giovedì 14 agosto 2025

GIULIO SAPELLI: VERSO LA FINE DEL MONDO Lo sgretolarsi delle relazioni internazionali

 GIULIO SAPELLI: VERSO LA FINE DEL MONDO Lo sgretolarsi delle relazioni internazionali

Prima citazione: " Non è un paradosso: la ripresa su scala mondiale dell'economia  potrà avvenire solo dalla ripresa dell'economia nordamericana in un quadro di COOPERAZIONE CON QUELLA EUROPEA E CON QUELLA DELLE MEDIE POTENZA OCEANICHE, OLTRE CHE CON IL GIAPPONE. E' per questo che la cooperazione internazionale per un nuovo ordine mondiale che punti sul compasso oceanico per descrivere un orizzonte di crescita nel Sud-est asiatico e non sono nell'Oceania è la sfida decisiva che attende tutto il mondo. L'Europa dovrà comprendere che deve, dinnanzi a questo scenario, TROVARE UN'UNITA' che sembra ora impossibile, con le divisioni crescenti, invece, tra Francia, Germania e Regno Unito"

(questo libro del del 2024, come non concordare, però la strada sembra un'altra)

Seconda citazione: "E ancora: il mondo di oggi, sempre più dominato da ideologie sacrificali e oppositive e violente che dilagano financo negli umani comportamente quotidiani, può fare a meno della guerra, quando il tardo capitalismo che questo stessomondo dominca giunge a sfruttare la terra e il vivente per superare le sue intime contradddizioni tra sviluppo ineguale, ricerca della centralizzazione risolvente e l'aggressività che promana dalle sue interne contraddizioni?

(forse non può fare a meno della guerra)


domenica 3 agosto 2025

MONICA MAGGIONI: THE PRESIDENTS

 MONICA MAGGIONI: THE PRESIDENTS


Ho appena finito questo libro della famosa e brava giornalista della RAI Monica Maggioni. Credo che sia un libro interessante e utile. E' un libro di complessa profondità, si percepisce, nella lettura, una ricerca accurata (ricerca di dati e ricerca di senso), pur mantendo uno stile giornalistico/divulgativo che probabilmente ci consente di trovarlo accessibile.

Chi sono The Presidents: Thiel, Vance, Yarvin, Musk (del quale mette in dubbio -anticipando la rottura, dfefinitiva? mah!) Andreessen, Weinstein...

Non mi sembra un libro ottimista. Anche se il stile della giornalista di inchiesta è fermamente mantenuto per tutto il libro, particolarmente nella descrizione dei personaggi protagonisti, la preoccupazione della cittadina, della democratica, della (vorrei dire ) Europea (nel senso più nobile del termine) emerge, e si palesa nelle ultime importanti righe - messaggio non solo destinato a suscitare in noi lettori la stimolo che dobbiamo svegliarci, ma anche a "firmare" con onestà il libro esprimento quali siano le proprie convinzioni sulla democrazia.

Scrive Monica Maggioni: "Adesso stiamo vedendo che secoli di costruzione di democrazia, di una paziente e faticosa tessitura sociale piena di fallimenti, di limiti, di non poche aberrazioni, ma insostituibile fonte di diritti, uno sguardo sul mondo in cui c'è spazio anche per le necessità di chi non riesce a sopravvivere e per l'idea di cooperazione stanno rischiando di essere spazzati via da un gruppo di potentissimi e arroganti individui che si muovono dietro la maschera del presidente. Un potere immenso nelle mani di pochi. E a noi cosa rimane da fare? Capire fino in fondo chi sono."

Condivido tutta la frase. Ci sono due particolarità che mi preme sottolineare. Trump è la loro maschera. Non voglio sminuire la forza del Presidente USA; non è un burattino, e dotato di decisione e di forza e di ideologia propria secondo me, ma concentrarsi troppo solo su di lui vuol dire, a mio avviso, perdere di vista un movimento in stato nascente potente, pericoloso, determinato e dotato di una base culturale alla quale reagire, per chi non lo apprezza, solo con l'invettiva, riduce chi si oppone alla impotenza e conduce alla sconfitta definitiva.

La seconda particolarità, che mi fa trovare sintonia con lo spirito di ricerca e l'approccio culturale verso la realtà della Associazione Amici del gabbiano alla quale collaboro, è: "CAPIRE FINO IN FONDO CHI SONO", che è la prima cosa da fare per chi vuole essere Alfabeta nella società. Attenzione, questo invito vale anche per chi si sente attratto e culturalmente vicino a questi che si celano (ormai neanche troppo) dietro l'ingombrante presidenza.

