Sul tragitto verso il lavoro, quando uso la macchina,
ascolto Radio 24. Arrivo nei pressi del posto di lavoro giusto in tempo per
sentire le prime battute della trasmissione di Alessandro Milan che inizia tra
le 6.35 e le 6.30. E’ solito iniziare, Milan, con qualche file audio. Quello di
oggi è stato tratto da una trasmissione televisiva che non conosco dove un
analista, Forchielli, esprimeva una valutazione critica sulle intenzioni
protezionistiche della politica economica USA dei prossimi 4 anni, e un’altra persona, uno
Sgarbi, non aveva altri argomenti migliori che insultare Forchielli per
esprimere la propria frustrazione per le critiche del primo al suo beniamino
presidente USA. Con un linguaggio anche inappropriato al pari della povertà di
argomenti. Sembra che Forchielli, da
qualche battuta del conduttore, giustamente se la ridesse della povertà
intellettuale del suo interlocutore. Ma quello
che ha attratto la mia intenzione è che a livello di comunicazione,
siamo rimasti alle parolacce che stuzzicano i nostri istinti e ci provocano
piacere come i bambini delle elementari che rompono i loro tabù dicendole.
Milan tra tutte le cose accadute, non ha trovato di meglio che iniziare la
trasmissione con gli infantili insulti di Sgarbi. Il quale, immagino, capisce
che attira attenzione solo comportandosi in modo sì squallido. Siamo a quel livello intellettuale. E stiamo
parlando di Radio24, la radio del Sole24ore. Siamo ben messi male. Invece di
ignorare i maleducati preferiamo ignorare chi cerca di ragionare.
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