mercoledì 18 novembre 2015

QUALCHE PENSIERO SU "LAUDATO SI' " _3

Trovo molto interessante e indicato iniziare l'Enciclica con la riflessione su QUELLO CHE STA ACCADENDO ALLA NOSTRA CASA COMUNE. Infatti così si intitola il primo capitolo e il primo paragrafo (17) esplicitamente dice che le riflessioni filosofiche o teologiche possono risultare "vuote" se non ci contestualizzano su "quello che sta accadendo alla NOSTRA casa comune". Poche righe prima cita "il mondo di cui facciamo parte" per cui quel NOSTRA ha un chiaro significato ecumenico.
Credo che la scelta, a mio avviso indovinatissima, del tavolo nel padiglione EXPO della Santa Sede non sia indifferente (oltre al discorso cibo e nutrizione) a questo approccio indicato da J.M.Bergoglio.

Prima di iniziare la trattazione vera e propria, Francesco pone una questione che mi sembra di aver capito, lo preoccupa molto e che credo di ricordare ritornerà spesso nella Lettera: il contrasto e il confronto (non sempre con esito positivo) tra la VELOCITà DEL CAMBIAMENTO e la LENTEZZA DELL'EVOLUZIONE.

Su questo argomento mi sembra che la posizione di J.M.Bergoglio non sia di equidistanza, quanto piuttosto di critica verso la velocità del cambiamento:

18 "... la velocità che le azioni umane gli impongono oggi contrasta con la naturale lentezza dell'evoluzione biologica (...) obiettivi ... non necessariamente orientati al bene comune... il cambiamento è qualcosa di auspicabile, ma diventa preoccupante quando si muta in deterioramento del mondo e della qualità della vita di gran parte dell'umanità."

Mi sembra che la critica verso la velocità del cambiamento non sia aprioristica contro la velocità (verso cui nutre forse più preoccupazione) o il cambiamento (verso il quale auspica maggiore prudenza), bensì verso gli obiettivi (immagino di chi governa o dirige questo cambiamento- perchè successivamente vedremo che non crede ne nelle magnifiche sorti e progressive ne nella mano invisibile del mercato), bensì contro alcuni obiettivi che deteriorano la vita di gran parte dell'umanità.

Propone quindi un percorso attraverso le questioni sul tappeto (e non nascondibili sotto)

19 "l'obiettivo" scrive " non è di raccogliere informazioni o saziare la nostra curiosità, ma di prendere dolorosa coscienza, osare trasformare in SOFFERENZA PERSONALE quello che accade al mondo, e così riconoscere qual è il contributo che CIASCUNO PUò PORTARE"

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