martedì 15 maggio 2018

SULL'AMORE _ due Breviari di Gianfranco Ravasi

SULL'AMORE _ due Breviari di Gianfranco Ravasi


Per due settimane consecutive, nel suo “breviario” per la Domenica del Sole 24 Ore, il Cardinale Gianfranco Ravasi tratta dell'amore. E lo fa esprimendo due concetti che sembrano quasi contraddirsi. Domenica 6 maggio conclude il suo breve scritto con una definizione bellissima (a suo e mio giudizio) di Ungaretti: “ Il vero amore è una quiete accesa”. E inizia il pensiero di domenica 13 maggio con un aforisma tratto da Silenzio, un racconto di Max Frisch “ In amore non si vede un punto d'arrivo, né un appagamento, ma solo un continuo proseguire”. Quando ho letto questa frase non ho potuto fare a meno di tornare con la mente, ove le avevo riposte, alla parole della settimana precedente (e neppure l'accorto ed eruditissimo Ravasi se le è dimenticate). Il primo istinto è stato quello di cogliere la contraddizione ( “quiete” -”proseguire”) Non è forse la quiete la plastica rappresentazione dell'appagamento? Ma ho trovato un filo rosso (esercizio facilissimo, nevvero?) nella parola “accesa”. Una quiete accesa è un bellissimo ossimoro che si sposa benissimo con la mancanza di appagamento, il continuo proseguire. Ovviamente Ravasi stoppa subito il don Giovanni che non si appaga di aggiornare il suo catalogo, il “proseguire” che propugna è un desiderio la cui etimologia richiama alle stelle e non al possesso e all'appagamento superficiale. Ma non scinde dalla “quiete” la qualifica “accesa”, che elimina dall'orizzonte il “grigio dell'egoismo e dell'abitudine”. Si potrebbe proseguire a lungo stimolati da questa riflessione abilmente posta in due puntate consecutive da Ravasi, con il rischio di scivolare in corbellerie. Meglio lasciare così sospeso l'argomento, condividendolo con gli amici attraverso gli strumenti che oggi abbiamo (un po' sterili, quanto è più bello non limitarsi a like o brevi commenti, ma discuterne con calore attorno a un tavolo, anzi un desco per essere più coinvolgenti).
Il breviario di Ravasi è la prima cosa che leggo il lunedì appena arriva il Sole 24 ore della Domenica da cui velocemente estraggo l'inserto, ed è un raggio di sole nella giornata. Anche questo, per me ateo, è un felice ossimoro.

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