piuttosto che niente è meglio piuttosto.
Io sono stato, sin dalla prima ora, sostenitore del "Senato della conoscenze", (Massarenti, senatrice Cattaneo), e quindi togliendo completamente alcun potere legislativo al Senato.
Questa confusa attribuzione di compiti e poteri compie parte del percorso, e, motivo del mio parere comunque favorevole, rompe il meccanismo del bicameralismo perfetto (anch'esso non negativo in se, ma impraticabile con la nostra classe politica).
Più leggo questa parte della riforma, più mi convinco che in realtà la strutturazione di questa nuovo Senato non sia che il primo passo. Nell'ipotesi dell'approvazione della riforma, tra qualche anno, considerata e verificata l'assoluta inutilità e improduttività di questa struttura, il Senato verrà definitivamente abolito, perdendo quella possibilità di farne una Camera di studio  (timidamente prevista nell'ultimo comma dell'articolo 70) che tanto sarebbe utile a una classe politica che spesso decide su argomenti che non conosce (illuminante la lettura delle pagine della Senatrice a vita Cattaneo)
per questo il peso favorevole, che pure esiste, non può essere più alto di 70.
Situazione aggiornata
SI' 505
NO 495


RIFORMA COSTITUZIONALE. SULLA BILANCIA. 4. (sra)

RIFORMA COSTITUZIONALE. SULLA BILANCIA. 4. (sra)
Due articoli della Costituzione che vengono modificati nella proposta di riforma per la quale siamo chiamati al voto referendario.
Per l'articolo 64 la valutazione che ho fatto è ampiamente positiva.
Questa sono le mie motivazioni
https://sracivitas.blogspot.it/2016/07/lo-sra-cerca-di-capire-la-riforma_10.html

Al contrario la riformulazione dell'articolo 67 non mi trova consenziente. Non è l'assenza di vincolo di mandato, che pur trattandosi di un atto di fiducia fino ad ora ampiamente immeritato dai parlamentari passati e attuali mi vede d'accordo, piuttosto è l'aver tolto il mandato di rappresentanza della Nazione (io interpreto: aver sempre come stella polare l'interesse generale).
https://sracivitas.blogspot.it/2016/07/lo-sra-cerca-di-capire-la-riforma_12.html

articolo 64: peso 80 per il SI
articolo 67: peso 55 per il NO
Aggiornamento dei pesi
SI': 435

NO: 465

sabato 19 novembre 2016

SISTEMI ELETTORALI ( di Enrico Maria Giuliani ) anno 1991

SISTEMI ELETTORALI ( di Enrico Maria Giuliani ) anno 1991
cap. 5
Il dibattito odierno
Da qualche anno sembra di moda il termine "governabilità" o nella versione contraria/simmetrica "ingovernabilità".
Se ne parla a iosa e volte con accezione mal post e di difficile comprensione.
Il tema coinvolge teorie catastrofiste ed altre più concrete e meno pericolose dal punto di vista democratico

giovedì 17 novembre 2016

RIFORMA COSTITUZIONALE. SULLA BILANCIA. 3. (sra)

RIFORMA COSTITUZIONALE. SULLA BILANCIA. 3. (sra)

Valutazione dell'articolo 59 : trasformazione dei Senatori per merito da "Senatori a Vita" a "Senatori a Tempo".
Questa l'analisi che confermo
https://sracivitas.blogspot.it/2016/07/lo-sra-cerca-di-capire-la-riforma_5.html
Valutazione fortemente negativa. Peso per il NO: 70

Valutazione dell'articolo 63 ( Cariche negli organi del Senato da valutare in relazione agli impegni nei governi regionali o locali). L'ho battezzata: se mi rimane tempo...
Questa l'analisi che confermo
https://sracivitas.blogspot.it/2016/07/lo-sra-cerca-di-capire-la-riforma_6.html
Valutazione negativa, Peso per il NO: 60

Peso complessivo:
SI': 310. NO 390

mercoledì 16 novembre 2016

LEGISLAZIONE CONCORRENTE NELLA "LEGGE FONDAMENTALE DELLA REPUBBLICA FEDERALE DI GERMANIA

LEGISLAZIONE CONCORRENTE NELLA "LEGGE FONDAMENTALE" DELLA REPUBBLICA FEDERALE DI GERMANIA

Art. 72 (Legislazione concorrente)
1) nell'ambito della legislazione concorrente, i Laender hanno competenza legislativa solo quando e nella misura in cui il Bund non faccia uso del suo diritto di legiferare.
2) il Bund ha in questo ambito il potere di legiferare nel caso sussista la necessità di una disciplina legislativa federale se:
1.una questione non può esser efficacemente regolata dalla legislazione dei singoli Laender, o
2. la regolazione di una questione mediante la legge di un land potrebbe nuocere agli interessi degli altri Laender o della collettività, o
3. lo richiedono la tutela dell'unità giuridica o dell'unità economica, ed in particola modo la tutela dell'uniformità delle condizioni di vita, prescindendo dai confini territoriali di ogni singolo Land.

martedì 15 novembre 2016

RIFORMA COSTITUZIONALE. SULLA BILANCIA. 2 (sra)

RIFORMA COSTITUZIONALE. SULLA BILANCIA. 2 (sra)
dopo l'articolo 57 il Sì pesa per 240 e il No pesa per 260

Articolo 57
"Con legge approvata da entrambe le Camere sono regolate le modalità di attribuzione dei seggi e di elezioni..."
Suona un po' strano leggere la norma perchè nel dibattito odierno sembra che le modalità di elezione o nomina dei nuovi Senatori sia già stata decisa.
L'indeterminatezza della norma e la conseguente difficoltà di comprensione e di proiezione mi porta a limitare il peso, comunque negativo, su questa parte di riforma
95 Senatori. Valutazione negativa. Mi chiedo: per il ruole che gli è riservato perchè non avere un Senato ancora più ridotto, per esempio 2 per ogni Regione.
Nella pagina che linko ho commesso un errore paragonando il progetto di Riforma con la situazione del Senato americano.

http://sracivitas.blogspot.it/2016/07/lo-sra-cerca-di-capire-la-riforma_2.html

Scrivevo che negli USA stati popolosi e stati spopolati hanno lo stesso numero di Senatori e questo non crea problema. In realtà Tonello, nel suo libro sulla Costituzione USA ci spiega che invece è un problema (e contemporaneamente mi rende edotto che la mediazione di Élite che hanno approfondito e studiato un problema vale un po' di più del mio "giudicare a sentimento" - Baricco e Serra hanno ragione).
Ma il Senato residuale italiano non è e non sarà simile a quello USA, quindi ribadisco che per me Senatori per regione sarebbero sufficienti (non nego che la mia visione riduzionistica derivi dalla valutazione fortemente negativa della proposta della Ministra Boschi). Toglierei, ragionando sulla realtà effettiva e non desiderata, ovvero su questa proposta di Senato, i Sindaci, mi sembrano calati in modo strumentale dall'alto, pedaggio pagato a una caricatura di federalismo che, in Italia, ha solo fallito.
Non considero neppure la narrazione del risparmio dei costi della Politica. I costi della Politica non sono gli stipendi dei rappresentanti popolari (che devono essere guadagnati con il sudore della fronte, non tagliati più per accontentare i Masanielli così diffusi tra di noi oggi), bensì tutte le prebende, i vitalizi, i diritti acquisiti e i benefit immeritati che per anni sono stati distribuiti e contro i quali uno stato Sovrano non riesce a porre rimedio e contro i quali il massimo sforzo e il massimo impegno avrebbe meritato tutto lo spreco di intelligenze e risorse che oggi si spendono nel dibattito costituzionale.
Pesata dell'articolo 57: 70 per il NO
Peso complessivo: Sì 240, No 260



lunedì 14 novembre 2016

RIFORMA COSTITUZIONE. SULLA BILANCIA. 1 (sra)

