giovedì 19 marzo 2020

CAMBIAMENTO CLIMATICO _ di Marcello Di Paola

CAMBIAMENTO CLIMATICO  _ di Marcello Di Paola


Cosa dire di questo libro: lo si compri (ovviamente in Libreria IL GABBIANO di Trezzo) e lo tenga sempre a portata di mano, leggendolo e rileggendolo, capitolo per capitolo. Potrei fermarmi qui in questo goffo tentativo di recensione (meglio: di cercare di dire qualcosa a proposito). Di Paola è un filosofo. Insegna filosofia politica e teorie della sostenibilità presso la LUISS. E questo è un libro di filosofia. Applicata, se posso usare il termine. Una piccola soddisfazione per me, che mi perdo di fronte a istogrammi, curve, bastoni da hockey (che mi distraggono e mi fanno pensare a Tretiak e a Toronto). Non che abbia capito meglio il libro, ma sentivo muovere dentro di me un particolare afflato emotivo.
Si renda merito agli scienziati che ci illustrano dove siamo e come ci siamo arrivati e pure quali sono le conseguenze di una o l'altra scelta. Ma sono i filosofi a mettere le scelte sotto esame, nei prodromi e nelle conseguenze Il libro è di poche pagine, ma non consente di tirare il fiato perché non una parola è sprecata. Leggendo continuavo a pensare: questo paragrafo lo cito, questo anche. Ma poiché credo sia anche illegale trascrivere il libro, rimando alle righe iniziali. Salvo che all'inizio quando scrive dei negazionisti in termini (negativi) inappellabili, e nelle bellissime pagine finali quando ci esorta a non delimitare l'universo della nostra vita etica a ciò che dobbiamo agli altri ma di includere il dare un senso alla nostra esistenza, salvo che in questi due momenti dicevo, il resto del libro è un esercizio di maieutica nel quale Di Paola, con grande lucidità, esamina tutte i diversi approcci e le diverse motivazioni sulle scelte o non scelte fatte nell'affrontare la questione dei cambiamenti climatici. La pacatezza e la lucida logica del ragionamento di Di Paola producono come un svelamento dello sguardo che riconosce le questioni sul tavolo, piuttosto che la scoperta di novità. Immaginavo, leggendo i diversi capitoli, una lezione peripatetica nella quale discorrere degli aspetti di Scienza, di Politica, di Giustizia, di Economia e di Etica. Ci sono dei concetti, è vero, che pur non ignoti probabilmente senza la spinta di Di Paola non sarebbero emersi, come quello di coloro che chiama "spaziotemporalmente distanti"  ovvero non solo delle persone contemporanee ma lontane fisicamente, bensì anche dei coloro che potrebbero essere nostri discendenti ma sono così lontane nel tempo da perdere ogni legame affettivo e divenire statistiche e non persone reali. O la perdita del sentirsi "agenzia morale" ( l'esercizio o la manifestazione della capacità di agire da parte di chi possiede tale capacità) in un Antropocene nel quale l'umanità non è mai stata tanto potente ma che ha anche l'impressione che in controllo ci siano cose e non persone.

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