domenica 10 gennaio 2016

Non concordo, Melloni, la blasfemia E' un diritto, per questi motivi

Non concordo, Melloni, la blasfemia E' un diritto, per questi motivi
Su "La Lettura" di oggi Alberto Melloni scrive un breve pezzo, una Tesi, per dire che la blasfemia NON E' un diritto.
Scrive:
" La filosofia che fonda la società pluralista chiede che le fedi religiose accettino l'irrisione più disgustosa, come se al pluralismo fosse indispensabile una remissività illimitata dei credenti. Il diritto invece sa che il principio di laicità nella sua radice richiede alle componenti forti di non usare mai la propria forza per irridere il debole o la minoranza o l'inerme. E la teologia chiede che il nome di Dio sia protetto da quella blasfemia suprema che consiste nell'usarlo per eccitare la violenza"

Mi spiace non concordo con questo ragionamento perché penso che nella realtà vera, nella vita vissuta, nella concreta conformazione delle nostre società, anche quelle pluraliste "occidentali", la ricostruzione di Melloni sia falsa e mistificante.

Nella realtà vera le religioni, e i credenti a diverso titolo e forma inseriti nel sistema di governo e di potere (politico, economico, mediatico e culturale/educativo) non sono remissivi, bensì sono forti e dominanti. Non sono minoranza debole e inerme, sono dominanti ( anche se spesso per conformismo, ma lo sono); forse ancora oggi sono gli atei e coloro che non si riconducono a nessun credo religioso ad essere irrisi e ancora costretti a una diuturna fatica per rendere la laicità un modo comune di rapportarsi tra i cittadini.

Se  da un lato credo che la blasfemia possa essere un estremo grido di ribellione al conformismo religioso, pure concordo parzialmente con Melloni  ma solo nel fatto che l'abuso, come l'abuso di tutti i diritti, e il farla diventare "moda" ne mortifica lo spirito ribellistico e la rende materiale di consumo mediatico. I diritti più difficili sono merce rara da trattare con attenzione e usare con parsimonia.

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