martedì 16 agosto 2016

L'INTERNAZIONALISMO E L'1% CHE CI GUARDA E RIDE

L'INTERNAZIONALISMO E L'1% CHE CI GUARDA E RIDE
Scriveva, nel 1990, Claudio Magris (e trovo sul libro che con grande piacere sto leggendo: L'INFINITO VIAGGIARE) al termine di un breve elzeviro sulla dissoluzione dell'Unione Sovietica queste parole, 
"L'internazionalismo proletario è stato pervertito in uno strumento di dominio, ma aveva creato una coscienza sovranazionale di cui c'è estremo bisogno, se non si vuole che la liberazione dell'89 comporti pure regressioni. In questo senso l'eredità ideale del socialismo non deve andare perduta ed è necessario ogni sforzo per rendere più concreta possibile l'unità europea, controogni tendenza centrifuga ..."
Parole profetiche oggi quando siamo indirizzati verso il peggiore scenario temuto da Magris.
Forse questo "Internazionalismo" è un residuato storico per vecchi inutili nostalgici, forse questo "Internazionalismo" non consentirebbe a quell'1% che possiede più del 50% di dormire con il culo al caldo (chiedo scusa del francesismo, ma in questo caso ci vuole) godendosi lo spettacolo della nostra guerra del penultimo contro l'ultimo. Forse dormirebbe un po' preoccupato.

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