mercoledì 28 giugno 2017

ALDO CAZZULLO: IL MACRON ITALIANO CHE NON C'E'

ALDO CAZZULLO: IL MACRON ITALIANO CHE NON C'E'

Ho trovato particolarmente interessante il fondo di Cazzullo sul Corriere di oggi 28 giugno.
alcuni stralci

Ma il vero motivo per cui la ricerca del Macron italiano è destinata a rimanere infruttuosa è che la Francia ha un establishment, un sistema, un' elité; l'Italia no.
Macron è figlio del desiderio di rinnovamento dei francesi, stanchi dei vecchi partiti e delle vecchie facce; ma è anche figlio dell'establishment
(...)
però il sistema in Francia esiste, ed è fatto di grandi imprese e di grandi scuole, di diplomatici e di funzionari. Possono essere rivali; ma quando c'è di mezzo l'interesse nazionale, colpiscono uniti.
(...)
In Italia i movimenti populisti sono più forti: (...) perchè il disprezzo della politica si accompagna spesso - anche se non sempre -  a un senso di estraneità verso lo Stato.
(...)
All'Italia non serve il miraggio di un modello straniero, ma un paziente lavoro di ricucitura civile

Questi sono stralci dell'articolo di Cazzullo (che spero di non aver travisato nell'estrapolare passaggi) estremamente interessante e molto condivisibile.
Unica nota: per la mia vocazione europea ed europeofila, sostituirei nell'ultima frase riportata la parola Italia con la parola Europa.
Ritengo e sostengo che il nostro futuro (magari non mio ma dei miei figli almeno) sia nello scioglimento degli stati nazionali in una unica nazione Europa, per la quale il lavoro di ricucitura civile è ancor più difficile, ma straordinariamente più necessario, che per l'Italia.

sabato 24 giugno 2017

OSSESSIONE DEL COMPLOTTO E PROCESSO DI VITTIMIZZAZIONE

sempre leggendo l'interessante libro del prof RICCARDO REDAELLI  "ISLAMISMO E DEMOCRAZIA, ho trovato interessanti queste pagine sul Rifiuto della democrazia occidentale. (sono concetti che avevo trovato sul Corriere di un paio di settimane fa espressi da Galli della Loggia - chissà forse ha letto lo stesso libro).
Riporto la prima parte con una fotografia della pagina.

Questa percezione (continua Redaelli ) rappresenta uno dei principali ostacoli per una vera riforma politica nel Medio Oriente allargato: il rifugiarsi in una visione apologetica del proprio glorioso passato, denunciando i disastri dell'oggi come semplici conseguenze delle interferenze occidentali, dei complotti e delle viltà delle proprie corrotte élite politiche, è una visione infantilistica che non aiuta a promuovere agende coerenti di cambiamento strutturale

venerdì 23 giugno 2017

ISLAMISMO E DEMOCRAZIA - la bizzarra "santa alleanza" tra xenofobi e jihadisti

Leggo, nelle prime pagine di questo libro di RICCARDO REDAELLI: "ISLAMISMO E DEMOCRAZIA" :

"Si è diffusa in Occidente una lettura dell'Islam come religione e come fenomeno storico, sociale e culturale, non solo erronea, ma astorica e perennialista. 
La complessità della realtà dei mondi musulmani e le variazioni nel vissuto islamico attraverso le varie epoche storiche- non differentemente da quanto avvento in Europa con la enorme diversità del quotidiano religioso cristiano attraverso venti secoli - non vengono percepite, favorendo il diffondersi di una visione del vissuto islamico e dell'interpretazione della Legge religiosa ( la shar'ia) che fa dell'islam un monolite immutabile.
E paradossalmente questa visione acritica e deformante di un islam come realtà unica, fissa e immutabile - il cosiddetto "eccezionalismo islamico" - accomuna, come nota acutamente Ghassam Salamé, tanto i suoi detrattori più accaniti quanto gli attivisti dell'islamismo radicale e gli apologeti del salafismo, impegnati in un'azione brutale e spesso violenta di sradicamento di ogni altra interpretazione di quella religione che non corrisponda al loro fanatismo dogmatico. Si è formata così una bizzarra "santa alleanza" fra i monimenti xenofobi e populisti che crescono nella vecchia, spaventata Europa e gli "untori" del jihadismo e della militanza violenta, che usano il web e i pulpiti di certe ambigue moschee per radicalizzare i propri  correligionari "
(mia nota: che gli jihadisti tifano per i movimenti xenofobi e sovranisti e che gli uni siano utili agli altri non è un ragionamento poi sofisticato, è palese e sotto gli occhi di tutti. In Francia tifavano per la Le Pen, non certo per Macron o Mèlenchon)
continua il prof. Redaelli
"Nessun problema dunque? Solo una questione di percezioni distorte? Basta guardare gli avvenimenti degli ultimi decenni per capire che non è così. Se le apocalittiche visioni degli islamofobi sono da rifiutare, non meno svianti sono le rassicurazioni degli islamofili e degli apologetici acritici dell'Islam, sul fatto che questa religione sia una religione di pace e che non vi siano problemi con e dentro l'Islam ma solo con interpretazioni deviate di esso. O che le colpe dei disastri del Medio Oriente contemporaneo siano sempre e solo da ascrivere al colonialismo europeo, seguendo la stereotipata lettura degli studi post-coloniali e degli epigoni di Edward Said. La verità è che la civiltà islamica sta mostrando una straordinaria fatica nell'adattarsi alla modernità, ai processi di secolarizzazione, alla globalizzazione..."

