LA PAZIENZA E' LA VIRTU' DEI FORTI?
Non so, forse sarà solo suggestione.
Però la riflessione sugli ultimi avvenimenti ( più drammatici
perchè più vicini e più enfatizzati ma non più gravi di molte
altre vicende simili che ci accompagnano in questi anni) aiutata
dalla lettura di numerosi articoli, approfondimenti, saggi, commenti
che riempiono i diversissimi, ormai, mezzi di comunicazione (fatta
salva la televisione evitata per abitudine) mi fa credere, potrei
sbagliarmi, che la virtù più importante ora sia la pazienza.
La pazienza delle forze dell'ordine
che devono elaborare e incrociare una quantità infinita di dati per
proteggerci ed evitare di catturare o eliminare i criminali dopo che
hanno compiuto le stragi – come è purtroppo accaduto.
La pazienza dei governanti che devono
capire che se con le risposte di forza immediate possono dare sfogo
alle necessità emotive loro e delle popolazioni colpite (spesso
infliggendo ad altre popolazioni innocenti altrettanti lutti) e forse
al massimo tamponare il manifestarsi del problema, solo con
l'assurgere a ruolo di statisti, quindi curare il benessere della
popolazione e l'evolvere, nella differenza, della coesione sociale
(scontentando forse i grandi capitali e non essendo compresi dalle
agenzie di rating e dalla borsa) possono togliere l'humus nel quale
un seme malvagio può nutrirsi.
La pazienza dei cittadini che devono
accettare limitazioni alla propria libertà – l'unica parola
veramente sacra per chi è cresciuto in Europa (conquista faticosa ma
considerata acquisita per sempre)- in cambio di una ipotetica
sicurezza
La pazienza di chi, per religione, si
sente ora subissato da una infinità di richieste. Sono richieste
giuste, ed è altrettanto giusto che gli vengano fatte perchè non è
possibile chiamarsi fuori. Meglio anzi farsi carico del problema,
sapere che si ha un cancro da estirpare può più facilmente condurre
alla guarigione piuttosto che respingere l'idea che quel cancro sta
aggredendo il proprio corpo. Però è vero che nella condizione di
essere spesso vituperati a priori, di sentirsi a volte indesiderati o
confusi, per ignoranza o malafede o propria poca chiarezza, pur
essendo cellule sane, con le cellule malate, può creare spaesamento
e maggiore chiusura. Quindi con pazienza occorre rispondere alle
domande che vengono poste, spesso da chi è spaventato e quindi
aggressivo, sapendo di doverlo fare, traendo spunto dalla necessità
di dare risposte sincera per una positiva crescita, conservando
l'orgoglio per chi si è e difendendo la propria dignità.
La pazienza ancora di noi cittadini che
non vedremo tanto presto una soluzione a portata di mano e dovremo
subire ancora questi colpi senza perdere la fiducia, senza transigere
sui nostri valori, senza modificare le fondamenta dei nostri sistemi
politici, senza cedere sui nostri diritti, senza venire meno ai
nostri doveri, senza perdere le nostre abitudini (anche quelle meno
positive? Sì, le dobbiamo cambiare per scelta non per imposizione).
Non so, forse ho una visione un po'
naif della situazione geopolitica, ma mi viene da pensare che il
detto “la pazienza è la virtù dei forti” sia abbastanza
aderente alla realtà che viviamo.
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