venerdì 9 agosto 2024

UN'ISOLA DI STRANIERI di Andrea Levy

 UN'ISOLA DI STRANIERI  di Andrea Levy

Il mio amico Matteo Koffi Fraschini è convinto che ci sia sempre e comunque un punto di contatto tra due persone diversissime. Gli suggerisco la lettura di questo bel libro di Andrea Levy. Un'isola di stranieri è un libro divertente e tragico, leggero e profondo, fa ridere e fa arrabbiare. Insomma un libro da leggere. Ancora una volta occorre ringraziare il gruppo di lettura della associazione Amici del gabbiano che ha proposto questo libro per la discussione di settembre (il 5 settembre in libreria Il gabbiano a Trezzo per chi fosse interessato). Torniamo al suggerimento: la lettura di questo libro sembra dire che siamo in un mondo di stranieri. Di persone che non riescono, o fanno una enorme fatica a comunicare, e quando comunicano fanno fatica a capirsi. Nel romanzo questa difficoltà è resa con toni anche comici, come quando Hortense usa un inglese forbito che nella Londra popolare non viene capito, come se fosse una lingua differente. In qualche modo l'autrice vuole assicurarci che con fatica possiamo pure comprenderci e trovare un punto di accordo, che sia l'amore, il sesso, la continuazione della specie, ma forse questa è la parte più debole dal mio punto di vista, meno coerente. 

Potrebbe sembrare quasi un romanzo picaresco, con il rischio di contestualizzarlo in un periodo storico, invece mi sembra contenga dei principi atemporali e universali. Nessuno si salva dal pregiudizio o dal razzismo, c'è sempre qualcuno più povero o più nero da disprezzare (se non fosse tragico sarebbe comico vedere come la rabbia si scateni sempre verso chi sta "sotto" per diverse condizioni). Come in altre occasioni ho trovato molto interessante mettere gli occhiali di altri per vedere la realtà e capire meglio che non è la mia prospettiva quella giusta, è una delle tante. E' un libro che ci parla della nostra contemporaneità, delle nostre idiosincrasie, dei nostri pregiudizi. 

Si fa un po' di fatica all'inizio per entrare nel plot del racconto, poi si entra nel fluire degli avvenimenti e si apprezzano i cambi di prospettiva e anche i salti temporali. Diversamente da altri libri si riesce a tenere abbastanza bene il bandolo della vicenda.

#consigliato #daleggere

sabato 29 giugno 2024

IL PIFFERAIO DI HAMELIN- DEMAGONIA di Mario Monti

 IL PIFFERAIO DI HAMELIN- DEMAGONIA di Mario Monti

Il problema è che la politica pare intrappolata in un circolo vizioso: nel tentativo di compiacere gli elettori continua a promettere cose tra loro inconciliabili, cioè meno tasse, una spesa pubblica, anche in disavanzo, virtualmente illimitata per soddisfare le esigenze di tutti, ma anche sicurezza e sostenibilità, che però richiederebbero proprio la piena disponibilità di quelle risorse dissipate nei mille rivoli dei favori elettorali. Nella stagione della demagonia, invece, di risorse pubbliche ne servono, e tante, a livello nazionale e soprattutto a livello europeo. Per produrre i beni pubblici di cui c'è un disperato bisogno. Dunque serve gettito fiscale e serve equità nel raccoglierlo: niente condoni o sconti a livello di singoli Paesi, niente competizione fiscale scorretta a livello europeo, e un bilancio comunitario all'altezza delle sfide. Il bilancio pubblico che dovrebbe essere la nostra più potente risorsa contro la demagonia, sembra invece essere diventato la sentina maleodorante nella quale i pifferai della politica si aggirano per costruire il loro seguito, come nella fiaba tedesca.

I cittadini europei, alla pari dei bambini ipnotizzati dal pifferaio di Hamelin, che ho voluto mettere in copertina su questo libro, rischiano di finire in una trappola senza uscita, affabulati da promesse insostenibili e privati delle risorse che sarebbero necessarie alla loro sicurezza e prosperità.

