mercoledì 18 agosto 2021

Anatolij Kuznecov _ BABIJ JAR. Un libro da leggere, lo consiglio.

 Anatolij Kuznecov _ BABIJ JAR. Un libro da leggere, lo consiglio.

Ho deciso di leggere questo libro solo per il titolo. Babij Jar è l'area vicino a Kiev dove si compì uno delle più drammaticamente rilevanti stragi di Ebrei della SHOAH ( in due giorni furono sterminati più di 30.000 ebrei ucraini). Pensavo quindi che fosse una ricostruzione storica di quegli avvenimenti, anche se mi chiedevo quale dettaglio di ricerca storica prevedesse  più di 400 pagine. Invece ho scoperto un libro che mi ha sorpreso. Un libro che narra le vicende autobiografiche del giovane Anatolij che vive il periodo di occupazione nazista della Ucraina fino al ritorno dell'Armata Rossa. Un libro drammatico ma narrato con partecipazione senza patetismo. Quasi un fatalismo nel descrivere la durezza della vita, la fame, la paura, le attenzioni per non farsi deportare. Ma attenzione. Con sapienza e acutezza l'autore sa mettere in comparazione la precedente "occupazione" sovietica - con un richiamo drammatico alla carestia programmata con la quale le autorità comuniste sterminarono circa 7 milioni di ucraini- con l'occupazione nazista. Lo sa fare anche con una certa dose di umorismo, come quando racconta che in famiglia dovettero ritagliare le fotografie per far sparire dalle stesse le immagini di persone cadute in disgrazia sotto lo stalinismo, ritagliando tanto che alla fine buttarono le fotografie; oppure quando Anatolij legge un brano di un giornale filo nazista e il nonno crede che stia leggendo un giornale bolscevico e lo vuole zittire per paura, confondendosi tanto simili erano linguaggio e concetti. 
Ci sono pagine particolarmente dure, come quando racconta, per interposta persona, il trattamento riservato ai prigionieri di guerra sovietici (con i comandanti e i commissari politici lasciati letteralmente morire di fame in un recinto all'aperto all'interno del lager). E Kuznecov non manca di ricordare che i prigionieri di guerra sovietici furono mandati direttamente dai lager tedeschi ai gulag siberiani dallo Stato Comunista perché avevano la colpa di non essere morti ma di essersi arresi.
Un libro, per essere brevi, crudo, intenso, sorprendente. L'autore ha avuto enormi difficoltà nella pubblicazione sotto il regime comunista. Del resto nell'URSS post bellica la SHOAH era una realtà che si tendeva ad oscurare. Troppe questioni aperte, vediamo come si comportano ancora oggi lo Stato polacco e lo Stato Ungherese per non riconoscere le proprie responsabilità. Un libro che consiglio vivamente.


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