domenica 22 novembre 2015

LA PAZIENZA E' LA VIRTU' DEI FORTI?

LA PAZIENZA E' LA VIRTU' DEI FORTI?

Non so, forse sarà solo suggestione. Però la riflessione sugli ultimi avvenimenti ( più drammatici perchè più vicini e più enfatizzati ma non più gravi di molte altre vicende simili che ci accompagnano in questi anni) aiutata dalla lettura di numerosi articoli, approfondimenti, saggi, commenti che riempiono i diversissimi, ormai, mezzi di comunicazione (fatta salva la televisione evitata per abitudine) mi fa credere, potrei sbagliarmi, che la virtù più importante ora sia la pazienza.
La pazienza delle forze dell'ordine che devono elaborare e incrociare una quantità infinita di dati per proteggerci ed evitare di catturare o eliminare i criminali dopo che hanno compiuto le stragi – come è purtroppo accaduto.
La pazienza dei governanti che devono capire che se con le risposte di forza immediate possono dare sfogo alle necessità emotive loro e delle popolazioni colpite (spesso infliggendo ad altre popolazioni innocenti altrettanti lutti) e forse al massimo tamponare il manifestarsi del problema, solo con l'assurgere a ruolo di statisti, quindi curare il benessere della popolazione e l'evolvere, nella differenza, della coesione sociale (scontentando forse i grandi capitali e non essendo compresi dalle agenzie di rating e dalla borsa) possono togliere l'humus nel quale un seme malvagio può nutrirsi.
La pazienza dei cittadini che devono accettare limitazioni alla propria libertà – l'unica parola veramente sacra per chi è cresciuto in Europa (conquista faticosa ma considerata acquisita per sempre)- in cambio di una ipotetica sicurezza
La pazienza di chi, per religione, si sente ora subissato da una infinità di richieste. Sono richieste giuste, ed è altrettanto giusto che gli vengano fatte perchè non è possibile chiamarsi fuori. Meglio anzi farsi carico del problema, sapere che si ha un cancro da estirpare può più facilmente condurre alla guarigione piuttosto che respingere l'idea che quel cancro sta aggredendo il proprio corpo. Però è vero che nella condizione di essere spesso vituperati a priori, di sentirsi a volte indesiderati o confusi, per ignoranza o malafede o propria poca chiarezza, pur essendo cellule sane, con le cellule malate, può creare spaesamento e maggiore chiusura. Quindi con pazienza occorre rispondere alle domande che vengono poste, spesso da chi è spaventato e quindi aggressivo, sapendo di doverlo fare, traendo spunto dalla necessità di dare risposte sincera per una positiva crescita, conservando l'orgoglio per chi si è e difendendo la propria dignità.
La pazienza ancora di noi cittadini che non vedremo tanto presto una soluzione a portata di mano e dovremo subire ancora questi colpi senza perdere la fiducia, senza transigere sui nostri valori, senza modificare le fondamenta dei nostri sistemi politici, senza cedere sui nostri diritti, senza venire meno ai nostri doveri, senza perdere le nostre abitudini (anche quelle meno positive? Sì, le dobbiamo cambiare per scelta non per imposizione).

Non so, forse ho una visione un po' naif della situazione geopolitica, ma mi viene da pensare che il detto “la pazienza è la virtù dei forti” sia abbastanza aderente alla realtà che viviamo.  

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