lunedì 3 settembre 2018

SANCIRE IL FALLIMENTO

SANCIRE IL FALLIMENTO

Ogni lunedì attendo con una certa impazienza l'arrivo, con la posta, del Sole24ore della domenica contenente l'inserto appunto chiamato "domenica". Appena tolto dal resto del giornale il fascicolo atteso, leggo come prima cosa "il breviario" di Gianfranco Ravasi. E non ne sono mai deluso. Anche quando la riflessione stimolata dal Cardinale può essere, quando sincera, dura e dolorosa.
Questa settimana:
"-Coloro che creano non sono ancora coloro che fondano- Sto sfogliando quan e là uno dei discussi Quaderni Neri del filosofo tedesco Martin Heidegger (...) La frase in cui mi sono imbattuto (...) ha invece il taglio di un aforisma nitido che si apre facilmente a una considerazione morale. Infatti, come tutti, anch'io ho incontrato persone di straordinaria genialità e creatività che, però, alla fine hanno generato qualcosa di simile a un magico gioco pirotecnico, ricamato in un cielo tenebroso e capace di illuminarlo solo per alcuni istanti. Poi è ritornato il sudario del buio notturno. Alla fine è stato un "affondare" più che un "fondare". Il costruire in modo stabile, infatti, richiede una costanza paziente, uno scavo tra le pietre ansimando e sudando ogni giorno, fino a erigere un monumento aere perennius, cioè resistente come il bronzo al fluire del tempo, per usare la celebre immagine di Orazio."

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