RIFORMA COSTITUZIONE. SULLA BILANCIA. 1 (sra)
Provo a pesare, articolo per articolo, la riforma, con la curiosità di capire se, non leggendola come un unicum (come siamo chiamati a considerarla dalla unica domanda referendaria- a mio avviso un errore e una forzatura), alla fine dovrei propendere per il SI' o per il NO. Ovviamente la valutazione politica complessiva rimane libera e può rovesciare l'esito
L'indice è basato su 100 per ogni punto saliente
Parto dall'articolo 55
Le valutazioni che ho fatto qualche tempo fa, rilette, mi sembrano ancora valide.
http://sracivitas.blogspot.it/2016/07/lo-sra-cerca-di-capire-la-riforma.html

1. promozione equilibrio tra donne e uomini. Molto positivo 90 per il Sì
2. Il Deputato rappresenta la Nazione. (nella mia visione politica anche un Consigliere Comunale rappresenta la Nazione). La norma è corretta e da sostenere. In linea valoriale e teorica. Ovviamente rifiuta il vincolo di mandato. C'è un rischio. Per ora l'esperienza del non rispondere che a sé stessi vale,e varrebbe, se i Parlamentari (e i Politici in genere) avessero fatto sfoggio di lungimiranza e dimostrato di essere Statisti. Invece. Però dobbiamo considerare la norma nel suo significato profondo. Non riesco a spingermi oltre un 60 per il Sì.
3. Fiducia solo alla Camera. Confesso che mi blocca la legge elettorale attuale (capilista bloccati, in più collegi, con un premio di maggioranza forse troppo alto). E un po' di sfiducia generale che taglia le gambe anche al vero cambiamento di questo Paese. mi blocco su un 50 per ciascuna delle due parti. Perché anche in questo caso sul principio generale sono d'accordo.
4. Il nuovo Senato. Pessimo, molto mal fatto. Confuso. Non voglio essere offensivo nei giudizi, ma purtroppo questa norma, che è una delle pietre angolari della Riforma è parecchio deludente. Mi viene quasi da pensare che sia in realtà solo un primo passo, per poi, tra qualche anno, considerato il fallimento di un Senato così congegnato, introdurre una seconda riforma alla quale nessuno possa opporsi, per chiudere definitivamente il Senato. Insomma mi viene da pensare che sia mancato il coraggio di farlo subito. Grande occasione persa del Senato delle Conoscenze (vedi Sole 24 ore e sen, Cattaneo). 90 per il NO.

Alla fine dell'articolo 55 : 210 per il Sì e 190 per il No.

domenica 13 novembre 2016

LA MIGLIOR SCIENZA, LA MIGLIOR POLITICA, LA MIGLIOR DEMOCRAZIA (ELENA CATTANEO)



LA MIGLIOR SCIENZA, LA MIGLIOR POLITICA, LA MIGLIOR DEMOCRAZIA (ELENA CATTANEO)

Elena Cattaneo: Politica e scienza mirano entrambe al benessere della società ed entrambe sono basate sulla libertà e sul continuo confronto. La miglior Scienza, la miglior Politica e contestualmente la miglior Democrazia si basano su una serie di concetti estremamente importanti che la cultura occidentale ha faticato secoli per raggiungere. Si chiamano, per me, tolleranza e responsabilità ma anche scetticismo, rifiuto dell'autoritarismo nel rispetto dei fatti, libertà delle idee e di accesso ai risultati per tutti.

ELENA CATTANEO: SENATO DELLE CONOSCENZE, UN'OCCASIONE PERSA DA QUESTA RIFORMA

ELENA CATTANEO: SENATO DELLE CONOSCENZE, UN'OCCASIONE PERSA DA QUESTA RIFORMA

Sintetizzo brutalmente ma spero correttamente il senso del capito "Riforme costituzionali:impossibile non appassionarsi" tratto dal libro OGNI GIORNO scritto dalla Senatrice a Vita Elena Cattaneo.
Ho iniziato questo libro praticamente dal fondo (questo capitolo è il penultimo) perchè prossimi al giorno del voto mi interessava sentire il parere di questa illustre cittadina.
Ho avuto il piacere di ritrovare due concetti che ho sostenuto dall'inizio della discussione sulla riforma:
il sostegno alla proposta del Senato delle Conoscenze
la preferenza per un voto per gruppi di tematiche sulle quali si dipana la proposta di riforma della Costituzione piuttosto che un SI/NO secco che impedisce al cittadino di esprimersi con compiuta libertà
Alcuni stralci del testo della Senatrice:
"Nell'approfondire la riforma del Senato è nata e si è precisata l'idea si un "senato delle Conoscenze", capace cioè di includere in qualche modo (anche) delle personalità con "competenze specialistiche" in molti settori e discipline, in numero da definire, al di là e aggiunte a quelle prettamente politiche, utili a costruire e rafforzare il nostro rapporto con il mondo moderno.
(...)
Sono decenni che parole come scienza, ricerca, tecnologia e innovazione sono usate nelle discussioni politiche puramente a fini retorici, ma sono escluse dal vocabolario e dal circuito legislativo italiano.
(...)
Negli ultimi  vent'anni si è anche, purtroppo, spesso fatto scempio delle competenze scientifiche e tecniche proprio in Parlamento e, di conseguenza, strame del rapporto di fiducia col cittadino
(...)
Eppure scienza e politica dovrebbero essere naturalmente alleate, con piena convergenza di intenti. La scienza dovrebbe cercare i fatti, la politica dovrebbe sentire l'urgenza di acquisirli per poi discutere dei valori associati a quei fatti e quindi legiferare, con i cittadini "consapevoli e informati adeguatamente" a fare da sentinella e a controllare la validità di quelle scelte
(...)
Questo, per me, è il significato corretto e la valenza del concetto democratico di "lasciare l'ultima parola alla politica". Un'ultima parola  che, nel decidere, non prescinda dalla verifica dei fatti che gli studi evidenziano. "un'ultima parola che non si ingegni di inventarsi o a manipolare i fatti per sostenere delle mere preferenze o opinioni non basate su prove, "raccontando" favole ai cittadini
(...)
Una Camera Alta che includa alcune altissime competenze anche in ambito scientifico (nel senso più vasto del termine) troverebbe nell'autorevolezza anche di questi membri la capacità di incidere efficacemente per la determinazione delle politiche pubbliche, pur se è immaginata priva del rapporto fiduciario con l'esecutivo
(...)
Il mio voto (...) è stato dettato da un senso di smarrimento e dal rammarico per l'occasione perduta - a mio parere -  di dotare il Paese di un assetto istituzionale in grado di meglio fronteggiare le sfide del presente e del futuro e soprattutto di farlo seguendo altri metodi."

giovedì 10 novembre 2016

REFERENDUM COSTITUZIONALE. RESPINTO IL "RICORSO ONIDA". PECCATO. ONIDA AVEVA RAGIONE

REFERENDUM COSTITUZIONALE. RESPINTO IL "RICORSO ONIDA". PECCATO. ONIDA AVEVA RAGIONE

Oggi il ricorso presentato dal prof Onida è stato respinto. Non si parla più dello spacchettamento del referendum. L'obiezione che la vastità ed eterogeneità delle tematiche sottoposte ad un unico quesito, favorevole o contrario, fosse pregiudizievole della libertà di scelta dei cittadini non è stata accolta.

Mi spiace.

Sicuramente i giudici hanno deciso secondo scienza e coscienza e sono più preparati di quanto lo sia io, però come cittadino faccio fatica a capire.

