lunedì 28 maggio 2018

RAVASI E MASTROCOLA: OLTRE LA MEDIOCRITà DELLE COSE

RAVASI E MASTROCOLA: OLTRE LA MEDIOCRITà DELLE COSE
(premesso- e ripetuto in seguito - non si intende disconoscere la necessità che si risponda ad esigenze drammaticamente materiali di molte persone che vivono condizioni di povertà anche dura)
Ho letto sulla Domenica del Sole 24 Ore il Breviario di Ravasi e le Paginette di Mastrocola, posti il primo sulla prima pagina e il pezzo di Mastrocola in penultima.
E ho trovato, con divertito interesse, la trattazione di uno stesso argomento e un chiaro comune sentire. Poiché non credo (ma non so, in realtà) che sia siano messi d'accordo, penso che ciascuno di loro, leggendo il pezzo dell'altra/o, abbia sorriso.
Scrive Ravasi (il Breviario è opera di un Cardinale, il laico estrapola il concetto dall'afflato religioso, e ci si ritrova in pieno): "<L'uomo è ben più di una macchina: è uno spirito, un dio nel mondo, ma lo è in un relazione con le COSE CHE LO CIRCONDANO BEN PIU' VITALE E SUPERIORE A QUELLA MOTIVATA DAI SOLI BISOGNI> Oggi è la festa della Trinità, quindi della realtà segreta e misteriosa del Dio cristiano. Noi abbiamo scelto di parlare oggi dell'immagine divina per eccellenza, la sua statua più somigliante, l'uomo, con una considerazione del grande poeta tedesco Friedrich Hoelderlin. Che l'uomo sia un quasi-dio lo afferma persino la bibbia, quando il Salmista riconosce che <tu, o Signore, l'hai fatto davvero poco meno di un dio (8,6)>. Proprio per questo egli non è riducibile a una macchina biologica, a un meccanismo puramente sensoriale, a un destinatario di prodotti da consumare. IL SUO RAPPORTO CON LA REALTA' CHE LO CIRCONDA NON DEV'ESSERE, ALLORA, LEGATO SOLO AL BISOGNO. La parola realtà deriva dal latino res, che a sua volta dipende dall'indoeuropeo rah che indica il bene, un dato non solo materiale, ma anche spirituale. Ed è così che l'uomo vive, sì, di cibo ma, al tempo stesso, di bellezza e di verità. Egli non è un grumo di cellule, ma un essere divino collocato da Dio nel mondo"
Questo è Ravasi (pur nel mio crede nella assoluta casualità dell'uomo nel mondo, non disconosco la spiritualità, non determinata, ma derivata dalla sua storia e dal suo saper immaginare ciò che non esiste)
Mastrocola nelle sue PAGINETTE (che leggo con simpatia, contrariamente al solito, anche per l'incipit dedicato alle galline) scrive: " La vera bruttezza, la vera mediocrità, naturalmente, non solo (soltanto) le felpe. Ho riflettuto un po', in questi mesi, in questo prolungarsi dell'agonia del vuoto di governo... e sono arrivata a pensare che l'aspetto peggiore , più mortificante, è che questa politica si sia finora più che mai fondata su cose e non su idee. Cose soltanto concrete, che si toccano, si quantificano, si spendono. La promessa di COSE: PIU' SOLDI, MENO TASSE, BONUS, AGEVOLAZIONI , SUSSIDI...NOMI DI COSE E BASTA. Un profluvio di offerte  da supermercato: è questo che ci offende. Vorremmo votare un politico che ci mostri una visione del mondo, non uno che ci offre una scatola di pelati in più. ... Troppa concretezza bieca, pesante, fine a se stessa. Manca un volo, un'impennata..." Rispetto a Ravasi di Mastrocola occorre sgrassare molto dallo snobismo benestante che ammorba il suo ragionare. La liberazione dai bisogni primari consente il sogno, il volo, e compito primario di chi chiede fiducia per governare una nazione è quello di recuperare dai bisogni, che si soddisfano con le cose, gli ultimi. Ma sfrondata da questa pecca il ragionamento di Mastrocola, il materialismo gretto di cui è ammantato il nostro discorso (sociale, culturale e non solo politico ) è veramente di gucciniana memoria (Cyrano)

Nessun commento:

Posta un commento