mercoledì 24 maggio 2017

TERRORISMO E MORTI IN MEDITERRANEO. UN TRAGICO PARADOSSO

Oggi ho letto questa breve, vera, frase scritta da una persona che stimo moltissimo, l'Assessore #Pierfrancesco #Majorino, che si riferiva alla strage in mare di cui abbiamo avuto notizie oggi e che si richiamava al brutale e vigliacco atto di terrorismo di Manchester

Sono bambini. Come i nostri. Come quelli di Manchester

Faccio mia questa frase, la condivido, e colgo un drammatico paradosso. Libici sono i colpevoli della strage in mare (perchè è chiaro che i colpevoli dei morti in mare sono gli scafisti, non altri), e libici (meglio britannici di chiara origine libica - non profughi di questi anni) chi ha pianificato e attuato l'attentato a Manchester.
La successione di tragici eventi ha una componente di casualità, ovviamente. Ma ha anche una componente di determinazione.
Ecco, io penso che occorre ben individuare chi sono i nostri nemici.
Io ho partecipato, con emozione e con convinzione, alla bella giornata di sabato a Milano e rivendico quelle scelte. Voglio abbattere muri e costruire ponti.  Non voglio spostare i muri. Penso che dovremmo abbatterli tutti e costruire ponti sopra ogni fossato, anche quelli che mi dividono da chi vede con ostilità, paura e preoccupazione la migrazione di molte persone mosse da diverse cause, dalle guerre infinite e numerose, dalla povertà, dalle dittature. Penso che ho, che abbiamo molto in comune anche con queste persone critiche verso l'accoglienza, per esempio un comune nemico: chi guadagna milioni sulla pelle della gente che migra ( e, scusate la brutalità, ma con i trafficanti di uomini siamo in guerra, e la guerra la si combatte con convinzione e con un solo obiettivo, che il nemico si arrenda. Deve essere come contro la mafia)  un altro comune nemico: chi partorisce questa ideologia di morte.
Forse costruendo anche questi ponti, potremmo meglio cercare di capire anche le origini e le motivazioni di tutto ciò. Di Battista fu insultato quando disse che era necessario capire, eppure non aveva torto. Certo la prima linea è la difesa con forza e la repressione del terrorismo. Ma non è pensabile passare i decenni a reprimere. Occorre capire per cambiare, per eliminare la terra di coltura del terrorismo.
Completerei quindi la tristemente bella e vera considerazione di Majorino: dobbiamo difendere questi e quelli prendendoci tutte le responsabilità, per esempio non dividendosi (anche solo per calcolo) ma agendo con razionalità, gestendo con oculatezza la situazione attuale senza patetiche posizioni ostruzionistiche, ma senza demonizzare chi la pensa diversamente. Non dividerei tra umano e disumano, come ho letto in alcune considerazioni dopo la manifestazioni di sabato a Milano. C'è tanta umanità tra chi non condivide le idee (da par loro non unitarie) di chi manifestava sabato. Non facciamo l'errore di credersi migliori. Non credo sarà così che si possono difendere i nostri (complessivamente) bambini. Dividerei, se posso,  tra lungimiranti e timorosi, con la consapevolezza che nessuno ha la verità in tasca.

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