martedì 30 maggio 2017

SCUOLA. RISCOPRIRE IL DETTATO QUOTIDIANO?

Ogni tanto i giornali non fanno pensare solo al costo della carta e al sacrificio delle foreste per produrla. Oggi su Repubblica a fianco dell'articolo FINLANDIA, NASCE LA SCUOLA SENZA MATERIE. LA RIVOLUZIONE DEI PIU' BRAVI DEL MONDO, appare, in una colonna una interessante (e demitizzante) intervista a Benedetto Vertecchi, pedagogo che non conosco ma che appare interessante.
Riprendo solo due domande/risposte:
1. Chiede il giornalista (in conseguenza dell'invito di Vertecchi a non copiare pedissequamente il sistema finlandese): "se non abbandonare le materie, cosa c'è da fare in Italia?"
1.1 risponde Vertecchi una cosettina da poco " Inizierei a ripensare completamente le scuole. Oggi, siamo pieni di tecnologie che hanno portato solamente disastri. Mancano biblioteche e laboratori, ma siamo circondati di monitor dappertutto. In Francia se ne sono accorti e stanno facendo un passo indietro: HANNO RIPRISTINATO IL DETTATO QUOTIDIANO.
2. chiede il giornalista: Male nuove generazioni sono immerse nelle tecnologie.
2.2 risponde: "e basta entrare in una scuola per comprenderne gli effetti: ormai i più piccoli non sanno più scrivere e non comprendono quello che leggono. Il ministero dell'Istruzione ha stanziato 8 milioni di euro per formare gli animatori digitali in tutte le scuole, ma io avrei utilizzato la stessa cifra per insegnare ai più piccoli a classificare le foglie o a riconoscere gli insetti, attività sicuramente più proficue"

Ora, al di la dell'atteggiamento alla Bartali (tutto sbagliato, tutto da rifare) l'invettiva del pedagogo Vertecchi abbia un suo fondamento e mi pare interessante.

domenica 28 maggio 2017

MACRON. STRALCIO DA CONFERENZA STAMPA ALLA FINE DEL G7

MACRON.
Trovo interessante e (sperando nella sincerità nell'esprimere questi concetti) positivo l'approccio del Presidente della Repubblica Francese MACRON ad alcune delle principali problematiche sul tavolo delle relazioni internazionali, come ho letto oggi nel pezzo di Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera.
Copio uno stralcio dell'articoli che riporta le risposte del Presidente Francese nella conferenza stampa post vertice G7.
"L'importante- dice Marcon - è rendersi conto che i dossier sono tutti collegati: riscaldamento, immigrazione, terrorismo. Se un intero Paese come il CIAD si desertifica, è inevitabile che milioni di persone arrivino a mettere in pericolo la propria stessa vita pur di fuggire in Europa. Il terrorismo nasce anche dalla miseria e dalla disperazione."
Macron ha chiarito di non riconoscersi nell'espressione "lotta all'immigrazione". Preferisce parlare di "impegno per rimuovere le cause dell'immigrazione". "Serve un grande progetto per il Sahel e il Sahara, che coinvolga, oltre ai nostri governi, anche le imprese private e la società civile. Dobbiamo investire nei Paesi da cui partono gli immigrati, puntando sull'energia, sull'istruzione, sulla salute. Sono andato in Mali a dirlo al presidente, l'ho ripetuto ai leader che ho incontrato a Taormina.
(...)
Anche l'Europa dovrà cambiare: "Basta dumping sociale" da parte di Paesi dove gli operai hanno bassi salari e nessun diritto, "basta lavoratori delocalizzati", "reciprocità tra i nostri Stati, senza privilegi".
Su altri dossier il G7 non basta. "Difficile parlare in modo risolutivo di Siria seza l'Iran, l'Arabia Saudita e la Russia". Ma domani Putin sarà a Parigi. Cosa gli dirà? " Non farò certo finta che la Russia non abbia invaso l'Ucraina. I rapporti per essere proficui devono essere sinceri. Con Putin sarò esigente. Ma non riusciremo a pacificare la Siria, a fermare l'afflusso dei profughi, ad avviare la ricostruzione del Paese senza un accordo con i russi".

