venerdì 6 gennaio 2023

PAOLO GIORDANO. TASMANIA

 PAOLO GIORDANO. TASMANIA


Libro letto. Non so bene cosa scrivere. Mi aspettavo di più. Perché e cosa non saprei, non sono deluso ma neppure entusiasta. L'ho letto volentieri ma senza particolare trasporto, senza molta emozione. Ecco, direi che è uno specchio esatto di quanto mi ha trasmesso il libro, una storia di persone senza emozioni, non completamente apatiche ma neppure completamente vive, un po' polverose, un po' trascinate negli eventi, anche i personaggi meno piacevoli non brillano di negatività. Forse noi persone siamo così, forse è il nostro modo di vivacchiare questa vita. Forse le condizioni di benessere per essere nati dalla parte giusta del mondo e con il colore giusto della pelle ci consentono e ci condannano a vivacchiare. Non saprei. E' vero che la vita è un susseguirsi di azioni che se viste dalla luna potrebbero apparire senza un vero senso, ma in questo vivere costretto forse illudendoci troviamo piccoli attimi di felicità, per citare, mi sembra, un libro che voleva senza riuscirci molto essere divertente. O di commozione. Ecco forse alla fine il protagonista esce dal torpore trovando la risposta a perché scrive un libro sulla bomba atomica: "scrivo di ogni cosa che mi ha fatto piangere". Piangere è una delle rappresentazioni più umane che esistano.

Scrivevo che non ci sono personaggi che spiccano in questo libro. Non è vero. C'è un personaggio formidabile, ed è Lorenza, la moglie. L'ho trovata una figura umana straordinaria, e averla resa così, quasi tra le righe, senza calcare la mano in modo emozionale nella sua rappresentazione è a mio avviso un valore del libro di Giordano.

Dopo una operazione a un occhio (Paolo- è il nome del protagonista - aveva detto un tempo che scegliendo tra i cinque sensi avrebbe conservato l'udito, ma ora si ricrede, e ci sarebbe una discussione da fare sul significato della preferenza tra i due sensi) Lorenza gli dice "Non devi mai vergognarti con me. Mai. Perché nulla, assolutamente nulla di ciò che sei suscita la mia riprovazione" - e scusate la banalità ma questo è il senso della vita di coppia. Ho trovato questa frase il punto più alto del libro che pure contiene molte altre argute riflessioni.

Per esempio su come il discorso sui cambiamenti climatici non riesca a coinvolgerci veramente (e in questo caso penso a Elena Granata che verrà in libreria Il gabbiano a Trezzo a parlare della necessità di far innamorare anche i disattenti della cura dell'ambiente). 

Oppure di come la frase che pare scolpita nella pietra " I dati non mentono. Lo fanno, a volte, le persone. Ma i dati no, sono quel che sono e basta. Fornitemi delle misure accurate e io saprò dirvi la verità sul mondo", che è vera e indubitabile, ma che  mostra le crepe (come dimostrerà la vicenda umana di chi l'ha pronunciata) perché i dati non hanno voce, sono raccontati dalle persone (che a volte mentono, che a volte travisano, che a volte forniscono solo alcuni dati o li forniscono in modo surrettizio.

Insomma, è un buon libro, merita una seconda lettura tra qualche tempo, più lenta, più meditata, ma complessivamente per ora non mi ha entusiasmato. Lo consiglio perché sono sicuro che altri occhi e altre menti, leggendolo, potrebbero farmi notare elementi di valore e di grandezza che mi sono sfuggiti, in modo da poter modificare il mio giudizio.

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