venerdì 25 dicembre 2015

QUALCHE PENSIERO SU “LAUDATO SI'” _8

QUALCHE PENSIERO SU “LAUDATO SI'” _8

Potrebbe ricordare quei post su Facebook nei quali si ironizza sulla dipendenza dal “social” utilizzando lo stesso “social” (con un senso di incoerenza circolare) il paragrafo 47 del capitolo IV dell'Enciclica “ DETERIORAMENTO DELLA QUALITà DELLA VITA UMANA E DEGRADAZIONE SOCIALE”

A me sembra interessante che il paragrafo sul deterioramento culturale e di relazione della qualità della vita umana sia seguente a due paragrafi dedicati al deterioramento fisico della qualità della vita umana “sono segni, tra gli altri, che mostrano come la crescita degli ultimi due secoli non ha significato in tutti i suoi aspetti un vero PROGRESSO INTEGRALE e un miglioramento della qualità della vita”.

Ecco, a ma piace, piace veramente tanto, questo continuo rimando di J.M.Bergoglio al progresso mancato perchè non coinvolge tutti, a non accettare che si consideri naturale che ci siano uomini e donne esclusi dai miglioramenti, a pensare che sia destino che esista “la cultura dello scarto delle persone”. Non credo che l'enfasi sulle statistiche che ci dicono che i poverissimi siano solo un miliardo o che centinaia di persone siano entrate nella classe media sia ben vista da J.M.Bergoglio .

Tornando al paragrafo che vorrei trascrivere, il 47, esso si riferisce in particolare alle problematiche poste dai media e dal mondo digitale, nel quale, interpreto, una diversa forma di censura appare essere il profluvio di notizie e informazioni che possono diventare “rumore dispersivo” e avere lo stesso esito, nello “sviluppo culturale dell'umanità” della censura.

Certo, nell'Italia della Lega e del Sindaco di Venezia che applicano ancora la censura vecchio stile, forse abbiamo la sensazione di combattere su due fronti. Dall'altra parte non possiamo dimenticare che sta scrivendo il successore degli estensori dell'Indice dei libri proibiti. Però questo rafforza la sensazione che con questo Papa grandi passi avanti vengono compiuti da quella Istituzione millenaria.

Ecco il testo del paragrafo 47

“ A questo si aggiungono le dinamiche di media e del mondo digitale, che, quando diventano onnipresenti, non favoriscono lo sviluppo di una capacità di vivere con sapienza, di pensare in profondità, di amare con generosità. I grandi sapienti del passato, in questo contesto, correrebbero il rischio di vedere soffocata la loro sapienza in mezzo al rumore dispersivo dell'informazione. Questo ci richiede uno sforzo affinché tali mezzi si traducono in un nuovo sviluppo culturale dell'umanità e non in un deterioramento della sua ricchezza più profonda. La vera sapienza, frutto della riflessione, del dialogo e dell'incontro generoso fra le persone, non si acquisisce con una mera accumulazione di dati che finisce per saturare e confondere, in una specie di inquinamento mentale. Nello stesso tempo, le relazioni reali con gli altri, con tutte le sfide che implicano, tendono ad essere sostituite da un tipo di comunicazione mediata da internet. Ciò permette di selezionare o eliminare le relazioni secondo il nostro arbitrio, e così si genera spesso un nuovo tipo di emozioni artificiali, che hanno a che vedere più con dispositivi e schermi che con le persone e la natura. I mezzi attuali permettono che comunichiamo tra noi e che condividiamo conoscenze e affetti. Tuttavia, a volte anche ci impediscono di prendere contatto diretto con l'angoscia , con il tremore, con la gioia dell'altro e con la complessità della sua esperienza personale. Per questo non dovrebbe stupire il fatto che, insieme all'opprimente offerta di questi prodotti, vada crescendo una profonda e malinconica insoddisfazione nelle relazioni interpersonali, o un dannoso isolamento”

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