mercoledì 24 maggio 2017

TERRORISMO E MORTI IN MEDITERRANEO. UN TRAGICO PARADOSSO

Oggi ho letto questa breve, vera, frase scritta da una persona che stimo moltissimo, l'Assessore #Pierfrancesco #Majorino, che si riferiva alla strage in mare di cui abbiamo avuto notizie oggi e che si richiamava al brutale e vigliacco atto di terrorismo di Manchester

Sono bambini. Come i nostri. Come quelli di Manchester

Faccio mia questa frase, la condivido, e colgo un drammatico paradosso. Libici sono i colpevoli della strage in mare (perchè è chiaro che i colpevoli dei morti in mare sono gli scafisti, non altri), e libici (meglio britannici di chiara origine libica - non profughi di questi anni) chi ha pianificato e attuato l'attentato a Manchester.
La successione di tragici eventi ha una componente di casualità, ovviamente. Ma ha anche una componente di determinazione.
Ecco, io penso che occorre ben individuare chi sono i nostri nemici.
Io ho partecipato, con emozione e con convinzione, alla bella giornata di sabato a Milano e rivendico quelle scelte. Voglio abbattere muri e costruire ponti.  Non voglio spostare i muri. Penso che dovremmo abbatterli tutti e costruire ponti sopra ogni fossato, anche quelli che mi dividono da chi vede con ostilità, paura e preoccupazione la migrazione di molte persone mosse da diverse cause, dalle guerre infinite e numerose, dalla povertà, dalle dittature. Penso che ho, che abbiamo molto in comune anche con queste persone critiche verso l'accoglienza, per esempio un comune nemico: chi guadagna milioni sulla pelle della gente che migra ( e, scusate la brutalità, ma con i trafficanti di uomini siamo in guerra, e la guerra la si combatte con convinzione e con un solo obiettivo, che il nemico si arrenda. Deve essere come contro la mafia)  un altro comune nemico: chi partorisce questa ideologia di morte.
Forse costruendo anche questi ponti, potremmo meglio cercare di capire anche le origini e le motivazioni di tutto ciò. Di Battista fu insultato quando disse che era necessario capire, eppure non aveva torto. Certo la prima linea è la difesa con forza e la repressione del terrorismo. Ma non è pensabile passare i decenni a reprimere. Occorre capire per cambiare, per eliminare la terra di coltura del terrorismo.
Completerei quindi la tristemente bella e vera considerazione di Majorino: dobbiamo difendere questi e quelli prendendoci tutte le responsabilità, per esempio non dividendosi (anche solo per calcolo) ma agendo con razionalità, gestendo con oculatezza la situazione attuale senza patetiche posizioni ostruzionistiche, ma senza demonizzare chi la pensa diversamente. Non dividerei tra umano e disumano, come ho letto in alcune considerazioni dopo la manifestazioni di sabato a Milano. C'è tanta umanità tra chi non condivide le idee (da par loro non unitarie) di chi manifestava sabato. Non facciamo l'errore di credersi migliori. Non credo sarà così che si possono difendere i nostri (complessivamente) bambini. Dividerei, se posso,  tra lungimiranti e timorosi, con la consapevolezza che nessuno ha la verità in tasca.

domenica 21 maggio 2017

#20MAGGIOSENZAMURI _ UNA ENORME RESPONSABILITA'

