giovedì 12 novembre 2015

QUALCHE PENSIERO SU "LAUDATO SI'" _1

LETTERA ENCICLICA “LAUDATO SI'” sulla cura della casa comune. Di J.M.Bergoglio con il nome di Francesco.

Cosa mi è piaciuto di questa Lettera Enciclica: la consapevolezza che i problemi che affliggono l'umanità sono connessi, collegati e interdipendenti. Non quindi una visione astratta dell'ecologia, bensì una analitica descrizione delle cause del disagio della Terra e di molti suoi abitanti e una chiamata in correo dei ben identificati responsabili. Parimenti la visione che porre rimedio comporta una serie di interventi altrettanto connessi, di carattere generale, mondiale, politico e geopolitico, senza rinunciare alla chiamata alla responsabilità personale.

Cosa non condivido: la lettura della Terra come dono di Dio all'uomo e quindi la responsabilità dell'uomo verso Dio nella conservazione della Terra. A mio avviso non esiste questo stato di necessità, siamo frutto del caso e se, come uomini, domani mattina sparissimo improvvisamente tutti e sette miliardi, la Terra continuerebbe la sua storia indifferentemente, senza sofferenza per alcuno, salvo forse, temporaneamente, qualche animale addomesticato.


Qualche stralcio.
Nei paragrafi iniziali si sofferma sul san Francesco d'Assisi, dal quale ha preso il nome.

10. (…) inseparabili la preoccupazione per la natura, la giustizia verso i poveri, l'impegno nella società e la pace interiore [appare una scansione programmatica di cosa tratterà nella pagine seguenti, e quali sono i suoi punti cardinali]

11. La sua testimonianza (di s.Francesco) ci mostra che l'ecologia integrale richiede apertura verso categorie che trascendono il linguaggio delle scienze esatte o della biologia e ci collegano con l'essenza dell'umano (…) se non parliamo più il linguaggio della fraternità e della bellezza nella nostra relazione con il mondo, i nostri atteggiamenti saranno quelli del dominatore, del consumatore o del mero sfruttatore delle risorse naturali, incapace di porre un limite ai suoi interessi immediati [il ragionamento sulla visione a corto raggio, sugli interessi immediati, sulla mancanza di lungimiranza tornerà spesso nell'Enciclica] 

12. (…) per questo chiedeva che nel convento si lasciasse sempre una parte dell'orto non coltivata, perchè vi crescessero le erbe selvatiche, in modo che quanti le avrebbero ammirate potessero elevare il pensiero a Dio, autore di tanta bellezza [evidentemente a me non viene da elevare il pensiero a Dio, ma il paragrafo mi piaceva perchè mette in discussione la mia ansia di ordine e “manomissione” che ho anche verso la natura]

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