Dovendo scegliere su una tematica così composita con un SI/NO che mi obbliga ad accettare quanto ritengo errato o a respingere quanto ritengo giusto ( a secondo della scelta che, per ora, non è ancora compiuta) mi fa sentire, in realtà, come cittadino, leso nei miei diritti.

una sintesi riassuntiva tratta dal sito www.ansa.it
IL RICORSO DI ONIDA - La motivazione centrale dell'azione riguardava il fatto che in un unico quesito vengono sottoposti all'elettore una pluralità di oggetti eterogenei. Nei ricorsi si chiedeva il rinvio della questione alla Corte Costituzionale. La legge sottoposta a referendum - secondo il ricorso - "ha oggetto e contenuti assai eterogenei, tra di loro non connessi o comunque collegati solo in via generica o indiretta, e che riflettono scelte altrettanto distinte, neppure tra loro sempre coerenti". Ma "la sottoposizione al corpo elettorale dell'intero variegato complesso di modifiche mediante un unico quesito", "viola in modo grave ed evidente la libertà del voto del singolo elettore", "arrecando radicale pregiudizio allo stesso principio democratico proprio in occasione dell'esercizio diretto della sovranità popolare al suo livello più alto: cioè nella ridefinizione delle regole del patto costituzionale"

martedì 25 ottobre 2016

S.R.A. - RIFORMA COSTITUZIONALE. POTREI SBAGLIARMI, MA A MIO AVVISO VALERIO ONIDA HA RAGIONE

LO S.R.A. CERCA DI CAPIRE LA RIFORMA COSTITUZIONALE_ CONSIDERAZIONI SUL RICORSO PRESENTATO DA VALERIO ONIDA

Ho cercato di trovare il testo del ricorso presentato da Valerio Onida contro il testo del quesito che troveremo sulla scheda referendaria (e contro, a quanto ho capito, alle fondamenta stesse delle modalità di richiesta di espressione della volontà popolare).
In realtà ho trovato solo commenti, non sono riuscito a trovare il testo del ricorso.
Su un blog ho trovato della documentazione più precisa.
Leggo che il ricorso si eleva contro l'eterogeneità dei quesiti, cioè la legge che forma oggetto del referendum avrebbe "contenuti assai eterogenei, tra di loro non connessi o sempre coerenti", " la sottoposizione al corpo elettorale dell'intero variegato complesso di modifiche mediante un unico quesito", "viola in modo grave ed evidente la libertà del voto del singolo elettore", "arrecando radicale pregiudizio allo stesso principio democratico proprio in occasione dell'esercizio diretto della sovranità popolare al suo livello più alto: cioè nella ridefinizione delle regole del patto costituzionale". Inoltre Valerio Onida contesta che non si indichino gli articoli della Costituzione sottoposti a modifica, facendo diventare il referendum non più la approvazione o respingimento di una revisione della Costituzione, bensì la decisione su un'altra legge costituzionale.
Ora, a mio avviso Onida riprende una delle prime discussioni (poi cassata) sulla possibilità di votare per le singole variazioni proposte dalla legge Boschi. Proposta che a suo tempo avevo trovato valida e motivata e che vedo con piacere ripresa con ben altra autorevolezza.
Ci sono alcune domande che sono automatiche pensando al possibile esito di questo ricorso.
Nel caso le pronunce dei tribunali costituzionali fossero favorevoli ad Onida, cosa accadrebbe? Mi interessa perchè io non sono per annullare il referendum ed annullare la riforma della Costituzione, semplicemente mi piacerebbe si potesse far proseguire quanto di buono e di utile c'è e cancellare quanto di sbagliato o di non utile vi leggo.
Posto che si decida di spacchettare il referendum in diverse domande, non quindi chiedendo una approvazione a tutto o nulla, ma alle singole parti, questo è un processo realizzabile?
Le modifiche della Costituzione possono essere realizzate se non approvate in blocco?
Ci sono possibilità di riunione in modo necessario e coerente alcuni articoli facendo anche in modo che il voto per gruppo consenta la libera  manifestazione del diritto di voto del cittadino?
Come può il cittadino, votando si o no ai singoli articoli o gruppi di articoli variati, prefigurare una visione razionale e coerente della "sua " riforma costituzionale? (esclusi ovviamente i contrari a tutto e i favorevoli a tutto).
Quante dovrebbero essere le schede per poter dividere i quesiti in modo omogeneo conservando però la possibilità per il cittadino di essere influente con il suo voto sulle principali questioni della proposta di Riforma (faccio un esempio personale: io sono favorevole alla fine del bicameralismo perfetto e alla fiducia concessa dalla sola Camera dei Deputati, ma sono contrario al pastrocchio in cui è stato ridotto il Senato; si dovrebbe, per me, votare su due schede differenti l'approvazione o il respingimento delle modifiche della sezione uno e della sezione due del Titolo 1 Il Parlamento).
Insomma, se come auspico, il ricorso viene accolto, per non buttare il bambino con l'acqua sporca, servirebbe un conseguente lavoro tecnico di alto livello, teso a dare voce ai cittadini pià che a intortarli con gli effetti speciali o la falsa opzione pro o contro Renzi.

domenica 11 settembre 2016

LO S.R.A. CERCA DI CAPIRE LA RIFORMA COSTITUZIONALE_16.1 TITOLO V LE REGIONI, LE CITTA' METROPOLITANE, I COMUNI ARTT. 114-133

LO S.R.A. CERCA DI CAPIRE LA RIFORMA COSTITUZIONALE_16.1 TITOLO V LE REGIONI, LE CITTA' METROPOLITANE, I COMUNI ARTT. 114-133

Questa parte tratta della famosa riforma del TITOLO V della Costituzione. Sono numerosi articoli con variegate modifiche o abrogazioni. Non mi sembra si tratti solo di togliere la parola PROVINCE e di inserire il nuovo termine di CITTA' METROPOLITANE (per inciso, sono andato a vedere che significato ha METROPOLITANO sul vocabolario Treccani, beh, non è che sia un termine lusinghiero per cittadini, come me, di Trezzo che fa parte della CITTA' METROPOLITANA DI MILANO. Ecco cosa dice la Treccani: “b) che appartiene a una metropoli, cioè alla città principale di uno stato, o in genere, a una grande città (…) in relazione al formarsi di estese conurbazioni, che in quanto tali tendono ad attenuare l'importanza dei grandi centri urbani, l'agg. È spesso usato nel linguaggio politico e sociologico (…) per connotare territori di recente (recente Trezzo???) urbanizzazione, per lo più indifferenziati e privi di un centro di riferimento, talvolta caratterizzati da degrado edilizio e sociale”. Sicuramente non è questa la visione del Parlamento, ma questo ho trovato).
Occhieggiando qua e la il dibattito (meglio per ora le reciproche invettive, che di dibattito ne ho visto poco) sulla Riforma, non mi sembra che questa parte sia al centro dell'attenzione, ci si concentra di più sulla lunghezza dell'articolo 70.
Forse in molti esiste la consapevolezza che la precedente modifica del titolo V della Costituzione fu figlia della debolezza di pensiero e di una visione miope timorosa verso che coloro che sembravano essere gli astri nascenti della politica e che sono finiti o a giudizio, o a vivacchiare grazie alle generosità dello stato.
Non ricordo il dibattito politico di quei tempi, ricordo il clima plumbeo.
La cessione di potere, con la legislazione concorrente, alle Regioni non fu altro, in estrema sintesi, che una moltiplicazione per venti dei difetti esistenti, in cambio di benefici dei quali ora non me ne viene in mente neanche uno. Non ci voleva un genio per capirlo, lo avevo intuito io, e se lo avevo intuito io...
Mi piacerebbe, avendo il tempo, di andare a ricercare un po' di motivazioni espresse a quel tempo.
L'analisi delle modifiche contenute in questo ambito mi sembra un po' complesso e un po' da specialisti.
Cercherò qualche supporto meglio attrezzato.
Per ora mi limito a scrivere che personalmente, in generale, vedo con favore questo intervento. Che sicuramente non sarà perfetto, anzi, queste CITTA' METROPOLITANE mi convincono molto poco
Come idea generale, io sono favorevole a uno Stato centralizzato fondato, amministrativamente, su una forte burocrazia ferrea, efficiente, formata in scuole nazionali di alto profilo ed estremamente selettive e con e in grado di inculcare un forte sentimento di essere “civil servant”. Un servizio per lo Stato nel quale è difficile entrare ma è facile essere espulsi.
Una burocrazia i cui esponenti sono in grado di lavorare in diversi settori e la cui carriera è soggetta a continue e costanti rotazioni con spostamenti di settore e di ambito geografico.
Al limite, se ci fossero limiti seri che rendessero le cariche elettive politiche soggette a forti e continui ricambi (nonostante le polemiche di questi giorni su Roma io non credo alla “carriera di politico” e sono favorevole al limite dei mandati e, per assurdo, visto la situazione, al sorteggio delle cariche politiche – magari negli ambiti più territoriali - )non sarei contrario per principio allo “spoiling system”, valutando che la fiducia tra burocrate e politico possa far compensare la direzione ideale e politica di determinate scelte con il limite temporale del mandato politico e il collegato limite temporale della carica burocratica.