Un libro da consigliato, da leggere.

lunedì 7 luglio 2025

VALENTINA PISANTY: ANTISEMITA UNA PAROLA IN OSTAGGIO. un libro necessario

 VALENTINA PISANTY: ANTISEMITA UNA PAROLA IN OSTAGGIO.  un libro necessario

#libroletto #sra #curioso #EIM 

Libertà è anche non farsi imporre il linguaggio in modo improprio e strumentale.

le conclusioni di questo libro necessario: 

" Della possibilità di discutere di cosa è o non è ragionevole è fatta la democrazia. E dato che il linguaggio è essenziale per prendere decisioni nel dibiattito politico, non è tollerabile, in un contesto democratico, che una delle parole-chiave venga prelevata dal lessico, spogliata della sua funzione, rivestita di abiti nuovi, ed esibita al mondo come garanzia di impunità per chi intende affermare le sue ragioni di parte con la forza, whatever it takes. Chiunque impieghi il termine antisemita nel senso imposto dalla definizione IHRA deve sapere in quale catena di prepotenze, non solo linguistiche, si sta collocando. A meno di non prendere atto che il mondo è entrato in una fase di guerra senza quartiere, o si vince o si muore, di cui la retorica della prevaricazione è il naturale corollario. Forse è sempre stato così, forse no. Se la regola è "la faccio perché posso", si smetta almeno di invocare i valori democratici, la Memoria e la falsa promessa del Mai Più, si abbracci senza remore la legge del più forte, ci sia assuma la responsabilità delle conseguenze e tanti auguri. Chi non è d'accordo troverà comunque le parole per dirlo. Non occorre alcuna autorizzazione"

domenica 6 luglio 2025

Gian Marco Griffi. DIGRESSIONE

Gian Marco Griffi. DIGRESSIONE

"Talvolta crediamo di avere un frullatore di pensieri. Abbiamo paura di un mondo dominato ad Dio e abbiamo paura di un mondo abbandonato da Dio. Abbiamo paura di un mondo in cui Dio non è mai esistito. Abbiamo paura di un mondo governato dal caso e abbiamo paura di un mondo segnato dal destino. Abbiamo paura di un mondo stretto nelle grinfie dei figli degli uomini. Abbiamo paura di un mondo regolato da leggi naturale che non riusciamo a comprendere, e abbiamo paura di un mondo regolato da leggi sovrannaturali che non vogliamo comprendere. Siamo terrorizzati e indifesi. Chi ci viene in soccordo, ora? Chi ci può salvare da tutto questo?"

martedì 24 giugno 2025

STORIA INTERNAZIONALE DELLA RESISTENZA ITALIANA a cura di Chiara Colombini e Carlo Greppi

 STORIA INTERNAZIONALE DELLA RESISTENZA ITALIANA a cura di Chiara Colombini e Carlo Greppi

Ho letto con vero piacere questo libro, che non è facile (ed è un pregio) e richiede attenzione (direi anche una periodica rilettura anche prendendo un saggio tra quelli che compongono l'opera alla volta). 


Pur non essendo esperto di Resistenza, non sono neppure completamente avulso dall'argomento, non fosse altro che per la grande ammirazione verso chi seppe, nella tempesta della più grande guerra conosciuta, ribellarsi a un regime sì marcio e traballante, ma sempre capace di sterminare e diffondere sofferenza e lutti (e ogni Partigiano sapeva come iniziare la lotta, ma non aveva certezza di sfilare vivo tra i Liberatori).

Considero la Resistenza una delle pietre angolari su cui si basa la Repubblica democratica e la Costituzione, quindi sono sempre stato interessato a conoscere, a capire, a comprendere le motivazioni di chi, come disse Pertini prigioniero politico della dittatura fascista, scelse di : "LOTTARE SENZA PAURA, A VOLTE ANCHE SENZA SPERANZA".

La partecipazione internazionale alla Resistenza, nei numeri e nelle forme che i saggi contenuti in questo bel volume ci illustrano è una novità per me, non credevo ci fosse stata in dimensioni così sostanziose (i curatori parlano di 15/20.000 partecipanti). 

Nel libro viene fornito un quadro generale, ma si seguono anche storie particolari di donne e uomini che lottarono e spesso caddero per la sconfitta del fascismo e nazismo in uno spirito di comunità fondata sulle idee di libertà e non su confini geografici, culturali o etnici.