#20MAGGIOSENZAMURI _ UNA ENORME RESPONSABILITA'
I MURI VANNO ABBATTUTI, TUTTI, NON SOLO SPOSTATI

Felicissimo di aver partecipato a una giornata storica per l'Italia, che credo sia stata una manifestazione CON i cittadini stranieri, PER l'Italia, PER gli Italiani storici e nuovi, PER chi cerca possibilità e speranza in Europa. 
Penso che questa manifestazione #20MAGGIOSENZAMURI, con le sue parole d'ordine come NESSUNO E' ILLEGALE, carichi di una enorme responsabilità che ha partecipato di persona o con il cuore. La responsabilità di non alzare muri e non rendere metaforicamente "illegale" chi ora si sente lontano, preoccupato, chi vive con difficoltà l'arrivo di cittadini da altri continenti, chi ha paura, anche chi è ora ostile. I muri vanno abbattuti in ogni senso, non solo spostati. E' un grande compito e una enorme responsabilità per chi crede in quello per cui ieri ha manifestato.

lunedì 15 maggio 2017

PUO' ESSERE UNA SIMILITUDINE? #SERRACCHIANI

PUO' ESSERE UNA SIMILITUDINE? #SERRACCHIANI

Immaginiamo un giovane che subisce una violenta rapina nella sua casa (per sgomberare il campo da divagazioni inutili stabiliamo subito che il rapinatore è italiano).
Viene ferito e la sua casa sta prendendo fuoco in conseguenza della rapina.
La Polizia di Stato si attiva subito con indagini attente e serrate e in poco tempo arresta il rapinatore, recupera tutta la refurtiva e la riconsegna al proprietario, affidando alla Giustizia il rapinatore.
I Vigili del Fuoco intervengono tempestivamente sull'incendio e lo spengono prima che faccia danni tali da non essere risarciti in toto dall'assicurazione.
La Croce Rossa porta velocemente il malcapitato presso un Ospedale Pubblico e i medici e chirurghi del Servizio Sanitario Nazionale curano il ferito fino alla completa guarigione, senza che si trascini conseguenze invalidanti.
I Giudici condannano alla giusta pena il malfattore e il Sistema Penitenziario dello Stato utilizza non solo il metodo coercitivo, e con programmi appositi recupera alla società civile il rapinatore.

Questo giovane diventa, nel corso della sua vita, un Evasore Totale. Guadagna milioni e con trucchi, corruzione e inganno non paga un euro di tasse alla fiscalità generale.

L'evasione fiscale è sempre ripugnante, ma è possibile affermare che in questo caso acquista un plus di gravità morale? Sia intrinsecamente sia come percezione?

E' una similitudine corretta? #Serracchiani.

domenica 14 maggio 2017

TECNOLOGIA E AUTOMAZIONE FARANNO SPARIRE DUE TERZI DEL LAVORO NEI PAESE A BASSO REDDITO

TECNOLOGIA E AUTOMAZIONE FARANNO SPARIRE DUE TERZI DEL LAVORO NEI PAESE A BASSO REDDITO

Intervista di Paolo Mastrolilli a Jim Kong Kim, presidente della Banca Mondiale. Su "La Stampa" del 13 Maggio 2017

"Mi preoccupa molto, ad esempio, la previsione secondo cui i due terzi dei posti di lavoro nei Paesi a basso reddito spariranno presto a causa della tecnologia e dell’automazione. Dobbiamo renderci conto che la via classica per lo sviluppo, dall’agricoltura alla manifattura leggera, arrivando poi all’industrializzazione, non sarà aperta alla maggior parte dell’Africa. Come aggiriamo questo ostacolo? Da dove verrà il lavoro? Dobbiamo puntare sul capitale umano, investire nell’istruzione dai primi anni di vita, attirare capitale privato, e usare la tecnologia in maniera innovativa per creare occupazione. Ma è un compito estremamente urgente, siamo impegnati in una corsa contro il tempo. Se vogliamo evitare che i Paesi a basso reddito imbocchino la strada comune di più estremismo, violenza, e quindi migrazioni di massa, dobbiamo cambiare il modo in cui finanziamo lo sviluppo».
http://www.lastampa.it/2017/05/13/esteri/jim-yong-kim-la-crisi-delle-migrazioni-solo-linizio-della-tragedia-uXPaZaEMnS6fP1tVQxluhM/pagina.html

