lunedì 24 luglio 2023

LE NOSTRE ANIME DI NOTTE di Kent Haruf

 LE NOSTRE ANIME DI NOTTE di Kent Haruf



Leggere immediatamente dopo il primo, Benedizione, un altro libro di Kent Haruf ( l'ultimo libro pubblicato postumo) stimola il piacere di ritrovare la scrittura asciutta e intensa che ha accompagnato nella lettura del primo. Non c'è più l'effetto meraviglia che ho provato gustando come una continua scoperta la prima volta che ho letto questo autore. Sentivo l'aspettativa di ritrovare lo stile, i dialoghi, le precise descrizioni mai ridondanti, lo stimolo ad immaginare Holt senza riuscirci (la nostra esperienza dell'Ovest è stata troppo breve e percorsa troppo velocemente per poter memorizzare una ipotetica cittadina di quelle lande). Sapevo che avrei goduto del racconto anche se un piccolo tarlo mi rodeva. Quando leggo un libro che mi entusiasma ho sempre timore di non trovare lo stesso livello di narrazione e di scrittura in secondo libro dello stesso autore (faccio un esempio: dopo aver letto Patria ho fatto molto fatica con I rondoni).

E' stato un timore infondato. Certo io non sono così sofisticato da sapere discernere con una critica analitica la possibile differente qualità dei diversi libri.

E allora molto semplicemente scrivo che LE NOSTRE ANIME DI NOTTE mi è piaciuto molto. La vicenda particolare, scandalosa forse per la pianura americana, la cintura della Bibbia, ma che da noi sarebbe vista con molta benevolenza e affetto, di Addie Moore e Louis Waters è insieme strana e realistica. Seguendo l'evolversi ci appare quasi naturale. 

Non so come spiegare, ammiro in Haruf la capacità di calare la vicenda che narra nella vita concreta e verosimile di persone normali. Leggo questo libro formato in una cultura europea laica e illuminista che è sicuramente molto diversa dall'humus culturale nel quale crescono personaggi dell'America profonda, quindi posso avere una sorta di pregiudizio. Però sento vicine quelle persone, quelle esperienze, quelle scelte. Mi sembra che sappia scavare oltre lo stereotipo con il quale a volte immaginiamo quel mondo, e vediamo emergere le persone che hanno desideri, dolori, fanno errori, fanno male a chi sta vicino e subiscono male da chi sta vicino, comunicano e non comunicano, appartengono a un microcosmo e all'umanità. E, per me una delle caratteristiche grandi di Haruf, tutto narrato con una scrittura asciutta, senza eccessi, senza patetismi, senza caricare le situazioni di emozioni più grandi della realtà. Forse i giovani scrittori che abbiamo conosciuto una riflessione sullo stile di Haruf la dovrebbero fare (la dovrebbero fare anche famosi giallisti che fanno dell'eccesso emotivo lo stile narrativo che li rende abbastanza tutti uguali)

Questo è il libro di Haruf che discuteremo nel gruppo di lettura il 26 settembre, mi sembra sia stata un'ottima scelta.

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