Continua con l'analisi delle modifiche.

giovedì 8 settembre 2016

LA RICCHEZZA DEL MONDO ... E' STATA COSTRUITA DAGLI SCHIAVI

LA RICCHEZZA DEL MONDO ... E' STATA COSTRUITA DAGLI SCHIAVI

R. Kapuscinski -  IN VIAGGIO CON ERODOTO

"Ci siamo mai soffermati a pensare che, fin da tempi immemorabili, la ricchezza del mondo (dai sistemi di irrigazione della Mesopotamia alle muraglie cinesi,; dalle piramidi egizie fino all'acropoli d'Atene, dalle piantagioni di zucchero cubane a quelle di cotone in Louisiana e nell'Arkansas; dalle miniere di carbone della Kolyma alle autostrade tedesche ) è stata costruita dagli schiavi? E le guerre? Quante ne sono state fatte per catturare gli schiavi? Per catturarli, incatenarli, incalzarli a frustate e violentarli, assaporando il gusto di essere il padrone assoluto di un essere umano? Era la principale, spesso l'unica ragione di guerra; una molla possente e non di rado chiaramente ammessa"

domenica 4 settembre 2016

LO S.R.A. CERCA DI CAPIRE LA RIFORMA COSTITUZIONALE_15. IL GOVERNO ARTT. 92-99

LO S.R.A. CERCA DI CAPIRE LA RIFORMA COSTITUZIONALE_15. IL GOVERNO ARTT. 92-99

Le modifiche contenute in queste articoli riguardano, per la gran parte, la perdita del potere di “dare la fiducia” al Governo da parte del Senato. Insomma un altro tassello che sancisce la fine del bicameralismo perfetto. La mia valutazione, banale e forse poco scientifica, a questa parte della riforma, è una valutazione positiva. Non perché ritenga che il bicameralismo perfetto fosse, come lo stanno dipingendo, la causa del “blocco” dell'Italia o la voragine dove spariscono i costi della politica. Queste sono, scusare il francesismo, “balle” che ci vengono propinate in vece di una vera e sincera analisi dei “pesi” che impediscono a questa Nazione di crescere, da chi dovrebbe piuttosto ammettere la propria mediocrità e avere il coraggio di dire che, non provenendo da Marte dall'Italia stessa, è tutta la popolazione che è il peso di sé stessa e che dovremmo tutti guardarci dentro e “crescere” culturalmente e politicamente.

Però, proprio come cartina di tornasole e non causa della mediocrità della classe politica, non potendo cambiare istantaneamente la stessa (in questa comprendo sia chi è favorevole sia chi si oppone alla modifica costituzionale che non può atteggiarsi a verginella), occorre fare di necessità virtù, e togliere quell'appiglio che consentiva a forze con minimo seguito ma con forti interessi, a parlamentari con scarso senso dello Stato ma forte senso dei propri interessi, a gruppi di potere ben coesi (io sono figlio del Berlinguer della intervista a Scalfari che ogni tanto andiamo a rileggere), di bloccare, con il succedersi delle navette, l'interesse generale a favore di minuscoli ma deleteri interessi particolari.

Il secondo comma dell'articolo 27 viene così modificato.

I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento, l’imparzialità e la trasparenza dell’amministrazione
.

La modifica consiste nell'inserimento della parola “trasparenza” dopo “buon andamento” e “imparzialità”

Mi sembra una Renzata, un placebo politico che non cambia nulla, non risolve nulla, non avrà nessun effetto pratico, ma che ci fa sentire più buoni, più moderni, più democratici.

Mi piacerebbe vedere come nel concreto cambieranno i regolamenti e le organizzazioni degli uffici pubblici quando questa norma sarà da applicare. Forse pubblicheranno gli stipendi dei dirigenti (che qualsiasi sciocchezza combineranno, qualsiasi conduzione inefficiente produrranno, continueranno a prendere, senza che mai ci sarà un responsabile che pagherà quanto dovrebbe pagare perchè nessuno renderà conto di nulla.


domenica 28 agosto 2016

LO S.R.A. CERCA DI CAPIRE LA RIFORMA COSTITUZIONALE_14 IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 83-91

LO S.R.A. CERCA DI CAPIRE LA RIFORMA COSTITUZIONALE_14 IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 83-91

Mi sembra che, fatto salvo i necessari aggiustamenti causati dalla perdita della parità tra Camera e Senato, il punto cruciale risieda nelle modalità di elezione del Capo dello Stato.
anche mediaticamente la discussione appare incentrata soprattutto sulla modifica dell'articolo 83, alla luce anche della combinazione con la legge elettorale (sono sempre più convinto che quella pessima legge elettorale condizioni negativamente il dibattito sulla riforma costituzionale).
Cosa dice l'articolo 83 modificato:
(è il terzo comma, che diventerà secondo perchè il precedente secondo viene abrogato)
L’elezione del Presidente della Repubblica ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza di due terzi della assemblea. Dal quarto scrutinio è sufficiente la maggioranza dei tre quinti dell’assemblea. Dal settimo scrutinio è sufficiente la maggioranza dei tre quinti dei votanti.

Esplicitando i numeri: abbiamo 730 votanti (più i "Senatori a tempo"). Di questi 630 sono della Camera e 100 del Senato. Prime votazioni: servono i due terzi dei votanti, quindi 487 voti (più o meno, se non ho sbagliato i conti). Una bella maggioranza, l'auspicio ovviamente è quello di un risultato positivo da ottenere in una delle prime tre votazioni. Un Capo dello Stato condiviso in una Nazione dove non abbiamo più avversari politici ma nemici (generalmente delinquenti e corrotti, e se va bene falsi e inaffidabili), un Capo dello Stato garante e rappresentativo di tutti è una benedizione.
Dal quarto voto servono i tre quinti di 730, ovvero 438, che è sempre un bel numero. Sono almeno due giorni di tempo per trovare un accordo su una figura rappresentativa.
Dal settimo scrutinio, credo dal quinto giorno se ho contato bene, servono i tre quinti ma dei presenti al voto. Insomma se un partito "va sull'Aventino", perde la sua influenza sull'andamento del voto.
Gli esperti ci dicono che l'articolo 64 della Costituzione prevede che le Camere possano funzionare con la presenza della maggioranza dei propri componenti. Quindi ho contato che non possono esserci meno di 367 presenti, e di questi tre quinti sono 220, Il Partito di maggioranza, grazie alla legge e con il supporto di qualche consigliere regionale e sindaco (se è di maggioranza, sia pure relativo, dovrà per forza avere forza anche nelle Città e nelle Regioni) abbondantemente supera questo limite. Questo obbliga quindi tutte le forze politiche a rimanere sul campo e a schierarsi (è vero che c'è il voto segreto, ma indicazioni di voto dovranno essere date) e in un certo senso chiama sia alla responsabilità che alla necessità di riconquistare quella prerogativa della politica da statista, e non da Masianello, che è la discussione, la mediazione, lo smussamento degli angoli e l'accordo, possibilmente "alto"

sabato 27 agosto 2016

L'ODIO PIU' FACILE

L'ODIO PIU' FACILE

"L'attrattiva dell'agitazione etnica sta tutta in questa sua facilità e accessibilità: il diverso si riconosce a colpo d'occhio, chiunque può vederlo e memorizzarne l'aspetto. Non occorre leggere libri, riflettere, discutere: basta guardare."

