Scrive
Francesco Costa in da Costa a Costa del 8 febbraio: "Ma il gioco della
politica comporta che poi devi convincere le persone: non basta dire «è così!»
e insultare chi non è d’accordo. Altrimenti non solo perdi, ma danneggi la
causa." Mi sembra un postulato vero e non completo allo stesso
tempo. Ho la sensazione, potrei come sempre sbagliarmi, che l'esito
dell'assolutizzazione del discorso: "è così e se non sei d'accordo sei un
cretino" se da una parte è, magari alla lunga, dannoso -quindi concordo con
Costa- (intendo generalizzando molto la parte che chiamerei liberale/progressista),
dall'altra in realtà non solo non è dannoso alla causa, ma anzi sta viaggiando
con successo con il vento in poppa (intendo sempre generalizzando la parte che
chiamerei illiberale/populista)
Sergio Fabbrini
nella introduzione al libro COME MUOIONO LE DEMOCRAZIE di Steven Levitsky e
Daniel Ziblatt: "La decisione politica, per il populismo, non richiede
competenze tecniche, ma solamente il buon senso popolare" (affermazione
che abbiamo sentito spesso in questi giorni) e conclude "le democrazie
possono morire per tante ragioni, tra di esse, l'indifferenza morale, la
pigrizia intellettuale e l'opportunismo politico hanno sempre avuto un posto
speciale
Quando è
necessario trovare una pietra angolare su cui basare la decodificazione degli
avvenimenti attorno e fondare il tentativo di essere alfabeti nella società
trovo utile riprendere le parole del Presidente della Repubblica, in
particolare questo discorso https://www.quirinale.it/elementi/123509
"Il
pluralismo delle idee, l’articolazione di diverse opinioni rappresentano
l’anima di una democrazia.
Questo è il
principio cardine delle democrazie delle società occidentali
Ma sempre più
spesso vi appare la strada di una radicalizzazione che pretende di semplificare
escludendo l’ascolto e riducendo la complessità alle categorie di
amico/nemico."
"Una
democrazia senza popolo sarebbe una democrazia di fantasmi.
Una democrazia
debole.
È necessario
operare per recuperare fiducia, adoperandosi prima di tutto, per ricostruire il
rapporto tra persone e istituzioni.
Perché le
istituzioni vivono della partecipazione e dell’impegno personale.
La democrazia
non si esaurisce nelle sue procedure: è impegno, passione, senso della
comunità, richiede che si contribuisca alle scelte, a ogni livello."
Vuol dire anche
riconoscere che vi sono interessi nazionali che richiedono la massima
convergenza. Ad esempio il rispetto dei trattati e delle alleanze
internazionali, la difesa e la sicurezza dei nostri concittadini e delle
infrastrutture strategiche, la salvaguardia dell’ambiente e la messa in
sicurezza dei nostri territori. Non possiamo dividerci su questi obiettivi, che
sono inevitabilmente di lungo periodo e vanno dunque perseguiti con un impegno
che va oltre le maggioranze e le opposizioni di turno.
Può essere
interessante ascoltare, per l’intelligenza della domanda e per “fiutare l’aria”
di un certo ambito nel contenuto degli interventi, questa puntata di “tutto
scorre” su Radiopopolare 
Ci sono molte
domande suggerite da questa miscellanea di citazioni.