sabato 14 aprile 2018

ARTICO la battaglia per il grande Nord - Marzio G. Mian

ARTICO la battaglia per il grande Nord - Marzio G. Mian
ARTICO la battaglia per il grande Nord - Marzio G. Mian
Per una concatenazione un po' casuale di eventi l'Artico è entrato prepotentemente nelle mie letture. Per un appassionato del Nord che trascina generalmente la moglie in ferie "con il piumino" (e quando le promette il Sud la porta nella Terra del Fuoco) dovrebbe essere normale, no? Ma l'Artico che è balzato al centro dei miei interessi geopolitici (mamma mia che parolona, diciamo dei libri che leggo) è un po' destabilizzante. E' un Artico modificato dall'immaginario che mi ha sempre accompagnato, molto meno bucolico (anche nella sua durezza e drammaticità), molto meno ghiacciato, molto meno armonico. E' un Artico che proprio in conseguenza del cambiamento climatico sta diventando ( meno ghiacciato, più transitabile) preda di interessi economici e politici delle nazioni che si affacciano ad esso, e delle nazioni che, in qualche modo, cercano di avere una parola (e un ricavo) in merito (la Cina, tanto per non smentirsi). Ci sono vittime in questa corsa ai tesori dell'Artico ( non sono solo in Africa le vittime della avidità) e sono, anche in questo caso per non smentirsi, soprattutto la natura (in senso ampio) e le popolazioni indigene (ci dice Mian che la Groenlandia è falcidiata da suicidi giovanili tra gli Inuit). Questo libro, per quanto schierato e con una tesi ben definita sì da richiedere una controprova con qualche altra lettura (e che scade un po' nella banalizzazione nell'ultimo capitolo, senza pregiudicare il giudizio positivo complessivo), di Mian ci racconta con passione e partecipazione le vicende Artiche e le lotte palesi o nascoste, evidenti o potenziali, che si giocano su quella parte ancora un po' misteriosa del mondo. E' un libro che si legge con interesse, partecipazione, scoramento, tristezza. Ma lo si legge senza riuscire a posarlo, avvincente come solo un racconto del mondo che supera la disturbante superficialità della comunicazione mediatica abituale riesce a fare. Lascia la sensazione che si sta perdendo un paradiso, anche solo sognato o immaginato, ma ci si pone anche la domanda se ha senso che pensiamo di consumare ai nostri ritmi obbligando chi ha le ricchezze sotto i piedi a non sfruttarle perchè noi possiamo rigenerarci per 15 giorni all'anno. In realtà il problema è ovviamente più grave e più drammatico nelle conseguenze, incidente sull'ecosistema generale (la modifica del clima in Artico la si paga in tutto il mondo - per esempio può incidere sulla Corrente del Golfo). Sta venendo un po' lungo come parere. Sintetizzando il mio è un invito a leggere il libro e a cercare, come proverò a fare io stesso, a confrontarlo con altri testi per capire meglio se Mian cerca di provare la sua tesi (con il rischio di usare solo gli argomenti a favore) o se aver messo in fila le sue indagini in modo laico l'abbiano portato a elaborare i suoi giudizi.

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