mercoledì 3 ottobre 2018

LE VIE DELLA SETA _ Peter Frankopan

LE VIE DELLA SETA _ Peter Frankopan
Che bel libro questo di Frankopan. Sono 600 pagine che si leggono con interesse e curiosità. Un libro avvincente e appassionante come tutti i libri ben scritti che trattano di storia, di geografia (forse un po' poca le geografia in questo libro) e di politica insieme.
L'idea forte, e credo anche un po' motivo dell'interesse che suscita, è lo spostamento del fuoco della lente con cui Frankopan legge e interpreta la storia del mondo. Certo Frankopan sa motivare la sua scelta e io cosa posso fare se non immergermi nella lettura stupendomi della sua erudizione storica senza purtroppo grandissimi strumenti critici e culturali per capire se la sua scelta è pienamente fondata. Ricordate come abbiamo studiato la storia? Siamo partiti dalla terra benedetta tra il Tigri e l'Eufrate, la mitica Mesopotamia. Poi piano piano ci siamo spostati verso Ovest, prima in Grecia, poi a Roma, poi verso la Spagna, l'Inghilterra colonialista e poi il salto dell'Oceano sempre più a Ovest verso gli Stati Uniti. Russia comunista a parte, ci siamo sempre spostati un po', come se avessimo una lente tra noi e il mappamondo e noi piano piano ruotiamo il mappamondo verso destra.
Bene, Frankopan non si sposta. Rimane con la lente concentrata su quella parte di mondo che sta  un po' più a est, un po' più ad ovest, un po' più a nord della Mesopotamia. Non credo, non ricordo che nel libro sia citata l'Australia, pochissimo il Giappone. Ma anche Roma imperiale è letta attraverso la relazione con gli imperi e le nazioni della parte centrale dell'Asia. Manifesta molto più interesse per Gengis Khan, i Mongoli, i mercanti Sogdiani (giuro, è stata la prima volta che ho sentito parlare dell'esistenza dei Sogdiani - se me lo avessero chiesto senza aver letto il libro avrei pensato a popoli della saga di Star Trek). Ho trovato molto suggestivo e affascinante questo punto di vista. Per certi versi ho ritrovato suggestioni di Ferguson. E mi ha reso ancora più convinto che l'Europa o si rende Stato Unitario, unico e forte, o rischiamo singolarmente di diventare staterelli insignificanti.
Già nella introduzione si poteva comprendere la mission di Frankopan, riletta dopo aver letto il libro si comprende meglio
"La storia della civiltà comunemente e pigramente accettata, scriveva Wolf, è una storia in cui <l'antica Grecia generò Roma, Roma generò l'Europa cristiana, l'Europa cristiana generò il Rinascimento, il Rinascimento l'Illuminismo, l'Illuminismo la democrazia politica e la rivoluzione industriale. L'industria, unita alla democrazia, a sua volta ha prodotto gli Stati Uniti, dando corpo ai diritti alla vita, alla libertà e al perseguimento della felicità> (...) Ma questo resoconto era fallace; c'erano altri modi di guardare alla storia, modi che non implicavano di guardare al passato dal punto di vista dei vincitori della storia recente". Beh, Frankopan ci ha provato. Io l'ho apprezzato e lo consiglio.

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