R.Kapusinski - Zanzibar, EBANO

domenica 21 agosto 2016

LO S.R.A. CERCA DI CAPIRE LA RIFORMA COSTITUZIONALE .13 _ARTICOLO 82. A CIASCUNO IL SUO ? LA VERITA'... COSI' E' SE VI PARE

LO S.R.A. CERCA DI CAPIRE LA RIFORMA COSTITUZIONALE .13 _ARTICOLO 82. A CIASCUNO IL SUO ? LA VERITA'... COSI' E' SE VI PARE

Questo articolo tratta della Commissione di Inchiesta che bel vecchio dettato costituzionale veniva così' definito:

“Ciascuna Camera può disporre inchieste su materie di pubblico interesse”

e che nella Costituzione approvata e sottoposta a referendum è così stato modificato:

"La Camera dei deputati può disporre inchieste su materie di pubblico interesse. Il Senato della Repubblica può disporre inchieste su materie di pubblico interesse concernenti le autonomie territoriali. “

Mi sembra un dettato così vago e aleatorio, forzato per dare la possibilità al Senato di non sentirsi completamente inutile o almeno di compensare la possibilità che ha la Camera di fare la commissione d'inchiesta.

Faccio fatica ad immaginare che questi consiglieri regionali e sindaci che già fanno il doppio lavoro si prendano anche in carico l'essere componenti di una Commissione di Inchiesta (attività che dovrebbe aggiungersi e non alternarsi al lavoro di Senatori), togliendo tempo e forze al loro lavoro principale- questo sì nell'interesse della realtò locale.

Se il primo comma è scritto male, mi rappresento il secondo come un quadro di un pittore distratto, che parte da un angolo ritraendo con precisione l'oggetto della sua opera e termina all'angolo opposto con strisce di colore che non coprono neppure tutta la tela.

Questo è il testo del secondo comma

A tale scopo ciascuna Camera nomina fra i propri componenti una Commissione. Alla Camera dei deputati la Commissione è formata in modo da rispecchiare la proporzione dei vari gruppi. La Commissione d’inchiesta procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell’autorità giudiziaria.

Mi sembra che l'estensore del comma abbia dimenticato di dire come si compone la commissione di inchiesta senatoriale

Forse la distrazione è pari all'importanza che ad essa viene data.

Come per altri passaggi, questo piccolo articolo è plastica rappresentazione della gravità dell'errore originale di non aver avuto il coraggio di cambiare completamente o abolire definitivamente il Senato.

Comporre la commissione di inchiesta, alla Camera, proporzionalmente alla rappresentanza politica è contemporaneamente rispettoso del suffragio popolare (al netto dell'Italicum) e indicativo che la verità (esito dell'inchiesta della commissione )... così è se vi pare! Sarà un esito potenzialmente viziato all'origine.

Un Senato come Camera Alta di Studio e di Inchiesta, nominata in base alle competenze e all'autorevolezza, avrebbe potuto condurre inchieste più basate su una analisi scientifica dei fenomeni e delle cause e consegnare alla discussione e alla votazione parlamentare documenti e strumenti per un lungimirante dibattito e una legislazione degna di statisti.

martedì 16 agosto 2016

L'INTERNAZIONALISMO E L'1% CHE CI GUARDA E RIDE

L'INTERNAZIONALISMO E L'1% CHE CI GUARDA E RIDE
Scriveva, nel 1990, Claudio Magris (e trovo sul libro che con grande piacere sto leggendo: L'INFINITO VIAGGIARE) al termine di un breve elzeviro sulla dissoluzione dell'Unione Sovietica queste parole, 
"L'internazionalismo proletario è stato pervertito in uno strumento di dominio, ma aveva creato una coscienza sovranazionale di cui c'è estremo bisogno, se non si vuole che la liberazione dell'89 comporti pure regressioni. In questo senso l'eredità ideale del socialismo non deve andare perduta ed è necessario ogni sforzo per rendere più concreta possibile l'unità europea, controogni tendenza centrifuga ..."
Parole profetiche oggi quando siamo indirizzati verso il peggiore scenario temuto da Magris.
Forse questo "Internazionalismo" è un residuato storico per vecchi inutili nostalgici, forse questo "Internazionalismo" non consentirebbe a quell'1% che possiede più del 50% di dormire con il culo al caldo (chiedo scusa del francesismo, ma in questo caso ci vuole) godendosi lo spettacolo della nostra guerra del penultimo contro l'ultimo. Forse dormirebbe un po' preoccupato.

domenica 14 agosto 2016

VISIONE O UTOPIA? OCCASIONE PERSA O SPERANZA ANCORA VIVA?

VISIONE O UTOPIA? OCCASIONE PERSA O SPERANZA ANCORA VIVA?

Trovo al termine del breve saggio "POLONIA CHE VOLTA PAGINA"  nel libro L'INFINITO VIAGGIARE, queste parole che CLAUDIO MAGRIS ha scritto nel 1989, quasi trenta anni or sono.
Sono parole che con saggia lucidità tracciano un percorso, anzi il percorso, che l'Europa sentiva di essere per imboccare crollando le dittature comuniste dell'Est.
Trenta anni dopo sono parole che provocano dolore, guardando lo stato dell'arte dell'Europa, e pongono un quesito cui si ha quasi timore di rispondere:
VISIONE O UTOPIA? OCCASIONE PERSA O SPERANZA ANCORA VIVA?

" Quelle piazze tedesche che si stendono in un'Europa come pietre miliari ricordano l'esigenza di un'unità di civiltà, rispettosa di tutte le diversità ma non frantumata in una babele di particolarismi. L'unità dell'Europa centrale sotto l'egemonia tedesca e sotto quella sovietica è fallita; la nuova Europa che speriamo sorga dall'attuale ribollire dovrà essere, nella sua varietà il maiuscolo è mio- nota personale)UNA CIVILTà IN QUALCHE MODO UNITARIA, NON UN FURIBONDO ARCIPELAGO DI NAZIONI ED ETNIE OSSESSIONATE DALLA PROPRIA PARTICOLARITà ."

martedì 9 agosto 2016

LO S.R.A. CERCA DI CAPIRE LA RIFORMA COSTITUZIONALE .12 _ARTICOLO 77, 78, 79, 80 e 81.

LO S.R.A. CERCA DI CAPIRE LA RIFORMA COSTITUZIONALE .12 _ARTICOLO 77, 78, 79, 80 e 81.

A parte l'articolo 77 le cui variazioni sono, come è spesso capitato in questa revisione delle Costituzione, piuttosto dettagliare e con richiami – come già detto il dettaglio esasperato in una Carta Fondamentale non mi convince- sì da rendere evidente, prima di altro, il mio analfabetismo funzionale in diritto istituzionale, gli altri articoli citati sono una diretta conseguenza dell'esautoramento del Senato dai poteri legislativi.

L'articolo 77, secondo alcuni commentatori, limita l'azione del governo nel proporre Decreti Legge, conseguenza dell'introduzione dei tempi certi di approvazione delle leggi (e con la legge elettorale, di un Parlamento allineato al governo).

Mi stupisce un po' l'articolo 80 che trascrivo.

La Camera dei deputati autorizza con legge la ratifica dei trattati internazionali che sono di natura politica, o prevedono arbitrati o regolamenti giudiziari, o importano variazioni del territorio od oneri alle finanze o modificazioni di leggi. Le leggi che autorizzano la ratifica dei trattati relativi all’appartenenza dell’Italia all’Unione europea sono approvate da entrambe le Camere.



Perché il Senato, composto da rappresentanti degli Enti Locali, “che rappresenta le istituzioni territoriali ed esercita funzioni di raccordo tra lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica, deve approvare le ratifiche dei trattati relativi all'appartenenza dell'Italia all'Unione Europea? Riprende l'articolo 55 che già mi sembra confuso e utilizza un termine “partecipa” che non sottointende il potere deliberativo.

Non so se devo leggere una “captatio benevolentiae” verso quei movimenti politici che sono inclini a valorizzare il particolarismo più estremo contrapposto alla unificazione europea. Un altro esempio di incapacità di andare fino in fondo con le proprie volontà di riforma? A me, che vedo con favore lo sciogliersi di tutti gli Stati Europei in una unica Nazione Europea, quindi ben oltre il Federalismo di cui timidamente ora si comincia a parlare, questa norma che da potere a dei consiglieri regionali o sindaci di deliberare su trattati relativi alla appartenenza dell'Italia alla Unione Europea, convince molto poco.

domenica 7 agosto 2016

LO S.R.A. CERCA DI CAPIRE LA RIFORMA COSTITUZIONALE. 11 _ARTICOLO 75 IL REFERENDUM ABROGATIVO

LO S.R.A. CERCA DI CAPIRE LA RIFORMA COSTITUZIONALE.11 _ARTICOLO 75 IL REFERENDUM ABROGATIVO
La modifica introdotta sull'articolo 75 è abbastanza conosciuta e famosa, anche se mi sembra sia diventata un po' secondaria nel dibattito. Non mi accorgo che ci sia discussione attorno alla voce. Una carrellata random sui pareri dei sostenitori e sulle motivazioni dell'apprezzamento o della contrarietà non mi hanno mostrato posizioni particolarmente forti.

