sabato 2 luglio 2016

IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA ELETTO A SUFFRAGIO UNIVERSALE?

IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA ELETTO A SUFFRAGIO UNIVERSALE?

Leggo su Repubblica un'intervista a Daniel Cohn-Bendit. Estrapolo una risposta che mi pare interessante e centrata
"Il vero nodo politico sul continente saranno le elezioni europee del 2019. Sostengo la necessità DI UNA RIFORMA ELETTORALE CHE PERMETTA LA CREAZIONE DI LISTE TRANS-NAZIONALI, nelle quali i capolista sarebbero CANDIDATI alla guida della Commissione. Vorrei costruire un'alleanza fuori dai partiti, tra famiglie politiche diverse. Oggi il conflitto non è più tra destra e sinistra, ma tra europeisti e sovranisti".
Ho copiato l'intera risposta per correttezza, ma a mio avviso la si può dividere in due, una prima parte centrata e vera, una seconda più in scia al pensiero corrente e poco plausibile.
La seconda parte sbagliata, lo è a mio avviso perché, ci piaccia o meno, sono ancora i partiti da conquistare, nazione per nazione, all'idea dell'Europa e all'idea di organizzare e regolamentare il sistema elettorale per coalizioni ideali comuni in tutti i 27 stati Europei, tutti i socialisti in un 'unica "lista", i liberali, i popolari, i conservatori, i reazionari, i comunisti. Finchè ce la cantiamo tra semplici cittadini, ahimè, non cambia molto.
Ma la parte indovinata per me è importante. Un presidente di Commissione eletto su base elettorale (anche frutto di coalizione e di accordi tra partiti vicini, ma forte del voto popolare) europea, anche in assenza, per ora e purtroppo, di cessioni di sovranità, avrebbe ben altri diritti e ben altri doveri rispetto a quello che può fare ora (al netto delle capacità) Junker.
Non sarebbero "Gli Stati Uniti d'Europa" come auspicano molti, o "l'Europa unico stato" (come auspico io), ma un passettino lo si sarebbe fatto probabilmente.E toglierebbe molti alibi a demagoghi e governanti più miopi che abili, più egoisti che statisti.

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