giovedì 21 dicembre 2023

SIMONE PIERANNI. TECNOCINA

 SIMONE PIERANNI. TECNOCINA

Ma che bel libro questo TECNOCINA STORIA DELLA TECNOLOGIA CINESE DAL 1949 AD OGGI scritto da Simone Pieranni.

Una prima avvertenza: anche se il titolo potrebbe scoraggiare non appassionati di tecnologia non bisogna farsi ingannare. E' un libro leggibilissimo da tutti i curiosi di storia, di tecnologia, di politica, di ciò che non si conosce (che, questa ultima, è la migliore tra le curiosità) E' scritto poi in modo così divulgativo, mai noioso, sempre pacato e preciso - non cerca l'effetto e contemporaneamente non è noioso. Vale proprio la pena di leggerlo.

Aiuta a comprendere una realtà (che non è solo Stato, non è solo sistema politico, non è solo una storia millenaria, è questo e tanto altro probabilmente) che naturalmente è portata ad essere conosciuta per stereotipi. Io penso che, complice la pigrizia e la necessità di catalogare tutto con estrema velocità come ci stiamo abituando, non conosciamo la Cina perché nutriti di luoghi comuni o superficiali. Leggere questo libro è per molti versi illuminante. E' vero che se non siamo specialisti non possiamo conoscere la storia cinese dopo il '49 nel dettaglio, pure la guardiamo credo spesso come guardiamo la strada quando il parabrezza è appannato. Pieranni fa come lo sbrinatore, ci pulisce il parabrezza e ci fornisce una visione chiara. Poi dopo averla guardata possiamo dire (non potremmo permettercelo, ma è una scelta) che non ci interessa. Ma la sua funzione il libro la svolge in modo ammirevole.

Ma c'è qualcosa oltre l'interesse per la Cina (magari ampliato a tutto il Far East se lo si considera come noi della associazione Amici del gabbiano il cuore pulsante del mondo e meritevole di analisi, studio, conoscenza e condivisione). Qualcosa che ci interessa come italiani, europei, occidentali, viventi in democrazia.

Sono domande che nascono leggendo queste pagine. Domande che ci scuotono un po', per esempio sulla crisi della democrazia, sulla carenza di statisti lungimiranti, se esiste, all'interno di una vasto e contrapposto schieramento politico un minimo comune denominatore che unisce i diversi partiti.

La sfida tecnologica (mettiamoci anche quella ambientale) richiede programmazioni di decenni. Investimenti e progetti i cui risultati non sono a stretto giro. La Cina ci può apparire un sistema distopico e dispotico (dispotico lo è, non ci piove), e programma sui lunghi periodi - sono sui generis, lo so, probabilmente la realtà è più variegata. Nel nostro sistema che fortunatamente prevede la possibilità di alternanza tra diversi schieramenti che hanno diverse proposte e gruppi di riferimento, che devono competere per avere il mandato popolare, c'è la possibilità che sui grandi progetti, sulle visioni a lungo periodo (molto oltre la scadenza elettorale) ci sia una concordanza che non viene smontata  al cambio di governo? Ci possono essere statisti che vedono lungo? Vado sempre a finire su una questione, ma è quella che mi sta più a cuore: riusciremo a capire che l'Europa unita è il nostro destino se pensiamo come cittadini europei di voler avere un ruolo in questo secolo?

Non so se stimolare queste domande, che ho espresso in modo frettoloso e confuso, fosse nelle intenzioni di Pieranni, ma il suo libro me le ha suggerite. 

E questo per me è un altro motivo per consigliarne la lettura

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