A me la modifica piace moderatamente. In sintesi cosa propone: se il comitato per il referendum abrogativo raccoglie 500.000 firme, rimane il quorum della metà + 1 degli aventi diritto al voto. Se il comitato fa uno sforzo maggiore e raccoglie 800.000 firme (non sono poche, ma credo che sia un esercizio di democrazia diretta che meriti per essere nobilitato un po' di fatica) ottiene il bonus di un quorum più favorevole, ovvero devono votare al referendum la maggioranza dei votanti alle ultime elezioni per la Camera dei Deputati. In sintesi: se alla camera ha votato il 70% degli aventi diritto, il quorum scende al 35% degli elettori che a quella elezione hanno votato (e in linea di massima, non essendoci sconvolgimenti enormi, il 35% della platea di elettorato attivo).

Risultato: se il comitato proponente il referendum è in grado di fare lo sforzo per raccogliere 800.000 firme, allora i giochi di fare il referendum nelle date vicine ai ponti feriali, in giorni di gite fuori porta e gli inviti di andare al mare diventano meno appetibili, e chi si oppone alla proposta di abrogazione si deve mettere a lavorare con lo stesso  impegno, pari a  quanto lo profondono i promotori della abrogazione.

Mi sembra positivo.

mercoledì 3 agosto 2016

LO S.R.A. CERCA DI CAPIRE LA RIFORMA COSTITUZIONALE 10 ARTICOLO 73 E 74

LO S.R.A. CERCA DI CAPIRE LA RIFORMA COSTITUZIONALE 10 ARTICOLO 73 E 74

Ammetto, e lo si intuisce anche dal titolo neutro di questo post, che gli articoli 73 e 74 mi rimangono un po' oscuri. O meglio, non il contenuto quanto il significato e la comprensione se dobbiamo mettere queste variazioni sul piatto del positivo o sul piatto del negativo.

L'articolo 73 introduce il “controllo preventivo di costituzionalità”

Ecco il testo

Le leggi che disciplinano l’elezione dei membri della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica possono essere sottoposte, prima della loro promulgazione, al giudizio preventivo di legittimità costituzionale da parte della Corte costituzionale, su ricorso motivato presentato da almeno un quarto dei componenti della Camera dei deputati o da almeno un terzo dei componenti del Senato della Repubblica entro dieci giorni dall’approvazione della legge, prima dei quali la legge non può essere promulgata. La Corte costituzionale si pronuncia entro il termine di trenta giorni e, fino ad allora, resta sospeso il termine per la promulgazione della legge. In caso di dichiarazione di illegittimità costituzionale, la legge non può essere promulgata.

Alla fine diventa una limitazione del potere di verifica di costituzionalità da parte del Presidente della Repubblica oppure un miglioramento del fluire regolare della legge una volta approvata e passato il vaglio preventivo della Corte, con il fine di evitare il gioco dei ricorsi finalizzato generalmente non al bene comune bensì alla preservazione di poteri di veto da parte di consorterie dagli interessi molto particolari?

Scrive Fusaro su un testo che ho trovato sul Blog di Ichino e che è molto fortemente schierato a favore della riforma “innovazione importante , misura utile, anche se alcuni studiosi temono introduca una novità dirompente nella logica sistematica del nostro controllo di costituzionalità”, che ammetto mi è altrettanto oscuro, ma che manifesta qualche perplessità anche da parte dei favorevoli.

Dell'articolo 74 posso dire che mi appare molto tecnico e molto disturbante nel suo richiamare un altro articolo. Mi sembra uno stile più da legge ordinaria che da Costituzione, e in ogni caso lo trovo molto disturbante anche nelle legge ordinarie. Ho l'impressione che sia uno strumento della elité (intesa in senso chiuso e negativo) burocratica/politica per rendere incomprensibili le norme e le leggi al popolo – ovvero al Sovrano in una Repubblica - e perpetuare il lex-divide che mina alla base il pieno dispiegarsi della democrazia.

Il testo

Qualora la richiesta riguardi la legge di conversione di un decreto adottato a norma dell’articolo 77, il termine per la conversione in legge è differito di trenta giorni.

sabato 30 luglio 2016

LO S.R.A. CERCA DI CAPIRE LA RIFORMA COSTITUZIONALE 9. “HOP! HOP! DEPUTATI, DATEVI UNA MOSSA” (CIAONE “CHECKS AND BALANCE”?)

LO S.R.A. CERCA DI CAPIRE LA RIFORMA COSTITUZIONALE 9. “HOP! HOP! DEPUTATI, DATEVI UNA MOSSA” (CIAONE “CHECKS AND BALANCE”?)

Ho l'impressione che il cuore dell'interesse che può suscitare l'articolo 72 modificato risieda unicamente nell'ultimo paragrafo, ovvero il sesto che trascrivo immediatamente.

Esclusi i casi di cui all’articolo 70, primo comma, e, in ogni caso, le leggi in materia elettorale, le leggi di autorizzazione alla ratifica dei trattati internazionali e le leggi di cui agli articoli 79 e 81, sesto comma, il Governo può chiedere alla Camera dei deputati di deliberare, entro cinque giorni dalla richiesta, che un disegno di legge indicato come essenziale per l’attuazione del programma di governo sia iscritto con priorità all’ordine del giorno e sottoposto alla pronuncia in via definitiva della Camera dei deputati entro il termine di settanta giorni dalla deliberazione. In tali casi, i termini di cui all’articolo 70, terzo comma, sono ridotti della metà. Il termine può essere differito di non oltre quindici giorni, in relazione ai tempi di esame da parte della Commissione nonché alla complessità del disegno di legge. Il regolamento della Camera dei deputati stabilisce le modalità e i limiti del procedimento, anche con riferimento all’omogeneità del disegno di legge.


Credo che sia questo il punto a cui si riferiscono i sostenitori del Sì quando affermano che ci saranno tempi certi per l'approvazione delle leggi. Ma se fosse solo questa la norma che assicura tempi certi e contingentati, forse sarebbe una mezza verità e un mezzo successo. Perché in questo punto si tratta solo di una richiesta di fonte Governativa (certamente importante – con approccio realistico- in una Repubblica sempre più sbilanciata sull'Esecutivo). E' vero che l'articolo 71 cita regolamenti parlamentari che garantiscono tempi certi alla discussione e alla deliberazione di proposte di legge di iniziativa popolare, e in questo caso, con uno sforzo di fiducia nella classe politica – ma sarà l'ultimo senza riscontro!- possiamo prevedere che il regolamento verrà scritto, ma per i disegni di legge di iniziativa parlamentare?

Per questo articolo della nuova Costituzione (per inciso: una Costituzione che è scritta come una legge o un regolamento, con infiniti richiami estremamente dettagliati e di difficile lettura e comprensione, non è “bella”; a mio avviso più dettaglio è presente nella Carta fondamentale, maggiore è la difficoltà dimostrata di riuscire a far quadrare il cerchio da parte dei proponenti le modifiche) possiamo quindi avere un doppio approccio: il bicchiere mezzo pieno di realpolitik ci rassicura che le leggi che sono necessarie per realizzare il programma governativo ( ritorna il decisionismo anni '80?) verranno discusse e votate velocemente (e se rimane questa legge elettorale secondo voi saranno approvate a scatola chiusa?); il bicchiere mezzo vuoto di precauzione democratica vede un stivale chiodato governativo posto sulla funzione legislativa della Camera (ciaone checks and balance)

domenica 24 luglio 2016

LO S.R.A. CERCA DI CAPIRE LA RIFORMA COSTITUZIONALE 8. LA PARTECIPAZIONE POPOLARE PROPOSITIVA

LO S.R.A. CERCA DI CAPIRE LA RIFORMA COSTITUZIONALE 8. LA PARTECIPAZIONE POPOLARE PROPOSITIVA

Mi sembra che il desiderio del legislatore costituzionale, nel riscrivere l'articolo 71, sia quello di tutelare e dare maggiore dignità possibile alla possibile (ipotetica? Forse, ma sempre possibile) volontà popolare di esprimersi nella legislazione e nelle decisioni “alte” sulla nostra Nazione.