La conoscenza storica delle vicende illustrate suscita ovviamente una riflessione amara su quanto si stia perdendo in questi tempi di "piccole patrie", di chiusure. Il più grande ideale tra quelli sconfitti nel XXI secolo è quello che vede le persone unite in tutto il mondo da comuni aspirazioni e desideri di godere di diritti universali e non da passaporti emessi dallo stesso ministero.

Un ottimo libro, un interessante canale di studio e di approfondimento quando si celebra la Resistenza

martedì 17 giugno 2025

GUARDARE IL MARE


https://youtu.be/VZq9Kd2kvVU


Ho guardato il mare a lungo, senza leggere o fare altro. Ho solo guardato a pochi metri dal frangersi delle onde, fino a quando la marea non si è alzata e mi ha raggiunto (e mi è venuta voglia di andare al Nord a guardare le maree, quelle serie). Non ricordo da quanti anni non mi prendevo questa libertà. Ma poiché non sono buddhista la mente non era libera e vagava. Pensavo alla semplicità del gesto che stavo facendo: seduto davanti al mare, a guardarlo. Ho pensato a un bambino della Cisgiordania al quale l'oppressore abile nel farsi passare sempre per vittima impedisce di vedere il mare lontano pochi chilometri e narrato nei ricordi dei nonni che magari lo vivevano abitando nelle loro case vicine ad esso; oppure a chi condannato da una malattia senza scampo, dipendente dagli altri solo per grattarsi il naso, vede impedita la libera scelta del proprio destino da persone che si appellano per negare il diritto alla disponibilità della propria vita a un Dio che non può essere così crudele; oppure a genitori che devono accudire figli con problemi continuamente, senza posa, spaventati da cosa accadrà quando non ci saranno più; o ancora a chi il mare non lo guarda per il piacere di rilassarsi come ho fatto io ma con la paura di affrontarlo in una avventura/scommessa che appare sempre più perdente.

domenica 9 febbraio 2025

COME MUOIONO LE DEMOCRAZIE


La via elettorale per smantellare una democrazia è pericolosamente ingannevole. Con un colpo di Stato classico, come nel Cile di Pinochet, la morte della democrazia è immediata ed evidente per tutti: il palazzo presidenziale brucia, il presidente viene ucciso, imprigionato o spedito in esilio, la Costituzione viene sospesa o stracciata. Con la via elettorale, non succede niente del genere: non ci sono carri armati per le strade, la Costituzione e le altre istituzioni nominalmente democratiche rimangono al loro posto, la gente continua a votare; gli autocrati eletti conservano una facciata di demo-crazia ma la svuotano di sostanza.

Molti sforzi dei governi per sovvertire la democrazia sono «legali», nel senso che sono approvati dal Parlamento o accettati dai tribunali. A volte sono perfino presentati come sforzi per migliorare la democrazia, rendendo il potere giudiziario più efficiente, combattendo la corruzione o mettendo ordine nel processo elettorale. I giornali continuano a uscire, ma vengono comprati o intimiditi per costringerli ad autocensurarsi. I cittadini possono continuare a criticare il governo, ma spesso esponendosi al rischio di noie fiscali o problemi legali di altro genere. Tutto questo semina la confusione tra la gente, che non si rende conto immediatamente di quello che sta succedendo. Molti continuano a credere di vivere in una democrazia: nel 2011, quando un sondaggio del Latinobarómetro chiese ai venezuelani di assegnare un punteggio al loro paese tra 1 (Per nulla democratico) e 10 (Completamente democratico), il 51 per cento diede un pun-teggio di 8 o addirittura di più.

Non essendoci un singolo momento - colpo di Stato, proclamazione della legge marziale, sospensione della Costituzione in cui il regime «varca» chiaramente il confine che separa la democrazia dalla dittatura, viene meno l'elemento che fa scattare i campanelli d'allarme nella società. Quelli che denunciano gli abusi del governo vengono liquidati come esagerati, allarmisti. L'erosione della democrazia, per molti, è qualcosa di impercettibile.
Il tragico paradosso della via elettorale all'autoritarismo è che gli assassini della democrazia usano le sue stesse istituzioni -in modo graduale, sottile e perfino legale-per ucciderla

La polarizzazione estrema può uccidere una democrazia

Per proteggere la nostra democrazia non bastano la paura e lo sdegno. Dobbiamo essere umili e audaci al tempo stesso