venerdì 23 giugno 2017

ISLAMISMO E DEMOCRAZIA - la bizzarra "santa alleanza" tra xenofobi e jihadisti

Leggo, nelle prime pagine di questo libro di RICCARDO REDAELLI: "ISLAMISMO E DEMOCRAZIA" :

"Si è diffusa in Occidente una lettura dell'Islam come religione e come fenomeno storico, sociale e culturale, non solo erronea, ma astorica e perennialista. 
La complessità della realtà dei mondi musulmani e le variazioni nel vissuto islamico attraverso le varie epoche storiche- non differentemente da quanto avvento in Europa con la enorme diversità del quotidiano religioso cristiano attraverso venti secoli - non vengono percepite, favorendo il diffondersi di una visione del vissuto islamico e dell'interpretazione della Legge religiosa ( la shar'ia) che fa dell'islam un monolite immutabile.
E paradossalmente questa visione acritica e deformante di un islam come realtà unica, fissa e immutabile - il cosiddetto "eccezionalismo islamico" - accomuna, come nota acutamente Ghassam Salamé, tanto i suoi detrattori più accaniti quanto gli attivisti dell'islamismo radicale e gli apologeti del salafismo, impegnati in un'azione brutale e spesso violenta di sradicamento di ogni altra interpretazione di quella religione che non corrisponda al loro fanatismo dogmatico. Si è formata così una bizzarra "santa alleanza" fra i monimenti xenofobi e populisti che crescono nella vecchia, spaventata Europa e gli "untori" del jihadismo e della militanza violenta, che usano il web e i pulpiti di certe ambigue moschee per radicalizzare i propri  correligionari "
(mia nota: che gli jihadisti tifano per i movimenti xenofobi e sovranisti e che gli uni siano utili agli altri non è un ragionamento poi sofisticato, è palese e sotto gli occhi di tutti. In Francia tifavano per la Le Pen, non certo per Macron o Mèlenchon)
continua il prof. Redaelli
"Nessun problema dunque? Solo una questione di percezioni distorte? Basta guardare gli avvenimenti degli ultimi decenni per capire che non è così. Se le apocalittiche visioni degli islamofobi sono da rifiutare, non meno svianti sono le rassicurazioni degli islamofili e degli apologetici acritici dell'Islam, sul fatto che questa religione sia una religione di pace e che non vi siano problemi con e dentro l'Islam ma solo con interpretazioni deviate di esso. O che le colpe dei disastri del Medio Oriente contemporaneo siano sempre e solo da ascrivere al colonialismo europeo, seguendo la stereotipata lettura degli studi post-coloniali e degli epigoni di Edward Said. La verità è che la civiltà islamica sta mostrando una straordinaria fatica nell'adattarsi alla modernità, ai processi di secolarizzazione, alla globalizzazione..."

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