lunedì 7 luglio 2025

VALENTINA PISANTY: ANTISEMITA UNA PAROLA IN OSTAGGIO. un libro necessario

 VALENTINA PISANTY: ANTISEMITA UNA PAROLA IN OSTAGGIO.  un libro necessario

#libroletto #sra #curioso #EIM 

Libertà è anche non farsi imporre il linguaggio in modo improprio e strumentale.

le conclusioni di questo libro necessario: 

" Della possibilità di discutere di cosa è o non è ragionevole è fatta la democrazia. E dato che il linguaggio è essenziale per prendere decisioni nel dibiattito politico, non è tollerabile, in un contesto democratico, che una delle parole-chiave venga prelevata dal lessico, spogliata della sua funzione, rivestita di abiti nuovi, ed esibita al mondo come garanzia di impunità per chi intende affermare le sue ragioni di parte con la forza, whatever it takes. Chiunque impieghi il termine antisemita nel senso imposto dalla definizione IHRA deve sapere in quale catena di prepotenze, non solo linguistiche, si sta collocando. A meno di non prendere atto che il mondo è entrato in una fase di guerra senza quartiere, o si vince o si muore, di cui la retorica della prevaricazione è il naturale corollario. Forse è sempre stato così, forse no. Se la regola è "la faccio perché posso", si smetta almeno di invocare i valori democratici, la Memoria e la falsa promessa del Mai Più, si abbracci senza remore la legge del più forte, ci sia assuma la responsabilità delle conseguenze e tanti auguri. Chi non è d'accordo troverà comunque le parole per dirlo. Non occorre alcuna autorizzazione"

domenica 6 luglio 2025

Gian Marco Griffi. DIGRESSIONE

Gian Marco Griffi. DIGRESSIONE

"Talvolta crediamo di avere un frullatore di pensieri. Abbiamo paura di un mondo dominato ad Dio e abbiamo paura di un mondo abbandonato da Dio. Abbiamo paura di un mondo in cui Dio non è mai esistito. Abbiamo paura di un mondo governato dal caso e abbiamo paura di un mondo segnato dal destino. Abbiamo paura di un mondo stretto nelle grinfie dei figli degli uomini. Abbiamo paura di un mondo regolato da leggi naturale che non riusciamo a comprendere, e abbiamo paura di un mondo regolato da leggi sovrannaturali che non vogliamo comprendere. Siamo terrorizzati e indifesi. Chi ci viene in soccordo, ora? Chi ci può salvare da tutto questo?"

martedì 24 giugno 2025

STORIA INTERNAZIONALE DELLA RESISTENZA ITALIANA a cura di Chiara Colombini e Carlo Greppi

 STORIA INTERNAZIONALE DELLA RESISTENZA ITALIANA a cura di Chiara Colombini e Carlo Greppi

Ho letto con vero piacere questo libro, che non è facile (ed è un pregio) e richiede attenzione (direi anche una periodica rilettura anche prendendo un saggio tra quelli che compongono l'opera alla volta). 


Pur non essendo esperto di Resistenza, non sono neppure completamente avulso dall'argomento, non fosse altro che per la grande ammirazione verso chi seppe, nella tempesta della più grande guerra conosciuta, ribellarsi a un regime sì marcio e traballante, ma sempre capace di sterminare e diffondere sofferenza e lutti (e ogni Partigiano sapeva come iniziare la lotta, ma non aveva certezza di sfilare vivo tra i Liberatori).

Considero la Resistenza una delle pietre angolari su cui si basa la Repubblica democratica e la Costituzione, quindi sono sempre stato interessato a conoscere, a capire, a comprendere le motivazioni di chi, come disse Pertini prigioniero politico della dittatura fascista, scelse di : "LOTTARE SENZA PAURA, A VOLTE ANCHE SENZA SPERANZA".

La partecipazione internazionale alla Resistenza, nei numeri e nelle forme che i saggi contenuti in questo bel volume ci illustrano è una novità per me, non credevo ci fosse stata in dimensioni così sostanziose (i curatori parlano di 15/20.000 partecipanti). 

Nel libro viene fornito un quadro generale, ma si seguono anche storie particolari di donne e uomini che lottarono e spesso caddero per la sconfitta del fascismo e nazismo in uno spirito di comunità fondata sulle idee di libertà e non su confini geografici, culturali o etnici.

