sabato 15 gennaio 2022

STEFAN ZWEIG _ IL MONDO DI IERI

 STEFAN ZWEIG _ IL MONDO DI IERI

Giungere solo in tarda età a "scoprire" Stefan Zweig e a leggere almeno uno, il primo spero, dei suoi libri, induce a una domanda e a una riflessione. La domanda è semplice: "Complimenti! Ben arrivato! E fino ad ora cosa hai fatto? Dormito?"

La riflessione è che il bello di leggere, anche in modo disordinato e indisciplinato ( andando di suggestione in suggestione, di curiosità in curiosità, senza metodo) come faccio io (oltre ai libri legati agli eventi della Associazione, ma questo è un altro discorso) consente di scoprire in modo casuale e fortunato dei veri gioielli.

Faccio mente locale all'ultimo anno: 4 libri che mi hanno colpito così scritti d'acchito senza chiedere sforzi insopportabili alle labile memoria. Papyrus, di Irene Vallejo, Sangue Giusto di Francesca Melandri, Stoner di John Williams. Infine Calendario Civile Europeo di Bolaffi e Craiz (sul quale credo di aver notato per la prima volta il nome di Stefan Zweig. E mentre scrivo questi me ne vengono in mente altri. 

Voglio dire: leggere è l'attività rischiosa che da più soddisfazioni e regala più emozioni. Perchè di libri belli ne sono stati scritti tanti. E ogni libro è debitore di altri libri che creano una infinta e straordinaria catena

"Il mondo di ieri" è frutto di questa catena. Ed è stata una lettura bellissima, umanamente profondissima, colma di saggezza, di tristezza, di apprendimento.

Racconta la vita di Zweig in relazione alla sua formazione di scrittore e alle vicende Europee dall'epigono dell'Impero Austroungarico all'inizio della Guerra nazista e fascista al mondo. Zweig appare come un uomo schivo e modesto anche nel periodo di maggior successo, osserva gli eventi e nel ricordarli si interroga su come i contemporanei agli eventi stessi avessero reagito, se fossero stati in grado di comprendere e nella possibilità di prevedere gli esiti. E' uno sguardo profondamente umano, compassionevole e vicino agli sconfitti di ogni sommovimento ( e il fatto che fosse ebreo lo rende anche non volendo protagonista degli ultimi anni narrati nel libro).

Senza intenti didascalici, la testimonianza di Zweig illumina, pur rapprensentando uno sguardo particolare, le vicende storiche che abbiamo studiato più volte e sono a noi prossime (e per certi versi ancora cogenti con la nostra vicenda di europei soprattutto). 

Il tono pacato e scorrevole del libro conquista, immaginandosi quasi il lettore di ascoltare il racconto di un amico, più anziano, più saggio e più esperto, sulla sua vita passata. Assume tratti di lezione di storia, di sociologia, di psicolgia sociale, di europeismo, di pacifismo, ma non è mai dottorale nel porsi con il lettore, che quasi invece si sente più confidente della delusione e della sofferenza del narratore che, alla vigilia (anzi all'inizio) della seconda guerra mondiale si sente sconfitto ed esiliato non solo fisicamente. (Muore suicida in Brasile nel 1942)

Un libro da leggere, da par mio cercherò di leggere altre sue opere.