lunedì 19 giugno 2017

DEMOCRAZIA, PARTITI, LEADER, PARTECIPAZIONE, DECISIONISMO, PROTESTA

DEMOCRAZIA, PARTITI, LEADER, PARTECIPAZIONE, DECISIONISMO, PROTESTA
ancora uno stralcio, ottenuto fotografando il libro per pigrizia, dal libro di Marzano/Urbinati: "la società orizzontale".
In queste pagine si elabora il concetto che i partiti servono alla democrazia quando stimolano e sono stimolati dalla partecipazione reale dei cittadini. Il pensiero dominante del leaderismo che produce efficienza e lascia ai cittadini lo sfogo della protesta sterile sui social rappresenta una società verticistica. La partecipazione, apparentemente meno efficiente, in realtà consente una maggiore democrazia e un minor potere dei leader che lasciano spazi di democrazia in ambiti estremamente circoscritti e presto negletti (il partito di... fidatevi...il capitano...)
E' un ragionamento dei due studiosi che non appare lontano dalla realtà, io lo sento vicino perchè da sempre sono sostenitore di una partecipazione sviluppata con organizzazione rigorosa e del valore della squadra nell'attività politica.


domenica 18 giugno 2017

SOCIETA' ORIZZONTALE

SOCIETA' ORIZZONTALE
Questo libro, in corso di lettura, LA SOCIETA' ORIZZONTALE di Nadia Urbinati e Marco Marzano, non mi convince pienamente.
E' nella natura dei libri non essere approvati o respinti "in toto". Ci sono spunti che trovo interessanti (se non anche condivisibili).
Questo è uno stralcio che mi ha colpito.
<Una società orizzontale senza infingimenti è, in definitiva, quella in cui tutta l'autorità è trasferita alle istituzioni e alle regole, alle leggi e ai diritti. Solo così può prendere vita in noi tutti un sentimento di fiducia nelle nostre forze in grado di imbrigliare le mai sopite e sempre differenti forme di potere privilegiato, pastorale o oligarchico, del dogma e della ricchezza.
siamo convinti che la rovina per le giovani generazioni sia rappresentata da un'autorità che rifiuta di essere condivisa,che si camuffa magari da buonismo paterno, che si fa comprensiva e sentimentale solo per non perdere il podio del guardiano, per non andarsene mai.
E' un altro, secondo noi, il discorso che i giovani dovrebbero poter sentire:quello della società e dell'educazione come palestre in cui diventare consapevoli delle proprie forze, ricettivi al diverso e mail disposti a pensarsi naturalmente impotenti, fatalmente destinati a  un futuro che non dipende comunque da noi stessi. per  fare questo,ogni ragazzo dovrebbe esser messo di fronte alla vita direttamente, essere educato mentre agisce, imparare dagli altri e misurare nelle relazioni con gli altri le distanze e le vicinanze, apprendendo a riconoscere il valore della propria autonomia senza perdere di vista i limiti e le condizioni sociale delle proprie azioni.
Quello che noi proponiamo è di educare mediante l'azione, secondo un modello pragmatico che non si vergogna a mostrarsi strumentale e utilitario, che funziona in termini di progetti ipotetici possibili.>
Se non si dimentica che spesso "l'autorità paterna" è un camuffamento della diseguaglianza sociale e dei poteri economici, finalizzata allo sfruttamento nel campo lavorativo (che colpisce in via intergenerazionale) e il modello utilitario deve essere calmierato secondo i dettati della nostra Costituzione e dei concetti basilari del welfare, il ragionamento è interessante.

sabato 17 giugno 2017

VERSO LA FINE DELLA VITA

VERSO LA FINE DELLA VITA
Questo è il titolo di un impegnativo articolo dell'Economist apparso sulle colonne del numero di questa settimana dell' INTERNAZIONALE.
Le prime righe:
"A pochi passi dalla stazione di Todoroki, lungo un sentiero fiancheggiato di ciliegi, c'è un tempietto di legno. Sulla soglia c'è un Budda bambino. Gli abitanti di questo quartiere di Tokyo rivolgono al piccolo un "pin pin korori", una preghiera con cui chiedono due cose: una vita lunga e sana, e una morte rapida e indolore. Questi desideri saranno soddisfatti solo in parte. Il paradosso della medicina moderna è che le persone vivono di più ma hanno più malattie. E la morte non è quasi mai rapida e indolore. Spesso è traumatica. Quando la fine si avvicina, le persone hanno obiettivi più importanti che vivere fino all'ultimo secondo. Ma non gli viene chiesto quasi mai cosa conta di più per loro. Nel mondo ricco la maggior parte delle persone muore in ospedale o in una casa di cura, spesso dopo trattamenti inutili e aggressivi Molti muoiono da soli, sofferenti e confusi ..."