La conoscenza storica delle vicende illustrate suscita ovviamente una riflessione amara su quanto si stia perdendo in questi tempi di "piccole patrie", di chiusure. Il più grande ideale tra quelli sconfitti nel XXI secolo è quello che vede le persone unite in tutto il mondo da comuni aspirazioni e desideri di godere di diritti universali e non da passaporti emessi dallo stesso ministero.

Un ottimo libro, un interessante canale di studio e di approfondimento quando si celebra la Resistenza

martedì 17 giugno 2025

GUARDARE IL MARE


https://youtu.be/VZq9Kd2kvVU


Ho guardato il mare a lungo, senza leggere o fare altro. Ho solo guardato a pochi metri dal frangersi delle onde, fino a quando la marea non si è alzata e mi ha raggiunto (e mi è venuta voglia di andare al Nord a guardare le maree, quelle serie). Non ricordo da quanti anni non mi prendevo questa libertà. Ma poiché non sono buddhista la mente non era libera e vagava. Pensavo alla semplicità del gesto che stavo facendo: seduto davanti al mare, a guardarlo. Ho pensato a un bambino della Cisgiordania al quale l'oppressore abile nel farsi passare sempre per vittima impedisce di vedere il mare lontano pochi chilometri e narrato nei ricordi dei nonni che magari lo vivevano abitando nelle loro case vicine ad esso; oppure a chi condannato da una malattia senza scampo, dipendente dagli altri solo per grattarsi il naso, vede impedita la libera scelta del proprio destino da persone che si appellano per negare il diritto alla disponibilità della propria vita a un Dio che non può essere così crudele; oppure a genitori che devono accudire figli con problemi continuamente, senza posa, spaventati da cosa accadrà quando non ci saranno più; o ancora a chi il mare non lo guarda per il piacere di rilassarsi come ho fatto io ma con la paura di affrontarlo in una avventura/scommessa che appare sempre più perdente.

domenica 9 febbraio 2025

COME MUOIONO LE DEMOCRAZIE


La via elettorale per smantellare una democrazia è pericolosamente ingannevole. Con un colpo di Stato classico, come nel Cile di Pinochet, la morte della democrazia è immediata ed evidente per tutti: il palazzo presidenziale brucia, il presidente viene ucciso, imprigionato o spedito in esilio, la Costituzione viene sospesa o stracciata. Con la via elettorale, non succede niente del genere: non ci sono carri armati per le strade, la Costituzione e le altre istituzioni nominalmente democratiche rimangono al loro posto, la gente continua a votare; gli autocrati eletti conservano una facciata di demo-crazia ma la svuotano di sostanza.

Molti sforzi dei governi per sovvertire la democrazia sono «legali», nel senso che sono approvati dal Parlamento o accettati dai tribunali. A volte sono perfino presentati come sforzi per migliorare la democrazia, rendendo il potere giudiziario più efficiente, combattendo la corruzione o mettendo ordine nel processo elettorale. I giornali continuano a uscire, ma vengono comprati o intimiditi per costringerli ad autocensurarsi. I cittadini possono continuare a criticare il governo, ma spesso esponendosi al rischio di noie fiscali o problemi legali di altro genere. Tutto questo semina la confusione tra la gente, che non si rende conto immediatamente di quello che sta succedendo. Molti continuano a credere di vivere in una democrazia: nel 2011, quando un sondaggio del Latinobarómetro chiese ai venezuelani di assegnare un punteggio al loro paese tra 1 (Per nulla democratico) e 10 (Completamente democratico), il 51 per cento diede un pun-teggio di 8 o addirittura di più.

Non essendoci un singolo momento - colpo di Stato, proclamazione della legge marziale, sospensione della Costituzione in cui il regime «varca» chiaramente il confine che separa la democrazia dalla dittatura, viene meno l'elemento che fa scattare i campanelli d'allarme nella società. Quelli che denunciano gli abusi del governo vengono liquidati come esagerati, allarmisti. L'erosione della democrazia, per molti, è qualcosa di impercettibile.
Il tragico paradosso della via elettorale all'autoritarismo è che gli assassini della democrazia usano le sue stesse istituzioni -in modo graduale, sottile e perfino legale-per ucciderla

La polarizzazione estrema può uccidere una democrazia

Per proteggere la nostra democrazia non bastano la paura e lo sdegno. Dobbiamo essere umili e audaci al tempo stesso