Rispetto al 1946 aumenta da 50.000 a 150.000 il numero di firme necessarie perchè un progetto di legge (redatto in articoli, quindi una certa fatica- giustamente- è richiesta) possa essere depositato il Parlamento. Ma, qui a mio avviso una grande e positiva novità- il Parlamento non può ignorare questo disegno di legge e deve discuterlo e approvarlo o respingerlo. Si scrive “nelle forme e nei limiti stabiliti dai regolamenti parlamentari” (Non so se questi regolamenti sono da scrivere di nuovo o già sono presenti e semplicemente ignorati).

Wikipedia dice che sono il 43% delle 260 proposte di legge di iniziative popolare sono state discusse nel Parlamento repubblicano e cita 4 disegni di legge approvati. C'è un vulnus. Questa ferita può essere sanata dalla applicazione rigorosa di questo articolo costituzionale (e se il parlamento fa finta di nulla credo si possa andare in giudizio alla Corte Costituzionale, no?).

Mi chiedo se un disegno di legge di iniziativa popolare debba essere approvato o respinto in blocco o possa essere emendato dal Parlamento. A mio avviso non dovrebbe essere toccato dai Parlamentari che dovrebbero votare a mo' di referendum. Certo che sarebbe una variante delle loro competenze e delle loro funzioni.

Poi, come un cittadini che ha un'idea bellissima e la rende proposta di legge e, per sua storia o sua scelta, non sia legato a nessuna organizzazione, possa raccogliere 150.000 firme ( mette un banchetto in piazza Duomo?) è tutto da vedersi. Ma il ruolo di cittadini attivi e consapevoli è un ruolo faticoso, si sa.

Mi sembra un po' più confuso il quarto comma dell'articolo, e infatti richiama a future leggi che, si noti, devono essere approvate da entrambe le Camere e non solo dai Deputati – rientrando quindi nella casistica prevista dall'articolo 70. A me quel richiamo a “formazioni sociali” mi suona tanto da pertugio nella quale possono entrare allegramente, con formazioni sociali fittizie, le lobbies che intendano condizionare a favore dei loro interessi, la legislazione nazionale. Non è che voglio sostenere la teoria del “complotto”, ora che anche i 5stelle si adeguano alla diversa uguaglianza dei cittadini secondo il censo, però qualche pensiero mi viene. 

Ecco il testo del quarto comma.

Al fine di favorire la partecipazione dei cittadini alla determinazione delle politiche pubbliche, la legge costituzionale stabilisce condizioni ed effetti di referendum popolari propositivi e d’indirizzo, nonché di altre forme di consultazione, anche delle formazioni sociali. Con legge approvata da entrambe le Camere sono disposte le modalità di attuazione.

domenica 17 luglio 2016

LO S.R.A. CERCA DI CAPIRE LA RIFORMA COSTITUZIONALE 7. BICAMERALISMO PERFETTO, BICAMERALISMO IMPERFETTO, BICAMERALISMO UN PO' CONFUSO

LO S.R.A. CERCA DI CAPIRE LA RIFORMA COSTITUZIONALE 7. BICAMERALISMO PERFETTO, BICAMERALISMO IMPERFETTO, BICAMERALISMO UN PO' CONFUSO

Che impatto! L'attuale articolo 70 (Sezione II: la formazione delle leggi) passa da sue righe a 9 paragrafi. Ha un effetto anche un po' umoristico, se si può fare umorismo sulla Costituzione, il fatto che entrambe le versioni partano con lo stesso enunciato:

La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere

salvo poi elencare una (infinita) serie di precisazioni che, abbozzo, dovrebbero circoscrivere ben bene i limiti del recinto entro cui il Senato si potrà muovere.

Ho letto critiche sul dilungarsi di questo articolo della Costituzione, e palesemente fa un certo effetto leggere su una Carta, che dovrebbe dare le disposizioni fondamentali, richiami a leggi, articoli e commi. Nel concreto, non credo si potesse fare altrimenti. La critica all'origine è che occorreva avere il coraggio di togliere qualsiasi potestà legislativa al Senato.

Invece su ogni disegno di legge il Senato può chiedere (se lo fanno un terzo dei componenti – sempre che siano a Roma e non impegnati negli enti periferici dello Stato- entro 10 giorni) di dire la sua, anche difformemente dal Parlamento, salvo che questo può dire: beh, grazie dal contributo, ma non ci interessa!

Nei trenta giorni successivi il Senato della Repubblica può deliberare proposte di modificazione del testo, sulle quali la Camera dei deputati si pronuncia in via definitiva.


Mi sembra che un certo maggior rilievo sia dato al Senato per le leggi che riguardano la legislazione concorrente (per quello che rimane) Stato /Regioni, quando il Parlamento può ignorare le proposte del Senato solo votando a maggioranza assoluta. Chissà se, dovendo decidere sulle questioni di competenza, (I Presidenti delle Camere decidono, d’intesa tra loro, le eventuali questioni di competenza) i presidenti di Camera e Senato riusciranno a trovare facilmente un accordo oppure litigheranno tra di loro (soprattutto se magari di schieramenti contrapposti oppure portatori di istanze particolari), oppure si incaponiranno rischiando di bloccare l'iter, salvo avere una prova di forza della Camera dei Deputati che possa umiliare ancor di più un Senato che non sa se essere carne o pesce.

Io ribadisco di essere un sostenitore per necessità (contingente, considerato il basso profilo statale della classe politica italiana capace di penalizzare l'interesse generale per il proprio interesse particolare) del superamento del bicameralismo perfetto, e quindi, auspicando il meno peggio dei mondi possibili, sapendo che il migliore dei mondi possibili è una inutile speranza, posso accettare questo pasticcio. Ma con la consapevolezza che è un pasticcio che spero possa essere emendato dopo la sperimentazione della sua essenza.

Rimane l'ultimo comma di questo controverso e faticoso articolo.

Il Senato della Repubblica può, secondo quanto previsto dal proprio regolamento, svolgere attività conoscitive, nonché formulare osservazioni su atti o documenti all’esame della Camera dei deputati.

Questo comma, un po' negletto e poco valorizzato, a mio avviso avrebbe dovuto essere l'unico, nella Costituzione, riguardante le funzioni del nuovo Senato, con una importanza, una valorizzazione e una scommessa di ben maggiore portata.

Se i Senatori, non eletti, senza potere deliberativo, scelti tra le migliori menti nei vari settori della scienza e della conoscenza italiana, avessero avuto come compito questo, sopra esposto con tanta modestia e apparentemente disincantato disinteresse, avremmo avuto la possibilità (non abbiamo certezze nella nostra Nazione) di aver fatto un'operazione coraggiosa e di richiamo stringente al miglior svolgimento del proprio compito per i Parlamentari.

venerdì 15 luglio 2016

E SE L'URUGUAY AVESSE PERSO?

