giovedì 29 marzo 2018

DISORDINE MONDIALE _ Antonio Badini

DISORDINE MONDIALE _ Antonio Badini

Quando ho pensato al commento che potevo fare su questo interessante e denso libro mi è tornata in mente un paragrafo che mi aveva colpito che, a mio avviso, illustra bene due aspetti: la visione geopolitica dell'autore (persona con un notevole curriculum di insider nelle vicende di cui parla) e l'approccio di realpolitik che è il sostrato culturale del saggio:
"L'osservazione storica insegna che non dovrebbe essere più sufficiente servirsi del pretesto di salvare vite umane o di promuovere la democrazia - in paesi ancor privi nelle loro società dei contrappesi tra i diversi gruppi di interessi - per attuare cambi di regimi con la forza. E ciò perchè ogni volta che ciò si è verificato, anziché l'avvento di una ordinata transizione alla democrazia, la comunità internazionale ha dovuto testimoniare lotte cruente tra gruppi locali che alcuni sospettano essere armati da paesi che agiscono dietro le quinte"
Tale freddo realismo e laicità di valutazione e giudizio (che si accompagnano a una visione assolutamente verticistica ed elitaria del governo dei destini del mondo - le masse sono ombre sullo sfondo, i popoli spettatori lontani o al massimo della partecipazione deleganti del potere nelle democrazie) è la cifra stilista nelle valutazioni delle scelte  e delle promesse di tre dei quattro principali centri di potere sullo scacchiere odierno: Trump (la cui lettura da parte di Badini è forse la migliore che ho trovato fino ad ora, e non è negativa!), Putin ( Badini mi appare contrario alle sanzioni decise dall'Occidente ma con altra autorevolezza rispetto ai nostrani riscossori dei bonifici russi), Xi Jinping. Il quarto centro di potere non è individuato in una personalità perchè come penso sia facile immaginare è l'Europa in crisi di identità e di autorevolezza (anche Badini non manca di dire che deve essere riformata, ma non ho trovato uno studioso che dica come). L'incedere del ragionamento di Badini è serrato in modo forse eccessivo per un lettore popolare e poco informato come me, quindi la riflessione sul suo argomentare diventa difficile e molte informazioni rischiano di essere assunte in modo acritico o perse per affastellamento di dati e giudizi. E' un libro che merita una rilettura ragionata, ma comunque si comprende come sia uno strumento importante per evitare di tranciare giudizi da leone da tastiera basandosi su qualche fake news o su una lettura istantanea e superficiale degli accadimenti.

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