Proprio in quanto europei - e dunque alfieri di valori universali, dei quali tutto il mondo può beneficiare- abbiamo il dovere di svegliarci, abbandonare i pifferai al loro destino e riprendere il controllo delle nostre democrazie, per salvarle dalla demagonia.

domenica 12 maggio 2024

ISPI - IL CONFLITTO SENZA FINE

 ISPI - IL CONFLITTO SENZA FINE


Ho apprezzato molto la lettura di questo libro pubblicato da ISPI. Mi sembra un libro utile e anche una lettura oserei dire necessaria in questo momento. Con uno stile pacato, scientifico e contemporaneamente divulgativo consente di fare un recap della situazione probabilmente più complicata, apparentemente conosciuta e particolarmente parzialmente comunicata della contemporaneità. 

E' vero che probabilmente in nessuna altra situazione la predilizione della camera dell'eco per l'acquisizione e la divulgazione di informazioni e ricostruzioni storico-politiche è cercata, pure, anche per chi ritiene di avere una posizione certa (volevo scrivere "chiara" ma questo termine mi sembra inappropriato) e non equidistante tra le due parti (io lo dichiaro a scanso di equivoci, culturalmente mi sento molto più affine al mondo ebraico, politicamente sono deluso dalla involuzione di Israele e ritengo che lo stato israeliano si comporti, ancor prima della reazione all'attacco genocidiario di Hamas, da oppressore con molta affinità con il regime di apartheid di sudafricana memoria) la lettura di questo breve, agile e pure approfondito saggio di ricostruzione storica con dieci risposte a dieci precise e puntuali domande, sia veramente indispensabile. 

Credo ci sia ampia letteratura a proposito della vicenda mediorientale, e non fa male cercare di leggere il più possibile, e questo libro si inserisce nel filone migliore, quello che ci consente di fare la fatica di cercare di conoscere, per cercare se non di capire almeno di non basarci sulla superficialità o gli stereotipi.

Credo che la vicenda della distruzione di Gaza e della punizione collettiva al popolo Gazawi (ma considerato quello che avviene in Cisgiordania direi di punizione collettiva) meriti, come fa questo libro di ISPI, una formazione di conoscenza ( o di precisazione o di ripasso, dipende dal grado di attenzione e conoscenza sul passato di ciascuno) fino al 6 ottobre, una analisi chiara e non con gli occhi velati da stereotipi, di cosa sia stato il 7 ottobre e i giorni fino ad ora e non sappiamo per quanto, e una attenzione che non dimentichi su cosa accadrà dopo perché il massacro dei Gazawi e la distruzione di Gaza insieme allo smembramento delle realtà palestinesi dei Territorio avrà conseguenza per decenni ma il nostro rischio è dopo un mese dalla fine dell'assalto, quando non avremo più la notizia di decine di morti civili al giorno, cominceremo a dimenticarci.

Questo libro rappresenta un ottimo primo passo, ci sono organi di informazione o blog come Stories di Cecilia Sala, o articoli come quelli di Francesca Mannocchi, che consentono di avere una lettura onesta del presente, soprattutto della parte più trascurata dal racconto stereotipato dei media mainstream. Per il futuro spero che ISPI continuerà con il suo lavoro di racconto preciso e puntuale, come fa anche Eugenio Cau con Globo, per non farci dimenticare il dramma (non uguale per il peso sulla vita di tutti di giorni) di due popoli su una terra.

L'altra sera ho assistito alla presentazione di una esperienza di villaggio condiviso ( presso la fondazione Serughetti-La Porta di Bergamo) Wahat al-Salam Neve Shalom (Oasi di pace).  Tra le tante cose una mi ha colpito: l'affermazione che non siamo più capaci di cogliere la complessità. E' vero. Questo libro ci può aiutare, serve solo la voglia di leggerlo.