domenica 7 maggio 2017

PROPOSTA PER UNA SERATA CHE POTREBBE ESSERE SORPRENDENTEMENTE INTERESSANTE

TUTTI PER TREZZO, la lista civica di Trezzo con la quale collaboro, organizza la presentazione di questo libro, dedicato alla scoperta del SUOLO  e alla comprensione della sua importanza per il benessere dei SISTEMI SOCIO-ECOLOGICI nei quali viviamo. Avendo letto il libro, mi sento di invitare a partecipare a questa serata. Potrebbe essere sorprendentemente interessante. Vale la pena fare una scommessa.
Per i più curiosi, ecco alcuni link di approfondimento e di anteprima

lunedì 1 maggio 2017

LA DEMOCRAZIA E I SUOI LIMITI -2

SABINO CASSESE: LA DEMOCRAZIA E I SUOI LIMITI

Democrazia senza amministrazione?
(...)
Il governo da parte di un'oligarchia per conto del popolo, quello che chiamiamo democrazia, ha bisogno di strumenti per la realizzazione delle politiche pubbliche proposte all'elettorato e da questo approvate con le votazioni.
Questi strumenti sono costituiti dalla pubblica amministrazione oppure dai suoi succedanei. LA LORO QUALITA' E' CONDIZIONE DEL SUCCESSO DELLA DEMOCRAZIA, perchè senza di essi non si completa il circuito democratico: indirizzi o preferenze popolari - formulazione di politiche pubbliche - loro attuazione concreta -  soddisfazione popolare e conseguente accettazione dei suoi governanti. Dunque, questi strumenti sono fattori condizionanti e limiti della democrazia, specialmente in caso di malfunzionamento.
L'idea tanto diffusa che il circuito democratico possa prescindere da questo ulteriore elemento è astratta ed errata. Non basta eleggere l'una o l'altra forza politica. Queste dovranno servirsi di apparati, seguire procedure definite da leggi, gestire uomini chiamati a far funzionare la "macchina" , La maggior parte di questa strumentazione è definita dalla somma dei governi precedenti, e nessun governo è in grado di modificarla, tanto che è diffuso il motto secondo il quale ogni governo governa con gli strumenti dei governi precedenti. Di qui l'importanza, fondamentale per il successo della democrazia, della conformazione del potere esecutivo.
Nello stesso modo è sbagliata l'idea che le amministrazioni moderne, costituite da milioni di persone, siano strumenti neutri o irrilevanti ai fini della democrazia, mere macchine. La scarsa attenzione per l'aspetto esecutivo è, anzi, stata causa del'astrattezza di molte riflessioni sulla democrazia.






LA DEMOCRAZIA E I SUOI LIMITI

SABINO CASSESE. LA DEMOCRAZIA E I SUOI LIMITI
Inizio questo libro di Sabino Cassese con la speranza di terminarlo un po' arricchito.
Il titolo è stimolante, l'argomento quanto mai interessante e attuale (in tempi di crisi di democrazia, di arretramento della democrazia in numerosi Stati, di vendita di "promessa" di una forma di democrazia "diretta" che non è un ampliamento quanto un annacquamento - e intorbidamento - della stessa.

Questo leggo nella introduzione.
"La democrazia è lo strumento del "governo limitato". Da un lato, la sovranità popolare, su cui si fonda la democrazia, è un mezzo per limitare i poteri pubblici. Dall'altro, la stessa sovranità popolare non può penetrare ovunque, non è fonte di un potere illimitato (come si spiegherà più avanti, la Costituzione Italiana dispone che essa si eserciti nelle forme e nei limiti della Costituzione: non potrebbe, per esempio, dar luogo a discriminazioni che vìolino il principio di eguaglianza). Dunque, il tema dei limiti che la democrazia pone e di quelli che essa incontra è essenziale per la sua comprensione"