venerdì 17 novembre 2017

RIDURRE LA SINGOLARITA' DELLE PERSONE

RIDURRE LA SINGOLARITA' DELLE PERSONE
Piero Amerio "VIVERE INSIEME- Comunità e relazioni nella società globale"

...un vero e proprio "atteggiamento di rifiuto e di ostilità", suscettibile di attivarsi in azioni concrete dirette a inferiorizzare ed escludere gli altri (individui e gruppi). Un'attivazione che soprattutto può prodursi quando, entrando in rapporto con noi, l'altra categoria viene a costituirsi come un outgroup rispetto al nostro ingroup. In tale situazione, infatti, accanto al meccanismo mentale che tende a restringere le differenze all'interno delle singole categorie (e quindi a ridurre la singolarità delle persone) e ad allargare le differenze tra le categorie ( esaltando quindi le caratteristiche di ciascuna), entra in funzione anche quell'etnocentrismo da tempo noto come al tendenza di un gruppo (tribù, nazione, comunità) a considerarsi al centro di un universo sociale,e a valutare gli altri gruppi in base ai propri valori, alla propria religione, alla propria morale, ai propri usi e costumi...

- due note mie su queste interessanti considerazioni: la prima è che, al netto della triste deriva identitaria e sovranista che sta ammorbando il sentire culturale e politico di buona parte dell'Europa, proprio l'Europa del secondo dopoguerra, a mio avviso, è stata lo spicchio di mondo dove si era più liberi da questo "atteggiamento di rifiuto e di ostilità". Un plus valoriale che forse ha bisogno di correzioni da eccessi, ma che sarebbe un peccato perdere; secondo che essere liberi da queste derive non vuol dire non avere coscienza, consapevolezza e orgoglio delle proprie radici e delle proprie specificità culturali e politiche, bensì far forza sulle proprie caratteristiche, sempre evolvibili, per confrontarsi liberamente con "le altre categorie"

Nessun commento:

Posta un commento