sabato 10 giugno 2017

SON TUTTI SPARITI, MA NULLA SENTE MANCARE LA TERRA

Leggendo le prime pagine del libro "L'incanto e il disinganno: Leopardi" di Boncinelli /Giorello trovo questo stralcio del "Dialogo di un Folletto e uno Gnomo" che conferma un mio pensiero.
Mi piace riportarlo per condividerlo

"Folletto: Ma ora che ei (tutti gli uomini e le donne sulla faccia della Terra) sono tutti spariti, la Terra non sente che le manchi nulla, e i fiumi non sono stanchi di correre, e il mare, ancorché non abbia più da servire alla navigazione e al traffico, non si vede che si rasciughi.
Gnomo: E le stelle e i pianeti non mancano di nascere e di tramontare, e non hanno preso le gramaglie.
Folletto: E il sole non s'ha intonacato il viso di ruggine come fece, secondo Virgilio, per la morte di Cesare: della quale io credo ch'ei si pigliasse tanto affanno quanto ne pigliò la statua di Pompeo".

domenica 4 giugno 2017

PER NON PRENDERSI MAI TROPPO SUL SERIO. IL SONDAGGIO SETTIMANALE

PER NON PRENDERSI MAI TROPPO SUL SERIO. IL SONDAGGIO SETTIMANALE
DOMENICA 4 GIUGNO

Allo stato attuale l'esito del sondaggio interno (precedo di un giorno quello di Mentana per bruciargli la notizia), fornisce questo esito: ASTENSIONE 100% (nessuno scostamento dalla scorsa settimana).
Anzi.
Direi anche 110% o 120%. L'incremento irreale della percentuale è motivato dalla sensazione di essere analfabeta funzionale, sensazione che mi prende quando leggo le ricostruzione e le previsioni della prossima legge elettorale. Non ci capisco nulla.
Ma una sensazione forte la percepisco. Che si tratti di Gerrymandering  istituzione e funzionale, scevro d qualsiasi principio di interesse nazionale e di lungimiranza politica.

Due annotazioni:
1. prestare attenzione al programma M5S perchè pronostico (come altamente possibile e abbastanza probabile) un prossimo Governo M5S/Lega Nord con Salvini agli interni.
2. prendere un giorno di ferie per fare l'elenco di tutti i partiti, movimenti politici, gruppi parlamentari, sottogruppi parlamentari, associazioni, nuovi soggetti politici esistenti a sinistra del PD (che a occhio sono più degli allenatori che cambia l'Inter in una stagione. E questo dice tutto)

giovedì 1 giugno 2017

ROMANO PRODI. IL PIANO INCLINATO. restituire valore e peso politico al lavoro

ROMANO PRODI. IL PIANO INCLINATO. 
continuando la lettura sottolineo questo paragrafo

"Il lavoro svalutato, sostituibile, frammentato (quando non assente) finisce per mancare al suo ruolo di costruttore della struttura della società e dei suoi meccanismi democratici. Da principale elemento di coesione e di sviluppo sociale, diviene il veicolo di trasmissione del virus della diseguaglianza e dell'esclusione.
Per costruire una società coesa e dinamica dobbiamo restituire valore e peso politico al lavoro"

ROMANO PRODI. IL PIANO INCLINATO

ROMANO PRODI.  IL PIANO INCLINATO
Leggendo il libro di Romano Prodi.
"I differenziali salariali si sono acuiti sensibilmente negli ultimi anni in tutti i paesi: l'Italia non è un'eccezione. Anche solo a scopo evocativo, possiamo ricordare che, nel 2015, la media degli stipendi dei primi 10 dirigenti d'azienda italiani, al netto delle liquidazioni di milioni di stock option e bonus d'ingresso, è stata superiore a 13 milioni di euro ( €13.000.000). Per uguagliare ciò che mediamente i 10 top manager guadagnano in una settimana occorro oltre 8 anni di un lavoratore medio.
Differenze di questo tipo, e anche maggiori, sono diventate così abituali da non costituire più alcuna sorpresa né provocare alcun giudizio negativo. Le critiche si limitano alle remunerazioni del ceto politico o dell'amministrazione pubblica e appaiono più uno strumento di lotta politica che una reale riflessione sulle diseguaglianze"

(Concordo con Prodi, devo dire per onestà che ai margini del sistema politico, fuori dal Parlamento e molto isolati, a volte anche per masochistica scelta, ci sono contestatori di questo perverso sistema che dicono che "i soldi ci sono, solo che non si vuole andare a prenderli")