PIERO BOITANI: IL GRANDE RACCONTO DEI CLASSICI

 PIERO BOITANI: IL GRANDE RACCONTO DEI CLASSICI


Cioran: <Mentre veniva preparata la cicuta, Socrate stava imparando un'aria sul flauto. " A che ti servirà?" gli fu chiesto. " A sapere quest'aria prima di morire">

La sola ragione che si può addurre è che LEGGERE i "classici" è meglio che NON LEGGERE i "classici" (Calvino)


sabato 8 febbraio 2025

COME MUOIONO LE DEMOCRAZIE di Steven Levitsky e Daniel Ziblatt

 Scrive Francesco Costa in da Costa a Costa del 8 febbraio: "Ma il gioco della politica comporta che poi devi convincere le persone: non basta dire «è così!» e insultare chi non è d’accordo. Altrimenti non solo perdi, ma danneggi la causa."  Mi sembra un postulato vero e non completo allo stesso tempo. Ho la sensazione, potrei come sempre sbagliarmi, che l'esito dell'assolutizzazione del discorso: "è così e se non sei d'accordo sei un cretino" se da una parte è, magari alla lunga, dannoso -quindi concordo con Costa- (intendo generalizzando molto la parte che chiamerei liberale/progressista), dall'altra in realtà non solo non è dannoso alla causa, ma anzi sta viaggiando con successo con il vento in poppa (intendo sempre generalizzando la parte che chiamerei illiberale/populista)

Sergio Fabbrini nella introduzione al libro COME MUOIONO LE DEMOCRAZIE di Steven Levitsky e Daniel Ziblatt: "La decisione politica, per il populismo, non richiede competenze tecniche, ma solamente il buon senso popolare" (affermazione che abbiamo sentito spesso in questi giorni) e conclude "le democrazie possono morire per tante ragioni, tra di esse, l'indifferenza morale, la pigrizia intellettuale e l'opportunismo politico hanno sempre avuto un posto speciale

Quando è necessario trovare una pietra angolare su cui basare la decodificazione degli avvenimenti attorno e fondare il tentativo di essere alfabeti nella società trovo utile riprendere le parole del Presidente della Repubblica, in particolare questo discorso https://www.quirinale.it/elementi/123509  

"Il pluralismo delle idee, l’articolazione di diverse opinioni rappresentano l’anima di una democrazia.

Questo è il principio cardine delle democrazie delle società occidentali

Ma sempre più spesso vi appare la strada di una radicalizzazione che pretende di semplificare escludendo l’ascolto e riducendo la complessità alle categorie di amico/nemico."

"Una democrazia senza popolo sarebbe una democrazia di fantasmi.

Una democrazia debole.

È necessario operare per recuperare fiducia, adoperandosi prima di tutto, per ricostruire il rapporto tra persone e istituzioni.

Perché le istituzioni vivono della partecipazione e dell’impegno personale.

La democrazia non si esaurisce nelle sue procedure: è impegno, passione, senso della comunità, richiede che si contribuisca alle scelte, a ogni livello."

Vuol dire anche riconoscere che vi sono interessi nazionali che richiedono la massima convergenza. Ad esempio il rispetto dei trattati e delle alleanze internazionali, la difesa e la sicurezza dei nostri concittadini e delle infrastrutture strategiche, la salvaguardia dell’ambiente e la messa in sicurezza dei nostri territori. Non possiamo dividerci su questi obiettivi, che sono inevitabilmente di lungo periodo e vanno dunque perseguiti con un impegno che va oltre le maggioranze e le opposizioni di turno.

Può essere interessante ascoltare, per l’intelligenza della domanda e per “fiutare l’aria” di un certo ambito nel contenuto degli interventi, questa puntata di “tutto scorre” su Radiopopolare

Ci sono molte domande suggerite da questa miscellanea di citazioni. 




venerdì 7 febbraio 2025

TIM HARPER _ ASIA RIBELLE

 TIM HARPER _  ASIA RIBELLE ASSALTO AGLI IMPERI E RIVOLUZIONE GLOBALE

Un libro enorme, 662 pagine. Un libro enorme per l'infinità di nomi, avvenimenti e date. Per ora ho letto le prime 256 pagine, e devo sospendere la lettura per un periodo (spero breve). Ma anche a metà della lettura mi sento di scrivere che questo libro, che mi è stato consigliato da Matteo Miavaldi quando è venuto a Trezzo in libreria Il gabbiano per l'appuntamento dedicato all'India in Alfabeti nella società, è un libro importante.