E SE L'URUGUAY AVESSE PERSO?
Ho trovato, sul numero 1162 dell'ottimo INTERNAZIONALE una piccola notiziola che mi è sembrata interessante:
La trascrivo
"URUGUAY
BATTUTA LA PHILIP MORRIS
Il governo uruguaiano ha vinto un processo contro il colosso del tabacco Philip Morris. come spiega il sito svizzero Watson, , la Philip Morris aveva denunciato Montevideo per le sue leggi sul fumo, che considera troppo restrittive e quindi lesive per i suoi investimenti. L'azienda era ricorsa all'International centre for settlement of investment disputes (Icsid), il tribunale arbitrale di Washington che regola le controversie sugli investimenti tra stati e aziende straniere. L'Icsid ha respinto l'istanza della Philip Morris."
interessante.
1. Una azienda che produce, per sua scelta e sua profitto, un prodotto che danneggia non solo la salute di chi usa quel prodotto - e potremmo dire, condizionamenti mediatici a parte, "scelte sue"- ma anche di chi involontariamente è attorno, può ritenersi danneggiata dalle politiche di uno Stato che, ipotizzo, mirano a tutelare i propri cittadini anche non fumatori attivi, in modo lesivo dei propri investimenti (leggi: profitti)
2. nella polemica anti TTIP si dice che con la firma di questo accordo si da facoltà alle imprese private di citare gli stati in giudizio nel caso ritengano le politiche di questi lesive dei propri profitti. Ma leggendo questo articolo sembrerebbe già esistere questa possibilità. Non capisco se l'Europa non riconoscere questa giurisdizione e sarebbe obbligata a farlo dopo la firma del TTIP, oppure se c'è un problema di comunicazione a riguardo.
3. l'esito di questa vertenza ci da confidenza che gli interessi generali (come quello immagino sostenuto dall'Uruguay) viene tutelato a fronte della rapacità della multinazionale, oppure ci sono altre esperienze che ci dicono che si giudica anche in senso opposto?
4. ma se questa notizia la devo trovare a pagina 93 dell'Internazionale, con che notizie ci nutrono i nostri media?

martedì 12 luglio 2016

LO S.R.A. CERCA DI CAPIRE LA RIFORMA COSTITUZIONALE 6. I PARLAMENTARI NON RAPPRESENTANO PIU' LA NAZIONE

LO S.R.A. CERCA DI CAPIRE LA RIFORMA COSTITUZIONALE 6. I PARLAMENTARI NON RAPPRESENTANO PIU' LA NAZIONE

O perlomeno questo non appare più nella Costituzione modificata. Lo si evince confrontando il vecchio articolo 67 con il nuovo articolo 67.

Il vecchio recita
Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato.

Il nuovo recita
I membri del Parlamento esercitano le loro funzioni senza vincolo di mandato.

Tralasciando ora la questione sul vincolo di mandato, anche se ho l'impressione che in modo furtivo e non palese si insinui in realtà nella nuova organizzazione istituzionale, che chiamerebbe il concetto di “recall” e che potrebbe avere un senso con collegi uninominali molto piccoli , quello che colpisce è la sparizione di quell'imperativo morale (sulla carta -in realtà bellamente ignorato dai nostri parlamentari) che ha un afflato forse spropositato considerato il livello medio della classe politica: IL MEMBRO DEL PARLAMENTO RAPPRESENTA LA NAZIONE. Vorrebbe dire che un parlamentare di Trapani rappresenta tutti gli italiani, anche quelli di Vipiteno, prestando la sua opera per perseguire l'interesse generale. Considerata l'esperienza, salvo casi luminosi ma purtroppo rari, fa un po' ridere, vero? Forse per questo scandalizzarsi per la scomparsa di quelle tre parole può apparire un po' patetico. Però devo dire che se la Costituzione perde il suo afflato ideale e di aspirazione, e diventa troppo prosaica, forse perde anche il senso proprio di carta fondativa e di motivazione etica e unificante di un popolo che si riconosce in una Nazione.

Logicamente mi sembra corretto che, parlando dei Parlamentari in senso ampio, si sia cancellato il richiamo alla rappresentanza della Nazione (se capisco, potrei sbagliare, il senso della modifica), perchè i Senatori, non eletti, non rappresentano la Nazione, bensì i loro territori.

A questa modifica si aggiunge quella contenuta nell'articolo 69 che recita

I membri della Camera dei deputati ricevono una indennità stabilita dalla legge.

Quindi i Senatori non ricevono una indennità (questo è uno dei punti su cui chi sostiene questa riforma cerca di far concentrare l'attenzione dei prossimi votanti). Beh, in effetti queste persone prendono già lo stipendio dai loro organismi di appartenenza, (e i “Senatori a tempo” lo sono come onoreficenza, e quindi si accontentano del riconoscimento – e quindi difficilmente si vedranno in Senato.)

Per come è composto il Senato secondo la riforma probabilmente è giusto. A me sembra un po' demagogico il tutto. Continuo a pensare che i veri costi della Politica non siano gli stipendi dei parlamentari quanto la media scarsa caratura da statisti che li (ci) affligge.

Mi chiedevo se unendo, come si dice in questi tempi, il combinato disposto del non rappresentare più la Nazione e il fatto di essere pagati dagli Enti Locali, renda veramente applicabile l'articolo 67 per i Senatori (senza vincolo di mandato). Veramente sapranno agire “senza vincolo di mandato”, e pur essendo “raccordo tra lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica”, sapranno perseguire l'interesse generale?


domenica 10 luglio 2016

LO S.R.A. CERCA DI CAPIRE LA RIFORMA COSTITUZIONALE 5. - IL PARLAMENTARE HA IL DOVERE DI LAVORARE A TEMPO PIENO COME DEPUTATO

LO S.R.A. CERCA DI CAPIRE LA RIFORMA COSTITUZIONALE 5. -
IL PARLAMENTARE HA IL DOVERE DI LAVORARE A TEMPO PIENO COME DEPUTATO



Proseguendo nella lettura della tavola sinottica della Costituzione, come è ora (considero per semplicità ORA come la Costituzione precedente alla modifica- che se pure legge deve essere confermata dal referendum) e come potrebbe essere dopo la valutazione popolare.

Mi sono imbattuto nell'articolo 64 che presenta due grosse modifiche che trascrivo di seguito.

I regolamenti delle Camere garantiscono i diritti delle minoranze parlamentari. Il regolamento della Camera dei deputati disciplina lo statuto delle opposizioni.

I membri del Parlamento hanno il dovere di partecipare alle sedute dell’Assemblea e ai lavori delle Commissioni.


Non ho ben chiaro cosa significhi “Lo statuto delle opposizioni” e ho fatto digitato laparola nel motore di ricerca. Mi sono imbattuto in un corposo saggio di Andrea Antonuzzo sul sito della rivista elettronica AMMINISTRAZIONE IN CAMMINO. L'ho letto parzialmente, l'ho forse anche compreso parzialmente, ma ho avuto la netta sensazione che questa norma introdotta fosse qualcosa di atteso dagli esperti e considerata necessaria. Certo il rinvio ai regolamenti (ma credo che la Costituzione non possa far altro – e i critici della riforma dicono a chiare lettere che articoli costituzionali troppo dettagliati siano negativi) lascia sempre la porta aperta a rischi. Ma il lavoro politico è anche una lavoro mai finito di perfezionamento delle norme.

Tra le cose sottolineate nel saggio (per chi lo voglia leggere
si evidenzia come sia solo la Camera dei Deputati a normare con statuto le Opposizioni, e come si sia utilizzato il plurale (contrariamente all'esperienza dell'UK) per sancire il carattere plurale ed eterogeneo delle opposizioni (considerazione storica del nostro carattere e anche consapevolezza che l'attuale legge elettorale non induce al bipartitismo bensì solo al dominio della maggioranza)

Insomma, è evidente che questa modifica della Costituzione mi appare, anche se non so ben spiegare “con parole mie”, positiva.

Potenzialmente positivo potrebbe essere anche l'ultimo comma dell'articolo 64, sul DOVERE di partecipare alle sedute dell'Assemblea e ai lavori delle Commissioni. Forse finirà il pietoso spettacolo di discussioni in sale deserte, di avvocati eletti in Parlamento in modo che il cittadino contribuisse al pagamento delle parcelle, al doppio lavoro di persone che (e io sono d'accordo) sono pagate profumatamente e poi sono il solluchero dei giornalisti moralisti che fanno articoli (inutili a quanto pare) sui giornali con le percentuali di assenze.

Ho un timore, che questo dovere sia un richiamo morale. E' troppo pensare che il regolamento preveda uno step trimestrale dove ogni deputato con una assenza dai lavori di commissione o di sedute in Aula superiore al 10% venga dichiarato decaduto (senza accettare motivazioni che non siano la degenza in letto di ospedale)? In sintesi l'articolo 64 si iscrive nella colonna per cui vale la pena di votare SI'