martedì 14 giugno 2016

IL TRIBALISMO E' PIU' SEXY DELLA CRITICA ALLE DISEGUAGLIANZE

IL TRIBALISMO E' PIU' SEXY DELLA CRITICA ALLE DISEGUAGLIANZE

ADRIANO FAVOLE
LA BUSSOLA DELL’ANTROPOLOGO
ORIENTARSI IN UN MARE DI CULTURE


“nella società globalizzata, scrive Amselle, il tribalismo ha il vento in poppa perché rappresenta una formidabile forza di mobilitazione, se paragonata ai discorsi sulla diseguaglianza e sulle classi sociali.
Come se ne esce? Da Antropologi, Aime e Amselle provano a smascherare i trucchi dei tribalisti della politica.
Per esempio l’uso di un’immagine statica, chiusa e “pura” delle culture.
La storia e l’antropologia culturale ci insegnano, al contrario, che le culture sono il frutto di processi trasformativi, di scambi, di rielaborazioni individuali, di invenzioni. Ogni <io> poi appartiene a una varietà di <noi> (la famiglia, gli amici, il vicinato, i gruppi di lavoro, le culture di riferimento), irriducibili alla sola variabile etnica. Forse occorrerebbe cominciare con il de-tribalizzare il linguaggio, liberandolo dai riferimenti all’identità, alle origini, al DNA, ad aggettivi come <nostro> ( il nostro popolo, la nostra terra) e <antropologico> (nel senso innato e ascritto). Come suggerisce Maurizio Bettini, è tutta questione di metafore: lasciamo perdere le <radici> e adottiamo piuttosto l’immagine delle <confluenze> - le culture in fondo sono rivoli di storie che convergono nel fiume dell’umanità…”

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