Mi ha aperto un mondo. Mi ha fatto scoprire una infinita ignoranza su un aspetto della storia del XX secolo che gravava sulla mia conoscenza. Intendiamoci, il racconto è così pieno di fatti, nomi, luoghi, incroci, che per ora ho solo la confusa consapevolezza di un brulicante mondo di "ribelli", senza aver un chiaro disegno degli avvenimenti.  

Ma perlomeno la decolonizzazione asiatica, la lotta per la autonomia, l'indipendenza e la libertà (dal colonialista, forse non in senso di applicazione della democrazia come forma di governo) dei popoli asiatici non precipita dall'alto e non si lega solo a poche, pur grandissime, figure storiche.

Sarà interessante, a fine libro, riflettere su quanto la storia degli ultimi secoli possa influenzare l'approccio verso la geopolitica e i rapporti internazionali da parte degli Stati asiatici, parcolarmente, visto dove si rivolge prioritariamente l'attenzione dell'autore, la parte più orientale, dall'India al Far East.


lunedì 6 gennaio 2025

APEIROGON di Colum McCann

 APEIROGON  di Colum McCann

E' un po' difficile scrivere di questo libro. La vicenda dei due padri, uno israeliano e l'altro palestinese, accumunati dalla perdita di una figlia, uccisa in un attentato suicida l'israeliana e da un soldato dell'IDF la palestinese,  e delle loro famiglie, e il contesto reale nella quale si dipana, coinvolge in modo forte dal punto di vista emotivo. E' un libro da leggere, credo straordinario, e quindi consigliato, anzi direi tranquillamente che è uno di quei libri che "devono" essere letti per poter cercare di essere, come diciamo in associazione Amici del gabbiano, "alfabeti nella società". Questa è la premessa necessaria per rendere anche superflue le parole che potrei scrivere dopo. E' un libro che merita ben altri recensori. 

Il messaggio che lascia la lettura di questo libro, l'opera di Bassam Aramin e Rami Elhanan e del Parent's Circle https://www.theparentscircle.org/en/homepage-en/ , è un messaggio di speranza? Nel 2025  non posso che scriverlo con il punto di domanda. Mala tempora currunt sed peiora parantur, eppure non crederci sarebbe fare un torto a chi, non dalla poltrona di casa propria, la coltiva, ci crede e si attiva per tenerla viva.  

Mi viene in mente un brano di una lettera di Pertini, in galera perché antifascista, alla madre: "talvolta nella vita è necessario saper lottare non solo senza paura ma anche senza speranza"

E' quindi necessario saper cogliere, procedendo in modo ostinato e contrario, il messaggio di questi uomini straordinari, e quindi grazie anche a Colum McCann di aver raccolto la loro vicenda in un libro bellissimo, scritto con uno stile originale, coraggioso ma estremamente efficace.

Aiuta questo stile, e anche l'assenza di pathos, anche quando sarebbe giustificato, resa con una forma quasi cronachistica, ad assumere in dosi contenute la drammaticità continua delle vicende e la continua sottile ma devastante linea rossa di dolore che si percepisce e si introietta pensando a queste vicende moltiplicate per cento, per mille, per diecimila. Migliaia di lutti, di soprusi, di dolore, di separazioni, di paura, di oppressione, di violenza, di sopraffazione, di ingiustizia continua, senza sosta, giorno dopo giorno.

Merito di McCann di scegliere come parte nella quale stare solo la dignità della persona e il diritto alla giustizia anche per il più debole.

Avrebbe potuto essere efficace il messaggio se il libro non fosse stato un gran bel libro, scritto con sapienza e padronanza? Probabilmente no, colpisce e supera le barriere anche perché è un'opera ben fatta. La forma diventa sostanza e la lezione è che le cose importanti devono essere comunicate bene, con proprietà di linguaggio e di stile. 

Fa venire in mente una candela che ostinatamente, pur esposta a correnti di vento gelido, rimane incredibilmente accesa. Personalmente penso che a breve una ventata più forte la spegnerà, non per responsabilità di persone come Bassam e Rami, quanto per responsabilità forse nostra che ci stanchiamo del dolore e preferiamo le soluzioni semplici, e soprattutto di chi ora, in parte grazie al nostro voto liberamente espresso, in parte strumentalizzando soprattutto le religioni e la difficoltà a trovare speranza, conduce i giochi considerando le persone come mezzi e non fini, spesso superflue e sacrificabili.

Ogni altra parola che non sia: leggetelo, diventa superflua.